(Great Dane Rec./Season Of Mist) I Yorblind sono attivi da oltre dieci anni e oggi arrivano al terzo album attraverso un percorso musicale che sorse con l’influenza del Götheborg sound, ma successivamente rivisto e in parte dimenticato da un naturale e spontaneo processo di affinamento del proprio songwriting. Lo stile è navigato, assestato su un thrash-groove metal abbastanza snello, ricco di cambi e con bridge e ritornelli che spesso allentano la tensione, donando così squarci più melodici e fruibili e con qualche cenno di metalcore. Niente male gli assoli, i quali entrano in scena con sequenze di note piacevoli e ricche di stile. La caratteristica più interessante è come il comparto ritmico e la produzione dei riff si associano e collaborano. I brani hanno solidità, il percuotere della batteria e l’incedere delle chitarre è insistente, tonico, continuo. C’è vitalità nelle trame, più di tutto un dinamismo che rende l’ascolto vivo e coinvolgente, oltre ad essere una scarica di adrenalina. Strutture vicine a Pantera, Machine Head, Hypocrisy, forse At The Gates… forse, perché in poco più di 35’ la sensazione è quella di assistere ad una serie di colpi nettamente precisi e personali. “Blind… but Alive” da l’idea di essere il massimo grado che i Yorblind abbiano raggiunto in questi anni, anche grazie ad una produzione che dona potenza al sound e la partecipazione di alcuni ospiti, come Raf Pener (T.A.N.K.), Julien Da Silva (Lokurah), Cyd Chassagne (Magoa), Krys Denhez (Mur, Nerv), Mathieu Pascal (Gorod). La seconda dell’album sembra ha una nuova impennata di stile e sostanza dei pezzi che culmina in “Genesis”, un brano capace di valorizzare al meglio le diverse qualità della band o comunque i suoi punti forti. Chiude l’album la strumentale e placida “…but Alive”, una carezza che arresta tanta irruenza e forza che i Yorblind scatenano senza sosta.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10