INVULTATION – “Feral Legion”
(Sentient Ruin Laboratories) Si prenda il death metal più estremo e oscuro, lo si spinga a velocità anche esasperate e tali da avvicinarlo al black metal, ed ecco la forma concreta di questo terzo (altro…)
(Sentient Ruin Laboratories) Si prenda il death metal più estremo e oscuro, lo si spinga a velocità anche esasperate e tali da avvicinarlo al black metal, ed ecco la forma concreta di questo terzo (altro…)
(Signal Rex) Da Sarajevo giungono al debutto gli Izrod, band composta da musicisti esperti e già molto attivi sulla fervida scena bosniaca (i quattro provengono da acts quali Cave Ritual, Void Prayer, Lustblood, Bestias e moltissimi altri). Un altro progetto, un’altra band che si aggiunge allo già sconfinato scenario black metal? (altro…)
(Eternal Death) Questi inossidabili buzzurri sono in giro, udite udite, da due decenni… eppure sono riusciti a debuttare solo ora con una release ufficiale. Un EP che farà la gioia degli amanti del thrash più aggressivo, quello urlato sanguigno, che spesso e volentieri vira verso il death e che non vuole assolutamente fare prigionieri. (altro…)
(Iron Bonehead Productions) Terzo album per Infernal Curse, band argentina che non ho mai avuto modo di ascoltare finora, ma se quanto prodotto in precedenza si assesta su questi livelli qualitativi, allora provvederò a recuperare gli altri due album. (altro…)
(Golden Ivy Records) Manou alla voce. Con lei Tal Bergman (Joe Bonamassa, Billy Idol) alla batteria, Sebastian Eder (Avalon) alla chitarra, Kevin Moore (Jennifer Rush) al basso e Anders Olinder (Glenn Hughes) alle favolose tastiere. (altro…)
(Nuclear Blast Records) Decisamente… immortali! Giusto? Dopo il ritorno del 2018 con “Northern Chaos Gods” (recensione qui), il primo senza Abbath, torna Demonaz con un nuovo succulento concentrato di VERO black metal. Poche chiacchiere, poche stronzate: dimenticatevi la modernità e quelle infinite varianti; scordatevi le cose raw ed ancestrali, o qualsivoglia derivazione successiva, sia essa sinfonica, atmosferica, blackned, post, o non so quale altra declinazione. (altro…)
(Horror Pain Gore Death Productions) Provengono dalla Florida gli Inferion e da otto anni non pubblicavano alcunché. “Inequity” è il quarto album per questi valorosi alfieri del blackened death metal presentato con taglio melodico. Un suonare che abbraccia dunque elementi sia black che death metal e l’elevato tasso (altro…)
(Godz Ov War Productions) Primo EP ufficiale per Ifryt, one man band polacca che si era affacciata sul mercato già nel 2017 con “Eclipses”, demo caratterizzata da sonorità black metal mescolate con lo speed metal, dove brutalità e velocità la facevano da padrone. (altro…)
(Rock Of Angels Records!) Due nuovi EP dai maestri Iced Earth che sostanzialmente raccolgono del materiale del periodo 2007-2008 nel quale la band ha visto l’avvicendamento del cantante Tim ‘Ripper’ Owens e il sia predecessore che successore Matt Barlow. Quest’ultimo lasciò la band una prima volta nel (altro…)
(Heavy Psych Sounds) Dopo sette anni di distanza, i liguri Isaak arrivano alla prova del…3. Sì perché si sa, il terzo album è quello della conferma o quello dell’inizio della fine. (altro…)
(Tragedy Productions) Il cileno David Cofré è un polistrumentista che, in seguito ad una importante perdita nella sua vita privata, ha cercato attraverso la musica di sfogare quella disperazione che stava riducendo la sua vita in un deserto di dolore. La sua proposta artistica gira tutta attorno a “Catalina” (probabilmente quell’amore rubato dalla violenza di una morte improvvisa): c’è nel moniker, c’è nell’intera offerta, ovvero il demo “Catalina” del 2022, il primo album “Catalina (I, II, III, IV)” uscito digitalmente lo scorso dicembre e nell’album “Catalina (V, VI, VII, VIII)” uscito a febbraio. (altro…)
(Black Lion Records) È il debutto per questi irlandesi, band formatasi nel 2021 che vede in line up gente come Gareth Murdock degli Alestorm, oltre ad elementi dei death metallers Overoth e dei folk metallers Celtachor. Cinque brani, meno di mezz’ora per un sound che si dichiara compatibile con bands quali Dark Funeral, Dissection e Dimmu Borgir, cosa decisamente vera… con una particolare attenzione verso i primi e gli ultimi elencati. (altro…)
(Avantgarde Music) Secondo capitolo per la poderosa e suggestiva post doom metal band spagnola, la quale offre il successore dell’ottimo “Cuerpos En Sombra” uscito nel 2021 (recensione qui). Dieci nuovi imponenti brani, meravigliosamente avvolti da un senso di mistero che emerge dalle sonorità, dagli arrangiamenti, dall’impostazione generale in grado di unire la freddezza del post metal alla carnalità sulfurea del doom. (altro…)
(Sentient Ruin) Gli Isolant fanno musica davvero selezionata, ma selezionata con il contagocce. Dal 2015, infatti, non si sentiva parlare di loro. (altro…)
(Century Media Records) Album di alto livello questo “Anno 1696”, il nono lavoro in studio dei finlandesi Insomnium. Un concept che si basa sul breve racconto omonimo scritto dal frontman Niilo Sevänen, storia inclusa nell’album sia in lingua originale che tradotta in inglese. (altro…)
(Autoprodotto/Blood Fire Death) La battaglia non finisce mai per questi guerrieri catalani! Il loro clan risale al 2006, questo è il loro quarto album… il primo completamente in inglese, un po’ per uscire dai confini nazionali, un po’ per dare un mordente ulteriore a queste canzoni guerrafondaie, eroiche, narranti saghe di guerrieri, di conquiste, di sangue versato nel nome della gloria. (altro…)
(Nuclear Blast Records) Ciascun gruppo che è nato nel metal e lì è cresciuto mangiandosi la concorrenza dovrebbe sapere una cosa essenziale: le radici sono importanti, prima o poi si dovrà rendere conto a chi ti ha dato la notorietà. (altro…)
(Nordvis Produktion) È pura arte la musica di Jesse Heikkinen (anche nella black metal band Benighted in Sodom e il suo altro progetto solista Phallosopher), il polistrumentista che sta dietro questo progetto finlandese. “Trench of Loneliness”, il suo quarto album, questa piccola perla di psychedelic neo folk, è una sua totale creazione: ogni strumento, la composizione, la registrazione il mix… è tutta farina del sacco di Jesse, il quale si è fatto ‘aiutare’ solo da Hiski Pajuniemi per alcune parti interpretate dal flauto a fischietto. (altro…)
(F.thebassplayer Records) Sono francesi, sono un duo, nella vita sono contadini (hanno un fattoria in Guascogna, la Lou Casse. Per davvero!), ma hanno messo anche in piedi una rock band fai-da-te… una band che è ha suonato diverse date oltreoceano e pure in questo continente, calcando pure il palco del Rock The Castle in Italia (guarda le foto qui). (altro…)
(Avantgarde Music) A fine 2021 fa la one man band francese capitanata da Antoine Scholtès aveva debuttato con l’imponente “Monolith Of Light” (recensione qui) ed ora, a poco più di un anno di distanza, ecco il ritorno con l’evoluzione di quelle sonorità, con produzione e definizione del suono più organiche e meno scarne, meno lo-fi se vogliamo, sempre tuonante, sempre evocativa, ora però capace di offrire una resa pazzesca, anche in quei passaggi più furiosi che non nascondono le tastiere di contorno e quel massiccio groove di basso il quale emerge prepotente dal sottofondo dello spettro sonoro. (altro…)
(Shadow Kingdom Records) Gli Iron Void, come il titolo stesso dell’opera suggerisce, sono arrivati alla quarta uscita discografica. Una intro piuttosto lunga e, a dirla tutta, piuttosto slegata dal contesto del resto dell’album, fa da preambolo per una otto tracce che si rifanno al doom anni ’70, con richiamo ai Black Sabbath e alla scena inglese di quegli anni. (altro…)
(Napalm Records) Sempre e solo profonda oscurità dai meandri della Foresta Nera. Avvolge la mente il settimo album dei tedeschi Imperium Dekadenz, in un sublime equilibrio tra black meta più classico, di matrice nordica e divagazioni più ricercate, sempre atmosferiche, tetre, suggestive… senza mai che questi due filoni vengano chiaramente divisi, dando quindi vita ad una miscela imponente, una impronta molto personale nel concepire la musica estrema. (altro…)
(Autoprodotto) Gli americani Invertia sono sempre stati controcorrente, anche all’interno di un movimento quello del black metal, che è sempre stato di fatto controcorrente. Da circa dieci anni hanno sempre prodotto dischi di qualità indiscutibile, in cui i vari generi e sottogeneri del metal si sono mischiati per formare un unicum difficilmente catalogabile e ripetibile. (altro…)
(Lupus Lounge / Prophecy Productions) È sempre più violento il sound dei tedeschi Imha Tarikat… ma anche sempre più complesso, incisivo e ricercato. Un costante contrasto, come quello che emerge tra la violenza incalzante di “Radical Righteousness” e la ricercatezza melodica di “Touch of Mercy”. (altro…)
(Svart Records) Nuovo progetto, nuova entità… un duo che incrocia ambientazioni, metal, pop e pure qualche traccia folk… il tutto in un contesto atmosferico ed ambientale islandese, con addirittura il moniker che deriva da Ísafjörður, ovvero la città natale di entrambi i padri di questi artisti: Aðalbjörn Tryggvason (Sólstafir) e Ragnar Zolberg (ex-Pain of Salvation)! (altro…)
(Underground Symphony Records) Melodici, intelligenti, impegnati in un rock potente, schietto, sicuramente adulto, molto maturo, decisamente curato. Alle spalle una storia non proprio liscia: si inizia a fine anni ’90, con una tendenza più legata al power/prog… dando poi il via a innumerevoli cambi di line up e di evoluzioni sonore. (altro…)
(Atomic Fire Records) Secondo album per i tedeschi Induction, tre anni dopo l’omonimo debutto, ben accolto da critica e pubblico; purtroppo la pandemia ha impedito alla band teutonica di farsi conoscere dal vivo, ma allo stesso tempo ha permesso di poter catalizzare tutto questo tempo nella stesura di “Born From Fire”, con un risultato entusiasmante, tra riff rabbiosi ed incisivi, doppia cassa nel tipico stile power crucco, goliardia dal sapore glam e melodie nate per il sing along. (altro…)
(Soulseller Records) Nel panorama del black metal norvegese quanto del metal in generale in Europa, In The Woods… è stato un manipolo di coraggiosi musicisti. La band è stata capace di infondere al proprio black metal degli atteggiamenti rock di natura prog (altro…)
(Mighty Music) Giungono al terzo album i danesi I’ll Be Damned, formazione che in occasione del precedente “Road To Disorder” (recensione qui) ha saputo entusiasmarmi grazie alla capacità di spaziare tra vari stili musicali in maniera eclettica, il tutto condito con una buona dose di senso dell’umorismo. (altro…)
(Unorthodox Emanations) Gruppo Famoso inizialmente per aver condiviso lo studio con il batterista dei Suffocation, gli Inverted Matter si son saputi ritagliare un proprio spazio nel panorama musicale internazionale. (altro…)
(autoprodotto) Non ci sono parole in questo album. Solo emozioni. Forse i titoli dei brani, in qualche modo, fanno intuire… o forse solamente immaginare come certe sonorità così intense ed oscure possano essere riassunte con la sintesi offerta fa un titolo. (altro…)
(Metal Blade Records) Brutal death inglese. Questo troverete, niente di più, ma soprattutto niente di meno. Ma perché si dovrebbe scegliere questo gruppo rispetto ai mostri sacri del passato? (altro…)
(Punishment 18 Records) “Di Luce e d’Aria” rappresenta bene il thrash metal senza necessariamente caricarsi di elementi old style. Gli IN.SI.DIA incidono il primo demo nel 1991, si sciolgono sei anni dopo, si rimettono in moto in maniera stabile nel 2017 e tuttavia nel corso del tempo i (altro…)