PHRENELITH – “Chimaera”
(Nuclear Winter Records) Finalmente un po’ di death marcio, quello dei seminali Nihilist e derivati, quello che ti trasmette inquietudine già solo per come è registrato e messo su nastro. (altro…)
(Nuclear Winter Records) Finalmente un po’ di death marcio, quello dei seminali Nihilist e derivati, quello che ti trasmette inquietudine già solo per come è registrato e messo su nastro. (altro…)
(Svart Records) Dopo una dozzina di ascolti, non sono ancora certo di aver completamente capito questi finlandesi, ma la cosa certa è che con questi dodici brani, la loro musica senza confini si rivela ipnotica, catartica e semplicemente irresistibile. (altro…)
(Xenokorp Kvlt Series) L’etichetta Xenokorp dopo pubblicazione dell’ultimo album dei Putrid Offal “Sicknesses Obsessions” nel 2020 e precedentemente dell’EP “Anatomy”, e il “Live at Hellfest 2017” della death-grindcore band francese, attraverso la propria divisione (altro…)
(Argonauta Records) Argonauta Records e stone/doom… leggasi: ‘accoppiata vincente’. Gli italianissimi Pachiderma confezionano un prodotto d’esordio che trasuda maturità e completezza espressiva. (altro…)
(Autoproduzione) Sembra quasi incredibile che i danesi Psy:Code continuino a produrre dischi (questo è il loro quinto!) senza avere un costante rapporto con una etichetta. Sono passati per la Mighty, poi Pavement, Elevation… ma questo nuovo potente lavoro esce in forma indipendente. (altro…)
(Peaceville Records ) Boxset monumentale dei mitici Paradise Lost! Ben sei CD ed un DVD i quali racchiudono le origini, la genesi, i primi anni della band, con demo, materiale live, album rimasterizzati… e un favoloso libro di 92 pagine, il tutto per celebrare i 30 anni del leggendario “Gothic”, uscito nel marzo del 1991 sempre via Peaceville Records. (altro…)
(Comatose Music) La premiata macchina di morte Comatose Music presenta una nuova e sanguinolenta realtà del brutal death metal. Il duo indonesiano Perveration si lancia in contorsioni nervose e brutali serrate e deviate. Il polistrumentista Sahrul Ramadhan (altro…)
(Nuclear Blast Records) Giungono all’undicesimo album gli statunitensi Pathology; un ottimo traguardo, se teniamo conto che la band esiste soltanto dal 2006. Oltre alla notevole prolificità, un’altra caratteristica della formazione proveniente da San Diego è l’impressionante numero di cambi di line up, cosa che comunque non ha inficiato la qualità e la coerenza della proposta musicale da parte di Dave Astor, batterista ed unico membro originale del combo. (altro…)
(Iron Bonehead / Knekelput Recordings) Secondo me ultimamente c’è parecchia confusione in merito al rapporto tra death e black. (altro…)
(Edged Circle) Dopo un EP di non molti mesi fa, ecco il primo disco sulla lunga distanza di questi norvegesi, che si sono messi in testa, a mio avviso, di stilare una sorta di compendio del metal estremo norvegese. (altro…)
(InsideOut Music) E anche per i mitici PFM arriva il traguardo, non da tutti, dei venti album in studio. Non deve mica essere facile, visto che il tutto è stato fatto in poco meno di quaranta anni di onoratissima carriera. Similmente per quanto fatto con il lavoro precedente, anche qui ci sono due cd, uno con la versione italiana delle tracce, l’altro con la versione ‘internazionale’, in inglese. (altro…)
(AFM Records) Sono passati ben trentuno anni da “Heresy”, primo capitolo dedicato alla crociata avviata contro i Catari, ritenuti degli eretici dalla Chiesa Cattolica. (altro…)
(Emanzipation Productions) Una band che nell’underground ha sempre mantenuto la testa alta, facendosi conosce in giro anno dopo anno. Sette album in studio, militanze eccellenti che poi hanno lasciato, come Bo Summer degli Illdisposed. “Soul Collector” è il quarto album, pubblicato dalla band nel 2000 per Mighty Music. La (altro…)
(Antiq) Debuttano i francesi Paydretz, provenienti dall’Ovest del paese., un trio è composto da membri di altre band della scena black d’oltralpe: Geoffroy (Wÿntër Ärvń, Skyforger, Batards du Nord, Cruachan), impegnato in composizione, testi, voci, cori e cornamusa, Sven Avel Viz (Tan Kozh, Avel, Himinbjorg, Belenos) a chitarre e batteria, ed infine Michel de Malvoisin (Véhémence, Hanternoz, Grylle) alle altre chitarre. (altro…)
(Long Branch Records / SPV) Quarto album e nuovo aggiornamento della line up per la band di Sal Abruscato (ex Type O Negative)! Rimangono i chitarristi Joe Taylor (ex Doro, ex Lita Ford) e Eddie Heedles, già presenti nel precedente “When The World Becomes Undone” (recensione qui), ma cambia la sessione ritmica: se ne va Johnny Kelly, che nel precedente album ‘chiudeva’ un ritorno ai Type O Negative (fu il sostituto di Sal in quella band) a favore di Chris Hamilton, mentre al basso subentra Oddie McLaughlin. (altro…)
(Seance Records) Formatisi nel 2003, dopo un periodo produttivo che ha visto la pubblicazione di cinque dischi in meno di dieci anni, l’ultimo dei quali “Ephemeral” (recensione qui) uscito nel 2015, gli australiani Pestilential Shadows sembravano scomparsi, relegati in un oblio di silenzio, ma ora eccoli riemergere, dopo ben sette anni, fieri e letali, con questo nuovo imponente lavoro. (altro…)
(Petrichor) La fiera e spaccona esuberanza del crossover tra thrash e hardcore rinvigorita in questo album di debutto dei Perfect World. La band di Brooklyn sfodera suoni possenti spalleggiati da ritmiche (altro…)
(Indie Recordings) Duo norvegese che cambia line up rispetto al precedente “Forget The Past, Let’s Worry About The Future” (qui e qui). Resta lo stupefacente vocalist, e mastermind, Petter Carlsen, ma alle pelli entra in gioco Gøran Johansen, iniettando nuova energia in questo progetto che prende metal, rock e punk e li trascina senza rispetto in qualsivoglia direzione alternativa, moderna, intricata, molto sfuggente ed intelligentemente inclassificabile. (altro…)
(Iron Bonehead Productions) I bielorussi Pa Vesh En (o dovrei usare il singolare?) continuano la loro discesa verso territori abbastanza inesplorati del black più cacofonico, sperando di trovarvi un briciolo di struttura in modo tale da poter continuare a chiamare questo agglomerato sonoro ‘musica’. (altro…)
(WormHoleDeath) Amanti del power fantasy metal, questo disco è per voi! “Acta Est Fabula”, il quarto full-length dei madrilegni Phoenix rising, è esattamente il tipo di album contro il quale, di solito, si scagliano quelli che devono bistrattare il power per partito preso. (altro…)
(Inverse Records) Nuova entità dalla prolifica Finlandia, una band capitanata dalla potente Jenna Kosunen, qui impegnata con voce, basso e pure tastiere. Con lei l’intenso ed energetico chitarrista Elias Ruuska ed il batterista Konsta Ruuska, per dare vita ad un rock progressivo moderno, farcito da sonorità pesanti legate al metal, tutte tendenze che convergono in questo debutto, in questa prima incarnazione, simbolicamente (e modernamente) intitolata “1.0”. (altro…)
(Art Of Melody Music / Burning Minds Music Group) Il compositore e polistrumentista Dario Grillo (Violent Sun) torna all’attacco con il terzo album del suo progetto Platens, il seguito dei due dischi usciti nel 2004 e nel 2014. (altro…)
(Steamhammer / SPV) In questo periodo di noia mortale dovuta all’assenza dei concerti, una bestia da palcoscenico come Axel Rudi Pell (e compagni), semplicemente si rifiuta di fare un nuovo disco, visto che l’ultimo “Sign Of The Times” (recensione qui) non è ancora stato portato in tour. (altro…)
(Nuclear Blast Records) Il 5 novembre 2020, quando i concerti non erano ancora nemmeno una remota ipotesi, i Paradise Lost, come tante altre band, hanno suonato un ‘live’, un concerto di quella tipologia frequente in questo nefasto periodo, un gig in una venue particolare o simbolica (il The Mill Nightclub, vicino a casa loro nello Yorkshire in Inghilterra)… senza pubblico… in live streaming… a pagamento… ovvero tutti gli elementi che sono la negazione stessa della musica dal vivo, anche se -in mancanza d’altro- questo è stato un modo per mostrare ai fans la band in esibizione, la band che va oltre la cura dello studio mettendo assieme in maniera spontanea e carnale una manciata di brani provenienti dall’intera carriera. (altro…)
(Cruz del Sur Music) Quando uscì “Bury the Light”, nel 2012, sembrava che per i Pharaoh si stesse aprendo un periodo di intensa attività (come annunciava anche l’intervista che ebbi all’epoca con il singer Tim Aymar ); e invece, per avere un successore a quel disco, abbiamo dovuto aspettare nove anni… almeno (altro…)
(Debemur Morti Productions) Un’opera marcescente e totalmente infognata nel doom quanto nel death metal più oscuro e inquietante. Un cerimoniale di tre pezzi ben registrati e con distorsioni ruggenti, il cantato che è un growl sepolcrale e le atmosfere (altro…)
(Pelagic Records) “Alter” è l’andare oltre il tempo, superando la chimica reattiva tra l’arte dei due autori che lo hanno creato. Karin Park è una musicista svedese stabilitasi da qualche anno in Norvegia. Brian Williams detto Lustmord è tra i massimi esponenti del genere ambient, sia esso dark, drone e così via. La Park (altro…)
(Nuclear War Now! Productions) Black metal? Dopotutto un metal estremo, roba uscita da cantine maleodoranti nelle quali bands improvvisate si riunivano con strumentazione fatiscente, apparentemente sognando la gloria, in verità esprimendo la necessaria ribellione giovanile. (altro…)
(The Players Club) Negli ultimi mesi, forse da un anno almeno, ogni album solista di un chitarrista affrontato da chi scrive queste righe si è sempre rivelato un ascolto avvincente. Nel caso di Paul Gilbert come non confermare quanto affermato? Lui, ex Mr. Big e tra le sei corde più celebrate nel pianeta hard rock e non solo, non affatto al primo album solista e questo infatti (altro…)
(Autoproduzione) Il debutto discografico dei tedeschi Paradox Community è la dimostrazione che a volte la passione e la dedizione valgono più di qualsiasi innovazione. Le influenze dichiarate infatti sono: Pantera per quanto riguarda il groove, Megadeth per quanto riguarda il riffing ed Iron Maiden per le melodie e le armonizzazioni. (altro…)
(WTF Records) Animalisti convinti, vegetariani, ecologisti e poi tanta denuncia perché quando si è nell’hardcore punk è così, di base. I francesi Primal Age sono una realtà hardcore/metal sin dagli anni ’90, abbracciando una filosofia pura che hanno sempre espresso attraverso le loro pubblicazioni e soprattutto i tanti concerti. Accasatisi con l’olandese WTF, i Primal Age sfornano un (altro…)
(No Remorse Records) “Finding Solace”, l’esordio dei greci Paladine, è stato forse per chi scrive il miglior disco power del 2017: fu incredibile, per me, scoprire che ancora in questi anni esistevano band dedite al ‘power fantasy’, e peraltro a cantare specificamente la saga di Dragonlance. “Entering the Abyss”, che si (altro…)
(Satanath Records / Onism Productions) Album d’esordio per la black metal band tedesca proveniente dalla zona est del paese, il Brandeburgo. Un esordio notevole da parte dei Phreneticum per come suonano il genere che fonde scenari atmospheric, spesso sostenuti da blast beat dalle sonorità cotiche e (altro…)
(Nuclear Blast Records) L’eco di “Metal Commando” (recensione qui) è ancora nell’aria, ma i Primal Fear hanno evidentemente la necessità di mantenere attenti i fan nel perdurare della pandemia: (altro…)
(Satanath Records / Obscure Abhorrence Productions) Quinta eresia per la one man black metal band svizzera Pure, progetto di Bornyhake (all’anagrafe Sergio Da Silva), la mente che sta dietro anche -tra gli altri- a Borgne, Enoid e My Death Belongs to You, oltre ad essere membro dei norvegesi Manii. (altro…)