(Fighter Records) Il debut dei galiziani Wytchfire, che segue all’EP del 2014, era già pronto da un paio d’anni, ma sembra che dei contrasti con la Infernö Records abbiano ritardato l’uscita, che avviene oggi per la spagnola Fighter. Rispetto all’EP, mi sembra che i nostri abbiano leggermente mutato coordinate sonore, e propongono oggi un heavy old school piuttosto classico e oserei dire manieristico. Mentre “Devil’s Child” mescola Motorhead (per l’approccio sbarazzino) e Judas Priest (per i solos e le parti vocali), “Lord of the Underworld” è evidentemente ispirata a King Diamond, così come la più cupa “Behind the Wall”. Bello lo speed della furibonda “Night Hunter”, ma il brano migliore è la conclusiva “Samhain”, NWOBHM dall’incedere sinuoso e a tratti saxoniano. Un disco che gioca a carte scoperte, e che non può, costituzionalmente, presentare nulla di nuovo: ma alcune canzoni sono ben godibili.
(René Urkus) Voto: 6,5/10