(Antiq) Introspettiva, oscura, rilassante e sensuale la musica del duo neo-folk francese Wÿntër Ärvń, progetto che giunge con “Abysses” al secondo capitolo. Il duo è composto dal clarinetto di Vittorio Sabelli (Dawn of A Dark Age, Notturno) e dal mastermind Wÿntër Ärvń, anche chitarrista degli Aorlhac (qui la recensione del loro ultimo album, risalente al 2018)… la band che ha dato i natali anche ai Jours Pâles freschi di pubblicazione (recensione qui), creati da Spellbound, cantante per l’appunto degli Aorlhac. Se il denominatore comune di tutti questi progetti paralleli è il black metal, nel caso di Wÿntër Ärvń il genere rimane solo un’ispirazione, una sensazione, accomunandone l’oscurità e l’atmosfera ma distanziandosi palesemente per quanto riguarda il genere musicale. “Abysses”, infatti, è un bellissimo esempio di neo-folk neoclassico, sicuramente ispirato al black, ma esposto con melodie intense, delicate, ricche di strumenti acustici ed etnici, lontane da chitarre distorte e blast beats. Chitarre classiche, percussioni, strumenti a fiato, violoncello (suonato da Raphael Verguin degli Spectrale), cornamusa (suonata da Geoffroy Dell’Aria di Les Bâtards du Nord, Skyforger e Paydretz), voci suggestive (quella di Wÿntër Ärvń e l’ospite femminile Hexenn): uno scenario che dipinge emozioni, malinconia, sentimenti quali rabbia, gioia, speranza e nostalgia. È subito chiaro il positivo desiderio di pace con “Nocturne II”, mentre l’abbinamento degli strumenti esalta sia la mestizia che il folk su ”Sentiero Dell’Eternità”. Stupenda la chitarra su ”Aux Aurores”, una traccia dove è presente anche con un favoloso violoncello. Piacevolmente incalzanti gli accordi della chitarra di ”Nocturne III”, incantevole la voce femminile su ”Contemplation”. Si pensa ad un panorama ricco di intensi colori uggiosi sulla bellissima ”Abysses”, mentre si rivela stupenda ”Marcheurs de Mondes Dissonants”, cover del brano “Walker Of Dissonant Worlds” di Xasthur: rispetto al brano originale scompare completamente il filone depressivo e decadente, a favore di una malinconia elegante instaurata grazie ad un arrangiamento degli accordi molto interessante, confermando l’infinita versatilità della musica in genere. La conclusiva ”Quand Tombe le Jour” offre spazio al growl parlato di Wÿntër Ärvń, il quale poi sfocia nelle emozionanti cornamuse. Oscurità espressa in forma meravigliosamente luminosa, con un senso di speranza tanto triste quanto inarrestabile, una malinconia che lotta per emergere e disperdersi nel vento, verso un tramonto incantato, verso l’infinito, verso il nulla eterno. Musica che fa riferimento al black, senza minimamente sfiorarlo. Un percorso sonoro travolgente, intimo, introspettivo e ricco di magia.
(Luca Zakk) Voto: 8/10