(autoproduzione) Dodici cinghiali. Questo è il nome della band. In copertina c’è un cinghiale, dei serpenti, dei teschi. Il titolo dell’EP suona più o meno come “lingue biforcute, zoccoli”… quelli di capra, cinghiale, di diavolo.. doppi, come la biforcazione della lingua di serpente. Volevate qualcosa di tranquillo, rilassante, per distendervi dopo una pesante giornata di lavoro o studio? Cambiate recensione. Gli XII Boar offrono una ventina di minuti di una specie di Mötorhead in chiave stoner metal. Non certo ciò che vi consiglierebbe il vostro psicoanalista, nemmeno ciò che si sente di solito in una lezione di yoga. Questo trio inglese offre chitarre brutte, sporche e molto, molto cattive. I riff sono di base, primordiali, diretti, brutali, heavy metal delle caverne. Il batterista picchia su tutto ciò che gli capita a tiro con una certa dose di furia cieca che non promette nulla di pacifico. Ritmi di guerra. Se la sbrigano veloci questi ragazzi, infatti i pezzi sono solo quattro. “Smokin’ Blues” la più diretta, la più stoner. “Hellspeed Viper”, forse la più heavy metal. “Slamhound”, con un riff molto boogie, ed infine “Triclops” che pone fine all’opera come un’incudine scaraventata in testa porrebbe fine ad una vita umana. La vostra. Regalino finale? Si. L’autostrada 12 del Cinghiale non ha pedaggio. Potete scaricare l’EP dal loro sito www.xiiboar.com, gratuitamente e legalmente. Tranne gli inutili consigli del vostro psicoanalista, non avete scuse: procuratevelo!
(Luca Zakk) Voto: 7/10