(Napalm Records) Sataniste e satanisti, ecco un nuovo grimorio di ossequi al Demonio! Scherzo… Secondo album per gli svedesi Year Of The Goat, band amante delle tinte nere e di un heavy rock dalle sonorità seventies e primi eighties. Se “Angels Necropolis” ha dato i suoi buoni riscontri sulla scena, pur tenendo la band ancora ammantata di un’aura underground, “The Unaspeakable” rilancia l’immagine di qusta formazione che gioca con atmosfere maledette e sulfuree, ma attraverso riff svelti, trascinanti e tutto sommato abbastanza allegri. Vivaci, di sicuro. In fin dei conti le canzoni risultano semplici, quasi leggere a volte, nonostante anche esempi decadenti o quasi. Alchimia tra i generi succitati e una piccola coltre di psichedelia, apprezzabile soprattutto su certe schitarrate che suonano scheletriche e genuine, senza troppi orpelli nell’effettistica. La giusta alchimia, proprio come la si rintraccia in quella copertina dallo stile come le storie di “Sandman”. Sound easy, coinvolgente, annerito dalle tematiche occulte solo in minima parte. In fin dei conti tra nuvoloni grigi spesso spunta anche l’arcobaleno, proprio come in questo sound. Ossianici, ma nella giusta misura.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10