(I Hate) Questa volta i Zaum accorpano la musica unicamente in due lunghe composizioni di poco oltre i venti minuti ciascuna. A dispetto del precedente e meraviglioso “Oracles”, “Eidolon” rappresenta un viaggio obbligato nel quale il duo canadese offre una sola pausa, quella per voltare il vinile e mettere a suonare il lato B, oppure di attendere i pochi secondi che separano la prima dalla seconda traccia nella versione CD. “Eidolon” presenta forse un’atmosfera ancora più avvincente per il doom ancestrale, arcaico e psichedelico dei musicisti canadesi rispetto a quella di “Oracles”. “Influence of the Magi” è la prima suite e “The Enlightenment” la seconda. Il clima sonoro tra le due composizioni è piuttosto simile, mentre cambiano le melodie. Con “Influence of the Magi” si ha la sensazione di una maggiore fluidità, mentre “The Enlightenment” piazza un’andatura più marcata, grazie anche ai ritmi solitamente lenti di Cristopher Lewis. In ogni caso ogni confronto tra le due tracce è sterile, per il semplice fatto che si è di fronte ad atmosfere, climi, sensazioni: più che della musica che è si pura e alquanto logica nella propria consequenzialità, “Eidolon” è un’era lontana, pregna di sacralità e di culti che alterano la coscienza. Questo album dei Zaum è un viaggio, al contempo è processo mentale che si stacca dal corpo e va via, altrove.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10