(MFSAM Records / Monk Records) Solo due brani, però sono decisamente granitici, immensamente pesanti e dannatamente lunghi, tanto che, messi assieme dentro questo quarto album, superano la mezz’ora di suoni laceranti, taglienti, decadenti. Si parte dal doom, c’è l’acidità dello sludge, esplode la melodia, ci sono stimoli mentali i quali, togliendo dall’equazione la voce, lasciano che siano chitarra, basso e batteria (ed archi!) a dipingere quella tela eterea, fatta di pennellate violente, di ombre invitanti, di oscurità minacciose, di costruzioni sognanti e maledettamente melodiche. (altro…)