(autoproduzione) Quando “Coldgrinder” scoperchia l’abisso dal quale “RS-28” proviene, si comprende immediatamente che i Sarmat sono una band polacca. I quattro sono infatti una nuova espressione del blackened death metal di quella nazione la quale, non c’è che dire, ha sempre qualcosa da esprimere. Le (altro…)
(Pitch Black Records) Il secondo album dei norvegesi Sinsid ha decisamente gli stessi pregi e gli stessi difetti del debut “Mission From Hell” (recensione qui): heavy/power metal grezzo, spesso scontato, sempre sincero, cantato con poca tecnica ma con passione dall’ex wrestler Terje Singh Sidhu. (altro…)
(Pride & Joy Music) “My Shelter” è l’esordio del progetto solista del francese Jean Michel Volz, in forza agli a me sconosciuti A Taste of Freedom; stando alla nota stampa, il nostro ha contattato come guest singer Pasi Humppi dei mitologici (altro…)
(Subsound Records) È un progetto strano Supervøid, appena giunto al debutto ma composto da artisti affermati, esperti; tre musicisti italiani, ovvero il nucleo centrale (Eraldo Bernocchi, Xabier Iriondo e Jacopo Pierazzuoli) con una violoncellista inglese (Jo Quail)… scelta al posto di qualsivoglia vocalist, per esplorare un idea totalmente strumentale, ambient, avant-garde, capace di inglobare con disinibito libertinaggio un vasto range di generi musicali, passando per il doom il drone, il noise, il prog, il jazz, il blues, il tutto in un contesto di teatralità superlativo. (altro…)
(Subsound Records) Ipnotico. Oscuro. Ossessivo. Il progetto solista di Valerio Marras (Thank U For Smoking, Charun) è una specie di viaggio attraverso il cosmo, dentro le sue luci, le sue tenebre, il suo gelo, il suo silenzio… il suo fragore, un sentiero che divaga nello spazio e nel tempo grazie sonorità ambient, massicciamente drone, un susseguirsi di frequenze che vibrano con impeto, provocazione, in uno stato di trance, di psicosi, uno stato catatonico cosciente e schizoide. (altro…)
(Time Tombs Production) Primo album per questa band francese che dedica le tematiche del proprio album alla fantascienza. Di fatto l’album è un concept che si ispira alla tetralogia di romanzi “I Canrti di Hyperion” di Dan Simmons. Sono temati che ben si sposano con il genere proposto dalla band che è si black metal ma dai connotati melodic, epic e (altro…)
(Season Of Mist) ‘Il morso di Cristo’ pone in copertina una rielaborazione del catastrofico incendio che ha colpito la cattedrale di Notre Dame a Parigi il 15 aprile del 2019. L’evento diviene un simbolo per questo album scritto dal cantante Saint Vincent. Tematicamente parlando “La Morsure du Christ” dichiara che il mondo si sta allontanando (altro…)
(autoprodotto) Appartengono all’underground, sono norvegesi e dicono di suonare post-hardcore. Ma, diavolo, questo loro terzo album, a sei anni dal precedente, è fortunatamente solo del maledetto rock’n’roll spinto al limite, farcito di punk moderno e capace di abbracciare tutta la rabbia dell’hardcore! (altro…)
(Satanath Records / Fog Foundation) Altra entità oscura che tuona dalla fiorente Russia! I Sterbefall, infatti, nonostante i titoli ed i testi in tedesco sono una band proveniente dalla Russia centrale, composta da musicisti nativi i quali, con questo progetto, sono cresciuti sempre più, sempre più concretamente dall’anno di fondazione, il 2012, epoca nella quale sono partiti dall’underground dell’autoproduzione per poi arrivare a questo al quarto full length, con in curriculum anche in disco acustico. “Verlorene Zeit” (‘Tempo perso’, ndt), è un black metal ricco di melodia, di drammaticità, mai estremo ma comunque sempre molto oscuro. Musica ricercata, profonda, pregna di disperazione, suggestiva, avvolgente… oscuramente seducente. “Kvlt” colpisce con riff tanto melodici quanto incisivi. “Einsamkeit” offre una melodia pungente ma anche una tendenza apocalittica, un percorso musicale brillante con una devozione verso teorie senza speranza. Introspettiva ma anche violenta“Stirb Nicht”, apocalisse con sentore deliziosamente gotico su “Negativ”. Emerge un dark heavy rock su “Abschiedsbrief”, ricercatezza negli arrangiamenti su “Verlorene Zeit”, tecnica, imprevedibile, melodica e pesante “Verbogene Grass”, prima della lasciva direzione heavy della conclusiva “Augenblick”, pezzo che mescola con genialità dark rock, goth rock e metal estremo. Si fanno notare gli Sterbefall! Ormai lontanissimi dalla vasta cerchia della band alle prime esperienze, con “Verlorene Zeit” rivelano la loro intensa capacità emozionale, regalando un disco ottimamente strutturato, mai prevedibile, godibile, sempre coinvolgente ed eccitante, in delicato equilibrio tra metal estremo e un rock meravigliosamente gotico.
(Metal Hell Records) Un wall of sound gigantesco per gli australiani Stormtide, che nel loro secondo full-length ci offrono un turbine di power/folk/death metal, quello che io (ma ormai sono fra i pochissimi) chiamano battle metal. L’epica titletrack è una tempesta di tastiere e suoni stentorei, ma colpisce la povertà produttiva: (altro…)
(Svart Records) I The Flaming Sideburns sono una band di sincero rock formatasi in Finlandia oltre un paio di decenni fa che nel tempo hanno sfornato tre album, suonato un po’ ovunque attorno al globo, con vari cambi di line up e le solite storie rock di ogni band band; il loro debutto “Hallelujah Rock’n’Rollah” è diventato una pietra miliare del garage rock, ma era dal 2007 che se ne stavano in silenzio a livello discografico. (altro…)
(Satanath Records / Pest Records) Folk death metal, molto più death che folk, per il nuovo album dei danesi Sylvatica, lavoro che finalmente regala un seguito al debutto “Evil Seeds” uscito ormai molto tempo fa, nel 2014 (recensione qui). (altro…)
(Dark Essence Records) C’è un sottile velo che separa la magia dal culto, stregoneria da religione, qualcosa di invisibile, qualcosa che viene alimentato dal credere, dal voler raggiungere uno stato mentale superiore. Si tratta di forme spirituali concepite per voler realizzare determinati obiettivi, per raggiungere una pace interiore, per trarre forza, per il benessere. (altro…)
(autoproduzione) Michael Schulze, batterista di Berlino, si lancia in questo progetto death metal componendo il materiale del suddetto EP. Prenderà poi una forma definitiva grazie a un reclutamento da parte di Schulze di due musicisti attraverso la piattaforma (altro…)
(Satanath Records / Negre PlanY) Raffaele Galasso è il musicista che gestrisce le sorti di Gardenjia e Nightcrush ma si avventura nuovamente in solitudine in questo mondo chiamato Shamael. Compone, suona (altro…)
(WormHoleDeath Records) Sono tre i piani che concretamente definiscono le strutture di “Schysma”. La maestosa voce di Eliana Sanna, le tastiere di Martina Bellini e l’impianto strettamente metal creato da chitarre e sezione ritmica. Quest’ultimo piano è cementificato (altro…)
(Eisenwald)Come dimostrato con i precedenti lavori in studio, ad esempio il penultimo “Jærtegn” (recensione qui), i danesi Solbrud forgiano black metal d’assalto, una tormenta sonora brutale, veloce, tagliente ma anche deliziosamente atmosferica. (altro…)
(Punishment18 Records) Nati nel 2000 dalle ceneri dei Rapid Fire gli Slabber incidono il loro secondo album dopo “Colostrum” del 2017. Lo fanno con la volontà di creare un lavoro che possa suonare diretto e sempre direzionato ai loro canoni dell’heavy metal. Alessandro Bottin ha una vocalità con punte vicine a quelle di (altro…)
(Dissonance Productions) Ci sono formazioni della prima metà degli anni ’80 che sono note per un solo disco, o magari per un solo demo; i Satan’s Empire, fino a pochi anni fa, lo erano per un unico brano, “Soldiers of War”, incluso in una seminale compilation della Neat Records. Con singer e (altro…)
(Avantgarde Music)La one man band americana con un moniker che si ispira alla famigerata foresta dei suicidi in Giappone (Aokigahara) giunge al secondo lavoro intensificando quella disperata violenza depressiva che ne caratterizza il sound. Un depressive black che non si concentra su ritmi lenti e penetranti, preferendo riff laceranti, veloci, taglienti come lame di rasoio. (altro…)
(No Remorse Records) Ottimo esordio, brevissimo ma imponente, per i tedeschi “Servants to the Tide”, che praticamente dal nulla (al momento non sono neanche sui Metal Archives!) hanno attirato l’attenzione della No Remorse Records. Solo cinque brani (ma sempre mediamente lunghi) e una intro compongono il debut autotitolato. (altro…)
(Steamhammer / SPV) Non si ferma Susan Kay Quatro, meglio nota come Suzi Quatro, la rocker americana con origini italiane ed ungheresi. Non si ferma questa rocker famosa a cavallo tra gli anni ’70 ed ’80 nonostante questo album sia il suo diciasettesimo lavoro… pubblicato alla rispettabile età di 71 anni! (altro…)
(Purity Through Fire) Il terzo album dei tedeschi Sarkrista è veramente un giuramento di profonda eresia, con quei mid tempo incalzanti, quel sound tanto glaciale quanto caldo e possente costantemente in grado di generare un groove incalzante sferzato da una energia sonora travolgente. “Sworn to Profound Heresy” è sangue maligno che fuoriesce da innumerevoli ferite, un’agonia sacrificale che mira esclusivamente ad un innalzamento spirituale nel nome del demonio. (altro…)
(Century Media Records) Sarà anche un altro album death metal, ci sarà anche un altra bella dose di argomenti putrefatti, di sbudellamenti e perversione al limite della sanità mentale… cosa sicuramente non nuova, ma questi devastati americani al debutto sono una bomba! (altro…)
(High Roller Records) Dopo un lunghissimo silenzio discografico, durato qualcosa come 22 (!) anni, tornano in pista gli Scald russi, che all’inizio degli anni ’90 si fecero notare nell’underground con il loro epic/doom mistico e antico, ma si sciolsero dopo la morte del loro leader Agyl. (altro…)
(Fighter Records) Latori di un heavy metal rock che sa di Spagna lontano un miglio, gli Slowburn confezionano un debut onesto, che non vuole cambiare il mondo: brani diretti sempre (altro…)
(BMG) Quando due pezzi grossi si mettono d’accordo per fare qualcosa assieme, vale sempre la pena fermarsi un momento e pensare alla vasta esperienza di questi personaggi, gente che -indubbiamente- sa comporre musica, artisti che il loro mestiere lo sanno fare molto bene. (altro…)
(Silver Lining Music / Militia Guard) Esistono band, soprattutto le più longeve, che spesso si sono confrontate con le cover e per loro arriva il momento di pubblicare un EP o addirittura un album di cover. Tocca (altro…)
(Personal Records) Trenta minuti di tenebroso e misterioso doom-death metal. Sono cileni i Sporae Autem Yuggoth e in soli quattro pezzi, per trenta minuti totali, sovvertono le regole e impostano un proprio suonare vibrante quanto marcescente. L’opener “The Malignant Observer” esordisce (altro…)
(Flick Records) In dieci anni gli svedesi Sister si sono fatti sempre notare per essere una band intensa e travolgente, sia su disco che sul palco. Il quarto disco è ancora una volta un concentrato esplosivo farcito di badilate del loro hard rock decisamente influenzato dal metal, dal punk e, a tratti, anche dal, thrash. Canzoni sempre capaci di hook memorabili ma anche di una certa intensa dose di violenza, tutt’altro che appartenente a generi più lascivi quali il suddetto hard rock o lo sleaze più noto. La loro grinta è molto street, molto sporca ed arrabbiata, anche se sempre provocante ed affascinante… una grinta che materializza un bellissimo equilibrio tra canzoni orecchiabili, potenzialmente commerciali e una furia metal appartenente ad altri tempi. “Bring Out the Dead” parte subito senza ritegno, con un riff incalzante ed il vocalist completamente scatenato. La title track, inneggiante alla vendetta contro chi comanda, è pura dannazione, pura furia… ma il ritornello è una bomba che merita un’arena stracolma. “Spitfire” è diretta, nervosa, schietta e poco educata, eccitante e coinvolgente “Scream for Pleasure”, pezzo ricco di senso horror (non posso non pensare agli italiani Superhorror), di melodia e con un altro refrain leggendario. Headbanging senza ritegno con la cadenzata e pulsante “Psycho Thrilling”, “Primal Rage” spacca di brutto, ha un sentore gotico e trascina con un groove micidiale. Quel punk sotto steroidi, sferzato sia da thrash che da metal epico batte forte sulla graffiante “Die With a Smile”, mentre un sentore d’oltretomba aleggia sull’eccitante “Walk With Me”. Oscura, lenta, incisiva e deliziosamente tetra la ballad “Whispering Winds” (qui per la testa mi passano pure i Death SS), prima della conclusiva “One Last Ride”, perfetto congedo dopo oltre mezzora priva di pace, priva di speranza, una mezzora assetata di sangue, di tenebre violentate solo dalle luci possente ed irrequieta di un palcoscenico. Canzoni schiette e sincere, anche se curate e concepite con un cinismo tale da avvalorare un senso di oscurità, una vibrazione lacerante ed una potenza di fuoco letale! Una band che, più di altre, deve soffrire dannatamente per non poter portare in giro questi brani, i quali in ogni strofa, in ogni accordo, in ogni cambio di melodia sembrano voler scappare per tuffarsi in una folla di fans ubriachi, sudati e fuori di testa!
(Massacre Records) Colata di thrash metal, la terza per i Septagon, che in poco più di mezz’ora per dieci pezzi, spariglia riff chiari, netti, incastonati in una produzione che offre gli spazi giusti (altro…)
(Sliptrick Records) A un anno da “Obscure Diversity” (recensione qui), i giapponesi Saber Tiger si ripresentano sul mercato con un EP mastodontico, di 54’, che rilancia la ballad del precedente disco (che, come potete vedere nella recensione, non mi aveva entusiasmato…) e offre poi una mezz’ora di esecuzioni live (da un concerto a Tokyo del Novembre ’18). (altro…)
(Pure Steel Records) Svedesi, ma con un sound decisamente di altre latitudini, gli Stormburner debuttano con Pure Steel, e la copertina di Ken Kelly mi sembra non lasci molti dubbi sul genere suonato… Vediamo allora la titletrack, forte di dieci brani heavy/power ben congegnati. Sguaiata e impattante (altro…)
(Earth and Sky Productions) Gli italiani Sententia Mortis sono in circolazione da un pezzo. Si sono formati nel 2008 come quintetto ma ben presto la band rimase orfana della maggior parte dei componenti, riducendosi ad un duo. (altro…)
(Inverse Records) Tutto strano in casa Stone Mammoth, una band stoner/rock finlandese nata nel 2012. La stranezza è che questo disco nonostante sia stato registrato nel lontano 2014, vede la luce soltanto ora ed in forma esclusivamente digitale. (altro…)