LYRIEL – “Leverage”

(AFM/Audioglobe) Dopo qualche pubblicazione underground i tedeschi Lyriel sono stati notati dalla AFM, che prima ha ristampato il loro terzo disco “Paranoid Circus” e ora propone il quarto, “Leverage”. La band, lo dico con ironia, ha tutte le carte in regola per infastidire buona parte del pubblico dei puristi! (altro…)

Di |2012-03-03T07:50:04+01:0003 Marzo 2012|Categorie: ALBUM, L|Tag: |

LOST WORLD ORDER – “Parasites”

(GoodDamn Records) Costellazione thrash, la stella Lost World Order riprende a brillare per la terza volta, ma di luce riflessa. Non c’è molto di proprio in questo nuovo album. E’ un thrash dal taglio classico, che nell’iniziale “Before the Light” riporta alla mente un qualcosa degli Exodus e continuando in scaletta c’è l’anthraxiana “Shadows at the Graveyard” oppure le influenze Vio-Lence di “Coma. Non c’è solo il thrash della Bay Area in “Parasites”, (altro…)

Di |2012-02-21T07:27:38+01:0021 Febbraio 2012|Categorie: ALBUM, L|Tag: |

LOST SPHERE PROJECT – “Third Level To Internal Failure”

(Division records) Dalla placida e graziosa Svizzera arriva il nuovo EP dei grinders Lost Sphere Project, masterizzato da Sir James Plotkin (Khanate, Sunn O))), Pelican, ecc.). Nonostante sia un EP, “Third Level To Internal Failure” contiene 12 pezzi, ma insieme arrivano a 24′. Il grindcore dei Losts è contaminato dal brutal death metal e dal noiscore, non è ossessivo come stile e presenta delle variazioni, anche se il clima è quello di un macello. (altro…)

Di |2012-02-03T08:40:20+01:0003 Febbraio 2012|Categorie: ALBUM, L|Tag: |

LA STRANGE – “Queen of Disguise”

(All Out Of Music/Atomic Stuff) Angela Castellani canta nelle cover band e usa la voce per alcune produzioni dance, provando a passare anche dalle parti di Sanremo, nei vari eventi collaterali. Poi l’incontro con il produttore e polistrumentista James D. Bell e la lunga lavorazione a Londra, per realizzare “Queen of Disguise”. Album fatto di rock moderno, cristallino, cantato in inglese e con buone emotività (altro…)

Di |2012-01-23T08:10:28+01:0023 Gennaio 2012|Categorie: ALBUM, L|Tag: |

LILLIAN AXE – “XI – The Days before Tomorrow”

(AFM-Audioglobe) Undici album e una carriera lunga 18 anni (contando anche i sette di split) per i Lillian Axe di Steve Blaze, dalla Louisiana, che con questo disco presentano il nuovo singer Brian Jones. Ormai lontanissima dagli esordi glam, la band ha saputo rinnovarsi in questi ultimi anni andando molto incontro ai gusti del pubblico rockettaro d’oltreoceano; ma il nuovo disco appare riuscito a metà e a tratti molto pretenzioso. (altro…)

Di |2012-01-15T11:10:06+01:0015 Gennaio 2012|Categorie: ALBUM, L|Tag: |

LUNOCODE – “Celestial Harmonies”

(Spider Rock Prom.) Questo album è il primo per i Lunocode, ma alle spalle hanno un EP, cioè “Last Day of the Earth”. Lo stile dei perugini affonda parzialmente nel rock progressive degli anni ’70, oltre alle sonorita melodic metal moderne. Lo si evince da “The Origin of Matter and Mind”, un composizione di quasi 30′ e suddivisa in più parti. Una suite, proprio come facevano un tempo alcune divinità del rock. Rock complicato dunque? (altro…)

Di |2012-01-07T15:42:34+01:0005 Gennaio 2012|Categorie: ALBUM, L|Tag: |

LEGIONS OF CROWS – “Stab Me”

(Funeral Rain) Duo inglese che debutta con un album fatto di atmosfere gotiche, metal necrotico, dark polveroso e doom malinconico. L’apice creativo di Herod e Attila – il primo chitarrista e bassista, il secondo voce, tastiere e drum machine- offrono il loro zenith creativo attraverso “Provident Hymn/Malediction”. La prima parte è una intro, munita di corale e organo che fa molto elegia pastorale inglese, salvo poi cedere il passo al brano vero e proprio (altro…)

Di |2012-01-07T15:47:08+01:0005 Gennaio 2012|Categorie: ALBUM, L|Tag: |

LVCIFYRE – “The Calling Depths”

(Pulverised Records) Malefico e dannato debutto per gli inglesi Lvcifyre, band nata dall’impulso di T. Kaos degli Adorior, poi raggiunto e successivamente abbandonato dal collega T. Slutsodomizer. “The Calling Depths” è stato registrato in Polonia, ottenendo una sound molto cupo e tenebroso. I brani puzzano di catacombe, la voce di (altro…)

Di |2014-02-01T18:59:02+01:0028 Dicembre 2011|Categorie: ALBUM, L|Tag: |

LOPEZ, LANCE – ” Handmade Music”

(Sony/MIG) Lance Lopez è nato in Louisiana ed è poi cresciuto attraverso diversi stati del sud, a 14 anni era già un chitarrista professionista, esibendosi con Lucky Peterson, Johnnie Taylor, Buddy Miles e tanti altri. Il primo album “First Things First” è del 1998 ne sono poi seguiti altri. “Handmade Music” nasce attraverso le mani esperte di Jim Gaines, produttore per Santana (“Supernatural”), Steve Miller Band, Steve Ray Vaughan e il suo contributo nei suoni è nettamente udibile. Il merito del tutto però spetta alle abili mani di Lopez (oltre al bassista Chris Gipson e al batterista Jimmy Dereta), un chitarrista blues dall’energico tocco rock. Il primo pezzo, “Come Back Home” ricorda la carica di Steve Ray Vaughan e “Hard Time” ha un riffing portante di matrice zeppeliana. Più di “Let Go” è “Dream Away” ad avere pathos e un feeling trascinante e southern. Non mancano le sane e robuste raffiche blues, “Your Love”, “Black Cat Moan” (una cover di Don Nix) e “Travelling Riverside Blues” (ovviamente di Robert Johnson). Trai i brani ricchi di fascino si cita doverosamente anche la strumentale “Vaya Con Dios”. I pezzi di Lopez più inclini al rock, sono “Letters” e “Get Out and Walk”. Attenzione però, esiste una versione limitata dell’album, nella quale compaiono due ottime bonus track, in particolare lo slow blues di “Lowdown Ways”. Agli orfani di Steve Ray Vaughan, ai malinconici del blues di classe, a coloro che amano le radici del rock, ecco a chi guarda la travolgente Stratocaster del magnifico Lance Lopez.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10

Di |2011-12-19T08:34:07+01:0019 Dicembre 2011|Categorie: ALBUM, L|Tag: |

LIKE MOTHS TO FLAMES – “When We Don’t Exist”

(Rise Rec./Nuclear Blast) Questa band nasce negli USA e trova la distribuzione in Europa grazie alla Nuclear Blast. Cosa l’etichetta tedesca ci abbia visto in questa band non è dato sapere. I Like Moths To Flames sono il classico dei più classici gruppi metalcore, ovvero pezzi pregni di breakdown (tantissimi e tutti simili), ripartenze con il riffing serrato e poderoso, la batteria che sembra una terza chitarra per tutte le variazioni che suona e un cantante che urla a dismisura, per poi concedere qualche ritornello melodico e con voce normale. Nulla di più di quanto elencato prima. Non bastano dei suoni massivi a fare un buon pezzo di metal estremo e neppure una buona produzione. Non basta spezzare continuamente i pezzi con breakdown e solo perché ci devono essere. Non basta inserire il solito ritornello con la voce clean, quando per due minuti si urla come un diavolo. Il fatto è che i Likes suonano anche abbastanza bene, ma non c’è un elemento distintivo, un qualcosa di proprio, qualcosa che rompa questo schema ossessivo e alla lunga noioso. “My Own Grave” è il brano che lascia il segno, il resto è solo per chi ascolta questo genere.

(Alberto Vitale) Voto: 5/10

Di |2011-12-04T00:01:15+01:0004 Dicembre 2011|Categorie: ALBUM, L|Tag: |

LORD VOLTURE – “Never cry Wolf”

(Rock’n’Growl) Sono simpatici, gli olandesi Lord Volture: hanno una immagine molto curata non esente da quel minimo di ironia indispensabile in contesti true/heavy metal. “Never cry Wolf” è il loro secondo album e succede a “Beast of Thunder”, dell’anno scorso; la band dichiara di suonare puro US metal ma personalmente sento nel sound diverse influenze di chiara matrice centroeuropea. I nostri sparano subito la titletrack: metallo classico molto onesto e arrembante, ma il brano è inutilmente lungo e questo sarà il problema di tutto il disco, i cui pezzi superano spesso i sei minuti senza che la loro natura giustifichi questa perdita di immediatezza. “Wendigo” funziona molto meglio appunto perché si mantiene sui quattro minuti e non ha momenti morti. Ben riuscita anche la più serrata e thrasheggiante “Korgon’s Descent”, anche se c’è sempre quel fraseggio in più che affatica il brano; a tratti dissonante “Necro Nation”, mentre alla fine il disco si risolleva un po’ con il toccante episodio acustico “Brother” e con la cavalcata conclusiva “The Wolf at your Door”. Un disco che poteva sfondare, ma forse i Lord Volture hanno solo bisogno di maturare un altro po’.

(Renato de Filippis) Voto: 6,5/10

Di |2011-11-10T11:26:52+01:0010 Novembre 2011|Categorie: ALBUM, L|Tag: |

LONELY KAMEL – “Dust Devil”

(Napalm Records) La band norvegese Lonely Kamel nel giro di pochi anni (2008-2011) ha realizzato tre album, nel mentre ha svolto tour in Francia, Germania, Olanda e Svizzera. “Dust Devil” sprigiona uno stoner d’impatto, robusto e con (altro…)

Di |2018-04-15T18:56:28+02:0001 Novembre 2011|Categorie: ALBUM, L|Tag: |

LOST DREAMS – “Blinded by Rage”

(Twilight) I Lost Dreams oltre ai sogni hanno perso anche la personalità. Non si vuol fare della facile ironia, ma la band austriaca si dimostra, di nuovo, saldamente ubriaca di In Flames e Dark Tranquillity. Il calderone ha debordato, come spesso accade nei dodici mesi dell’anno e questa volta a colare giù sono stati i Lost Dreams. Quinto album per Stefan Traunig, voce, Herbert Sopracolle, chitarra, Andreas Maierhofer, chitarra, Dominik Hormann , basso, e Rafael Peychär, batteria. Come sempre il loro melodic death metal è molto heavy e con dosi di groove ben suonato, questo gli va riconosciuto. Tuttavia nello scorrere i pezzi di “Blinded by Rage” un senso di prevedibilità serpeggia dopo poche canzoni. “Secrets”, “Living in the Mass”, “Black Rain” sono dei pezzi trascinanti, come del resto anche “The Painted Man” o forse come il 90% della tracklist, ma l’elemento sul quale però non si può prescindere è la clonazione delle note di Göteborg che sovrasta tutto quanto. “Blinded by Rage” è un buon lavoro e piacerà a chi è innamorato di quel tipico sound. Chi invece è sazio di quelle sonorità sposti pure le proprie orecchie altrove.

(Alberto Vitale) Voto: 6/10

Di |2011-10-28T17:47:42+02:0028 Ottobre 2011|Categorie: ALBUM, L|Tag: |

LYDIA’S GEMSTONE – “The New Melancholy”

(Twilight Zone Records) Ascoltando il debutto di questa band austriaca, la prima cosa che giunge alla mente, a voler fare un paragone per descriverne i contenuti, sono stati i The Sisters of Mercy. Il sound dei Lydia’s Gemstone è intriso di dark-gothic, con ampie concessioni verso (altro…)

Di |2015-04-09T01:43:12+02:0010 Ottobre 2011|Categorie: ALBUM, L|Tag: |

LUCKY THIR 13N – “March of the Young”

(Lucky Thir 13n) Spensierati, giovani, modern hard rockers e greci. Si, i Lucky Thir 13n vengono da Tessalonica e in Grecia hanno già un considerevole seguito. I quattro hanno anche fatto da spalla ai Crashdiet a Tessalonica e ai W.A.S.P. ad Atene. Intanto esce questo debutto, dopo un lusinghiero EP di cinque pezzi che ha fatto parlare di se. “March of the Young” è un lavoro di rock mainstream, con suoni lucidi e canzoni orecchiabili; tuttavia gli undici pezzi non sono tutti scontati e delle canzoni interessanti sono “Say Goodbye”, infarcita al punto giusto di elettronica e con ghost track al seguito, la tanto street rock “Feels Like Coming Home” e non manca il brano punkeggiante alla Ramones ,“Yeah, I Want It”. Il massimo è però raggiunto in “R’n’R”, brano suonato con Vivian & Dj Spac e dall’iniziale “Alibi”, con relativo intro di stampo elegiaco-new wave. “Rivers Run Dry” tenta di mostrare ulteriori influenze con parti metalcore, ma senza incidere, mentre  “Another Memory” ha un ritornello in stile U2 americanizzati. Questi sono i momenti considerevoli di “March of the Young”, c’è qualche caduta ed espisodio scontato, come “Operation Overload” nel quale potrebbero essere chiunque e nessuno! La musica e i testi sono quasi totalmente di Elias Elias, cantante e chitarrista ritmico, ma il resto del gruppo lo segue in modo preciso. I Lucky Thir 13n non sono la next big thing, ma tutto sommato realizzano un buon debutto.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10

Di |2011-10-04T17:37:51+02:0004 Ottobre 2011|Categorie: ALBUM, L|Tag: |

LEVIATHAN – “Beyond the Gates of Imagination – Part1”

(Bret Hard Records) I Leviathan, nome per nulla originale, sono una band tedesca nata da pochissimo tempo. Nel 2010 hanno realizzato un EP autoprodotto e in questo 2011 la connazionale Twilight pubblica il loro debutto, con il mastering a cura di Waldemar Sorychta. I ragazzi della Westfalia si esibiscono in un placido e melodico death metal fortemente progressivo, ma non eccessivamente complicato nei toni in quanto è giocato soprattutto sulle melodie e il loro susseguirsi, le atmosfere e le fasi smaccatamente heavy metal. I brani più tipicamente progressive sono “The Scourge We Wield” e “Sway Of The Stars”, una mini-suite di 9’; loro però amano passare da fasi veloci e agguerrite a soluzioni che strizzano l’occhio all’epic metal, come accade nella seconda parte dell’assolo di “Where Light and Death Unite”, brano comunque dalla velocità infinita, o anche a melodie medievaleggianti e folk, come in “Servants Of The Nonexistent” e “About Fangs And Feathers”. I Leviathan riescono a tessere riff dall’ampio respiro, sorretti da influenze epic-cassic metal e inevitabilmente dalla tradizione progressive metal più recente. Avrebbero potuto sbagliare questa prima vera prova, ma i Leviathan, senza voler strafare, si sono dimostrati all’altezza.  Adesso non resta che attendere la parte 2 di questa storia!

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10

Di |2011-09-28T19:06:05+02:0028 Settembre 2011|Categorie: ALBUM, L|Tag: |

LIVARKAHIL – “Signs of Decay”

(Listenable Records) I parigini Livarkahil realizzano il secondo album in studio
dopo una prima release  nata grazie a
sforzi autonomi. “Signs of Decay” esce sotto l’occhio attento della
connazionale Listenable Records, a testimonianza di quanto sia accresciuta la
considerazione verso la band. I Livarkahil hanno concepito questo album
pensando al potere autocratico delle religioni, un argomento non di nuovo ma
spesso affrontato nel death metal. Un attacco furioso, un’agguerrita denuncia
verso le imposizioni religiose, il tutto raccontato attraverso un death metal
fulminante, spesso contaminato da echi di metalcore e thrash moderno. “Signs of
Decay” è una furia acerba a tratti abbattuta da mid-tempos che donano momenti di
sicura presa all’interno delle undici canzoni. Il tutto diventa un insieme di
velocità e ritmi cadenzati i quali sviluppano delle melodie che in più
occasioni hanno un tono epico. Un “Made in France” agguerrito e interessante
grazie a idee attuali e prodotto presso l’Hertz Studio (tanto caro a Behemoth,
Decapitated e Vader).

(Alberto Vitale) Voto: 7/10

Di |2011-09-02T21:01:57+02:0002 Settembre 2011|Categorie: ALBUM, L|Tag: |
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