CORONATUS – “Atmosphere”
(Massacre Records) Mai nome sarà più azzeccato di questo, per quanto riguarda un album… i tedeschi Coronatus continuano a macinare dischi su dischi ad un ritmo invidiabile, ma senza tradire la propria filosofia: (altro…)
(Massacre Records) Mai nome sarà più azzeccato di questo, per quanto riguarda un album… i tedeschi Coronatus continuano a macinare dischi su dischi ad un ritmo invidiabile, ma senza tradire la propria filosofia: (altro…)
(Hummus Records) Spigare questo progetto e questa musica è come inoltrarsi dentro un labirinto pieno di trappole con gli occhi bendati. I Closet Disco Queen sarebbero un duo svizzero, uno dei due è pure il fondatore dell’etichetta che pubblica l’EP come parte di una collezione di 12” trasparenti. Stiamo parlando di una band composta da membri dei Coilguns, nata per scherzo quando i Coilguns furono parcheggiati… ormai sette anni fa! (altro…)
(Season Of Mist) Il 2020 è stato sicuramente un anno funesto per tutto il genere umano. I disagi e le difficoltà causate dalla pandemia hanno causato non pochi problemi, dentro e fuori il mondo musicale. In casa Cynic, l’anno scorso è stato addirittura drammatico, a causa della morte prematura di Sean Reinert e Sean Malone, due elementi fondatori della band statunitense. (altro…)
(Les Acteurs de L’Ombre Productions) Giungono al quarto atto i francesi Corpus Diavolis, band che ormai celebra il tredicesimo solstizio d’inverno. Intensi, creativi, oscuri, rituali… già con il precedente “Atra Lumen” (qui) diedero prova di avere uno stile unico e potenzialmente ricco di visibilità, pur appartenendo in maniera maniacale all’underground francese. (altro…)
(Autoprodotto) Regolare come un carburatore, ecco che a tre anni dal precedente disco, arriva il terzo album dei Colonnelli. Disco non per tutti… Perché? Perché è cantato in lingua madre, per cominciare. (altro…)
(autoprodotto) Strana questa idea. Strana ed insolita. I Crohm, noto gruppo storico italiano formatosi in Valle d’Aosta nella metà degli anni ’80, non si sono mai veramente fermati in tutti questi anni. (altro…)
(Autoproduzione) Basterebbe il nome del progetto a descrivere l’album… Dopo un’intro strumentale, molto lontana da qualsiasi genere o sottogenere metal, ecco arrivare dei suoni di natura dormiente che poi esplodono in un black piuttosto magniloquente e solenne, con un cantato molto profondo e una varietà di suoni impressionante. (altro…)
(Tortonia Records) Ruvidi. Polverosi. Aridi. Gli Italiani The Catechists vanno alla radice di tutto, abbracciano il rock primordiale, il blues acustico, un sound sferzato dal vento del deserto, quello che ti riempie gli occhi di sabbia, che ti trasforma la gola in una sconfinata distesa secca e priva di vita. (altro…)
(Comatose Music) I riff di Oscar Ortega (Strappado, Tortured e altri) le ritmiche di Juan Pablo Flores (Reptilium) la voce gutturale e bruciante di Randy Leung (Facelift Deformation) – sono musicisti che giungono da tre paesi, cioè Hong Kong, Spagna ed Ecuador – creano questo full length di puro quanto canonico brutal death metal con (altro…)
(Interstellar Smoke Records / Vertebrae / Lunar Seas Records / Cain Records) Tossici, eterei, nebbiosi. Gli spagnoli Cruzeiro debuttano dopo un demo uscito nel 2019, offrendo quattro brani di puro stoner doom nel quale aleggiano presenze ostili, attività paranormali, battaglie stellari e un manipolo di divinità controverse, tristi e malinconiche. (altro…)
(Raw Street Noise) Tuonano dalla Finlandia i Clear Vision, con questo breve ma intenso EP. Metal melodico, intrigante, oscuro, vagamente dark wave, legato indissolubilmente al death melodico… tre brani poderosi, tuonanti, coinvolgenti, decisamente catchy. (altro…)
(Personal Records) Si sono formati nel 2016 debuttando poi l’anno seguente. Ad oggi vantano una line up stabile che porta a questo secondo capitolo. (altro…)
(Nuclear Blast Records) Finalmente! In occasione del trentesimo anno di deviata attività per questa bestia britannica dominata dal demoniaco Dani Filth, ecco che striscia fuori dagli abissi il tredicesimo patto, il tredicesimo commensale, la tredicesima luna piena! “Existence Is Futile” avvolge, coinvolge, provoca: un concept sulle paure esistenziali e dell’ignoto… un’idea nata prima della pandemia, anche se capace di collocarsi in questa dimensione temporale con geniale precisione, avvalendosi tra l’altro di una immensa cura figlia ‘del tempo libero e dell’assenza dei tour’. (altro…)
(Hummus Records) Progetto nato quasi per gioco, per scherzo e composto dal batterista dei Coilguns affiancato da Jona Nido, ovvero il fondatore della Hummus Records. Inizialmente questo duo (ovvero i Closet Disco Queen) mostrava una tendenza prog rock e voleva essere ‘una versione senza talento dei The Mars Volta’ (cit.), tuttavia poi le cose si sono evolute, sono andate avanti, si sono inerpicate lungo i sentieri sconnessi ma seducenti della perversione musicale, caricando poi su questa strana carovana altri due musicisti, Kevin Galland e Chadi Messmer, i quali rappresentano l’altra metà, i The Flying Raclettes. (altro…)
(Emanzipation Productions) La Emanzipation Productions ristampa questo oscuro e dimenticato album dei Corpse Vomit. I danesi pubblicano questo album nel 1999 e nel formato CD, successivamente conoscerà (altro…)
(Iron Bonehead Productions) Greci sino al midollo, i Cult Of Eibon propongono un black davvero classicissimo, pieno di tempi veloci, forsennati, con una voce alterata al punto giusto e una altrettanta giusta dose di epicità e phatos. (altro…)
(MDD Records) Ci hanno messo oltre un decennio per arrivare al debutto i blacksters tedeschi Caradras, band formata da membri ed ex membri dei Frigoris. Negli anni (dal 2013 in poi) hanno suonato un bel po’ di concerti, forti del loro demo “Ex Nihilo” uscito nel 2015… poi un altro demo due anni fa e, finalmente, l’impegno necessario per comporre e dar vita ad un full length, questo oscuro e magnetico “Schattenkönige”, un disco registrato e prodotto dal quartetto, senza l’aiuto di tecnici esterni, tranne per il master che è stato curato da Markus Stock (Empyrium, The Vision Bleak). (altro…)
(Purity Through Fire) Mondi lontani e distanze siderali. Dimensioni ignote, del mondo quanto dell’anima. Il precedente album del bavarese V.V. Intitolato “Impakt”, QUI recensito, si è dimostrato comunque interessante, nonostante sulla distanza sembrasse poi mostrare qualche situazione incerta a causa della sua smisurata durata. “…to the past” (altro…)
(Nuclear War Now! Productions) I Caveman Cult sono dei fieri portabandiera di quell’agglomerato di odio, rabbia e velocità che qui in Italia chiamiamo brutal death. (altro…)
(Nuclear Blast Records) Esteti della violenza e del sangue, quanto fautori di discorsi musicali percorsi da ironie balorde e grossolane. I Carcass ritornano (altro…)
(Autoproduzione) Fondati nel 2007, ma solo oggi giunti al debut, gli elvetici Crashtime ci propongono “Valley Of The Kings”: i nostri si definiscono power metal, ma nel loro sound entrano molte influenze (sempre dai generi classici, si intende). (altro…)
(RFL Records) I Corners of Sanctuary hanno subito dato un seguito al primo EP “Blood and Steel”: altri quattro brani che continuano, sarò onesto, a non (altro…)
(Metal Blade Records) Il 2020 doveva essere l’anno della (ri)consacrazione dei Cirith Ungol, che avrebbero monopolizzato nientemeno che il Keep it true facendo da headliner in entrambe le serate… sappiamo tutti alla fine come è andata. Per (altro…)
(Werewolf Records) Da un po’ di settimane mi capita di ascoltare e recensire gruppi finlandesi che fanno black metal. Il che per me, abituato a ben altri suoni se si parla di Finlandia, è un’assoluta novità. (altro…)
(Petrichor) Nuovi profeti del death metal che tuonano dalla Svezia: i Consumption sono un duo che debutta con questo “Recursive Definitions of Suppuration” il quale, in realtà, è stato diffuso l’anno scorso in serie limitata per mano della Iron, Blood and Death Corporation. (altro…)
(Petrichor) Il genere di questa band americana nata da ceneri di altri act prettamente metal è definibile come goth n’ roll / deathrock, un genere che emana sensazioni anni ’80, con molta oscurità gotica, espressa con sublime bellezza e violenza sonora. (altro…)
(Brainstorming Music) Terzo album che vede il lavoro di un anno intero convergere in questo titolo profetico, descrittivo di questo momento planetario incasinato. Vi siete mai chiesti cosa sentireste telefonando al pianeta Terra da qualche angolo della galassia? (altro…)
(Dark Descent Records) In quindici anni tre album per la band proveniente dal Londra e dedita al metal nella sua forma estrema, quanto anche derivativa. I Craven Idol suonano in una maniera veloce in quella zona di confine tra death e black metal, riproponendo esecuzioni a tratti sembianti Bathory, Sodom degli esordi, Manilla Road e qualche riff in stile NWOBHM ma in una (altro…)
(Season of Mist) Ad un anno e mezzo dall’ultimo “Naiv” (recensione qui), l’instancabile ed eclettico Tamás Kátai torna con un nuovo album, il decimo, per i suoi imprevedibili ed eccentrici Thy Catafalque! Un album imponente, molto ricco di metal, nonostante le tipiche sublimi divagazioni che caratterizzano lo stile Tamás, capace di inoltrarsi attraverso ogni tipo di genere musicale. (altro…)
(Mascot Records) Gli autori dell’album “Motherbrain” e di un sound melodico quanto d’impatto pubblicano un EP infarcito di collaborazioni. Quattro pezzi dei quali tre ospitano i contributi di musicisti di punta: Frank Bello degli Anthrax, l’ex Killswitch Engage (altro…)
(Metal Assault Records) Regna il mistero dietro la band internazionale (con base negli USA) che porta il nome di Circle of Sighs. Forse un trio, forse con a bordo la batterista Felicity Feline (Constraints of Light), cosa poi non confermata dai video, i quali mostrano molta più gente… tra l’altro tutta mascherata. Quello che è noto è la loro intenzionale volontà di mantenere questo anonimato per riuscire a mettere in primo piano la musica, i suoni, la pura arte senza l’evidenza di una firma o di un particolare nome, il quale con il tempo potrebbe avere più visibilità dell’arte stessa. Musicalmente? (altro…)
(Dark Essence Records) Dopo sei anni da “Mut”, quattro dai due EP e un altro anno dalla compilation, i britannici Code si decidono di pubblicare un nuovo lavoro, il quinto in carriera, il primo dopo la firma con la nordica Dark Essence Records. L’ascolto dei Code scatena intense e controverse emozioni, tanto che il primo problema è saperli, poterli, volerli definire. (altro…)
(Osmose Productions) Solo due pezzi per “Mrtvaja”, appunto la title track divisa in due parti di oltre nove e oltre dieci minuti rispettivamente, per quella che è un’idea di quanto sarà il futuro album. Un’edizione stampata in vinile 10” con versione CD (altro…)
(Westworld Recordings) I Chelsea compiono quarantacinque anni e ascoltando l’opener che è anche la title track dell’album “Meanwhile Gardens”, appare da subito tanto graziosa quanto fondamentalmente ‘moscetta’. Fortunatamente la band che ha avuto i natali da tre elementi dei Generation X, appunto nel 1976, si ricorda (altro…)