(Transcending Obscurity Records) L’abominevole introduzione all’album, “Abyssus Abyssum Invocat”, mette in guardia l’ascoltatore. Da questo momento in poi si frana giù nell’abisso. Xpus scoperchiano un anfratto lontano dell’inferno e ne esce fuori del death metal marcio e sepolcrale. Il cantato roco e gutturale, armato di un lieve riverbero, rende il tutto ancora più cavernoso e maledetto. Secondo album per i nostri connazionali, il precedente è “Sanctus Dominus Deus Sabaoth” di cinque anni fa. Pur andando avanti nei pezzi a testa bassa, caricando l’ascoltatore di melodie malefiche vagamente primi Deicide e qualcosa dei Sinister, i Xpus mettono in evidenza una personalità oscura. I pezzi sono tenebrosi, con atmosfere allucinate in certi casi. Il drumming è scarno ma tellurico, i pezzi mostrano spesso una linea saliente nel quale la band esprime una melodia che riesce a catturare l’ascoltatore e in netto contrasto con la tenebrosità dell’insieme. Il death metal dei Xpus è viscerale ma ruvido, è colmo di oscurità eppure non scevro di litanie inattese.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10