FREEDOM CALL – “M.E.T.A.L.”
(Steamhammer/SPV) A differenza di molti colleghi trovo i Freedom Call veramente simpatici. Un po’ perché ci hanno regalato, soprattutto con i primi tre dischi, grandissimo power metal; (altro…)
(Steamhammer/SPV) A differenza di molti colleghi trovo i Freedom Call veramente simpatici. Un po’ perché ci hanno regalato, soprattutto con i primi tre dischi, grandissimo power metal; (altro…)
(Avantgarde Music) I Funeral Oration sono una perla oscura e ben nascosta. Italiani, attivi dal 1989… finora hanno pubblicato solo due album, compreso questo, con un debutto risalente all’ormai lontano 1996. Tra il membri che sono passati negli schieramenti di questa (altro…)
(Scarlet Records) Con Scarlet per la quarta volta i Faithsedge del cantante Giancarlo Floridia, il chitarrista Alex De Rosso, ex Dokken e produttore dell’album, Timothy Gaines, bassista ed ex Stryper, e il batterista Matt (altro…)
(autoprodotto) Release datata, ma divertente. I For Different Ways potrebbero sembrare una delle band del punk/hardcore americano che travolgeva la scena degli anni ’90… ma la sorpresa è che loro sono italiani (Sardegna), sono qui, lo sono ora ed oggi! Hardcore (altro…)
(Century Media Records) Terzo appuntamento per i deathsters svedesi Firespawn, la band che vanta come front man il mitico L-G Petrov (Entombed A.D., ex Entombed), oltre che musicisti molto importanti nell’ambito estremo: Victor Brandt ( ex- (altro…)
(Black Widow Records) I Fungus si formano nel 2002 a Genova, partendo da un progetto di improvvisazione di Alejandro J. Blissett e Carlo “ZeroTheHero” Barreca. Escono dei dischi, un EP, si aggiungono membri, seguiti da (altro…)
(Artoffact) Sono un trio danese e sono etichettati come post punk… ma è innegabile che le radici sonore di questo ottimo album affondano con prepotenza in un romanticismo dark wave ottantiano molto evocativo, coinvolgente, deliziosamente decadente ed (altro…)
(Time To KIll Records) Freschi di firma con la label, tornano i deathsters old school italiani Fulci con il secondo album. Che poi ‘old-school’ è un concetto in questo caso molto relativo: certo, il loro death è gutturale, maligno ma è espresso in maniera non (altro…)
(Autoproduzione) La coppia di musicisti brasiliani Marcelo Kaczorowsky e Vivs Takahashi, due anni fa, ha lasciato tutti i propri progetti per investire tempo e risorse nei FlowerLeaf. (altro…)
(Nuclear Blast Records) Questa band ha ormai inchiodato al proprio stile delle caratteristiche ben definite, rendendosi di fatto immediatamente riconoscibile. Più o meno lo stesso discorso lo si farebbe (altro…)
(autoproduzione) Secondo album per il chitarrista sassarese, munito di un ventaglio di generi compresi tra il rock e il metal. Dal lato rock si nota il blues ed elementi più o meno fusion e power, mentre da quello metal heavy (altro…)
(Werewolf / Hells Headbangers) Dalla fervida scena black finlandese tornano con il quarto lavoro i Förgjord, a tre anni dal convincente “Uhripuu” (recensione qui). Proprio su “Uhripuu” la band esternava una violenza disumana pregna di tendenze black’n’roll ed (altro…)
(Scarlet Records) Dopo il debut “The fallen King”, i milanesi Frozen Crown tornano con il secondo disco: il sound si sposta ancora di più verso un modern power metal che incorpora elementi di melodic death, (altro…)
(Black Widow Records) Vi siete mai chiesti come suonerebbero i Death SS se non fossero il prodotto della mente di Steve Sylvester, ma di un altro membro della mitica band italiana? Una possibile risposta viene da questo intenso album, il lavoro ‘solista’ del (altro…)
(Nuclear Blast Records) Finalmente un disco dove la componente tecnica viene messa al servizio della canzone, e non semplicemente sfoggiata in sterili gare di bravura. Gli statunitensi Fallujah riescono infatti nell’intento di (altro…)
(autoproduzione) Il musicista e autore spezzino crea un album dal taglio cantautoriale. Passando dai suoi trascorsi rock e non, Forlai si presenta come nelle vesti di un Eugenio Finardi, di un Ivano Fossati. (altro…)
(Nuclear Blast Records) Il secondo album dei danesi Forever Still, successore di “Tied Down” (recensione qui) è un intenso passo in avanti. Non solo è il loro debutto per una label di prestigio come la Nuclear Blast, ma i brani sono ora più (altro…)
(A Sad Sadness Song/ATMF) Terzo album per questa oscura band italiana. Terza rappresentazione tetra di umani sentimenti, questa volta torturati da una vita circondata da altri esseri umani, (altro…)
(Folkstone Records) Un po’ a sorpresa, a soli due anni da “Ossidiana”, tornano i Folkstone con il loro settimo album: la formazione bergamasca non ha certo bisogno di presentazioni, semmai va soltanto precisato che i nostri reagiscono (altro…)
(Karisma Records) Da Oslo arrivano i Fervent Mind e la loro alchimia sonora. Formatisi attorno alla lead singer Live Sollid, offrono un’atmosfera progressiva a cavallo tra elettronica e (post) rock, senza negare possenti componenti sia jazz che derivanti dalle (altro…)
(autoproduzione) Il disastro e la salvezza, per un mondo che è finito e per il quale i Forlorn Seas ne raccontano le vicende. Un mondo immaginario, post apocalittico, il suo passato, il come (altro…)
(Fighter Records) Se l’ottimo EP “Sinner Sanctorum” parlava la lingua dell’horror metal, questo “Descent of the Serpent”, secondo disco degli inglesi Forged in Black, (altro…)
(Eisenwald) Una piccola mossa commerciale che tuttavia non risulta sgradita: la Eisenwald ha deciso di pubblicare su vinile limitato le tre tracce degli inglesi Fen precedentemente apparse sullo split con i Sleepwalker intitolato “Call of Ashes II / (altro…)
(Underground Power) Gli spagnoli Frenzy esordiscono con una buona bordata di heavy/power metal, naturalmente molto iberico nell’anima ma senza i testi in lingua. La titletrack è una sanguigna cavalcata, (altro…)
(Satanath Records/The Eastern Front) Il cammino dei From The Vastland si arricchisce di un nuovo capitolo, un’opera di maturità e concretezza, dove il black di origine norvegese viene preso come modello assoluto e plasmato poi a seconda delle esigenze, reso in questo caso più (altro…)
(Endless Winter) Una volta risolto, l’acronimo e titolo del primo album dei Fordomth lascia ben poco spazio all’immaginazione sul tema in oggetto; In Nomine Dei Nostri Satanas Luciferi Excelsi. Se il nome Fordomth vorrebbe (altro…)
(Grimm Distribution) “Pantheon Arcanum” comincia come dovrebbe cominciare ogni album death che si rispetti, ossia con una stecca di energia giù per la schiena, così tanto per non saper né leggere né scrivere. Le strutture ritmiche, serrate e possenti, fanno venire subito alla mente i compianti (altro…)
(Nordvis Produktion) Dopo “Tid” dell’anno scorso (recensione qui), torna la one man band Fedrespor con un nuovo lavoro il cui titolo è traducibile come “dalla culla alle montagne”. E sono sempre le montagne, i boschi e le foreste nordiche che alimentano (altro…)
(AFM) Il quarto album del veterano Herman Frank (qui la recensione del terzo, “The Devil rides out”) è composto e concepito assieme ad altri veterani: dietro al microfono c’è l’inossidabile svedese Rick Altzi, (altro…)
(Southern Hell Records) Torna a far parlare di sé Francesco Cucinotta attraverso il progetto solista Felis Catus per il quale ho già avuto modo di spendere belle parole in (altro…)
(Ice Warrior) Ricordo i fiorentini Flashback of Anger non solo per il loro ottimo debut “Splinters of Life”, ma addirittura per il demo “Panta rei”, del 2004, che ricevetti (quando ancora esistevano i cd fisici) e recensii per conto di una vecchia webzine… (altro…)
(Season of Mist Underground Activists) Recuperato il nome da una canzone di “Reek of Putrefaction” dei Carcass, i Festerday si sono poi rivolti al death metal. Il sound tenebroso, massiccio, una buona (altro…)
(Einheit Produktionen) Un punto di vista particolare relativamente a black metal ed elementi di musica classica. I Ferndal giungono al secondo lavoro, il seguito del disco omonimo di due anni fa, e nonostante siano freschi (fondati nel 2016) sicuramente dimostrano di essere molto attivi e creativi, (altro…)
(Autoproduzione) Dopo un lungo silenzio, che monta addirittura al ’12, i francesi Fenrir pubblicano il loro secondo full-length: prima nota positiva è la bellissima copertina. “A red Sun rises” media bene fra le diverse influenze del sound, che si muove fra gli Ensiferum nei momenti più tosti (altro…)