Probabilmente parlano inglese da schifo. Viaggiano su mezzi meccanici a pezzi. Eppure, cercano di imporre il rock italiano a casa della Regina (che poi è venuta in viaggio in Italia per capire da dove diavolo vengono questi disgraziati). Non so nemmeno se si sono resi conto di cosa hanno fatto, dove sono andati, cosa hanno visto, cosa hanno suonato. Ora sono tutti disoccupati, single, senza un soldo, ammalati, sporchi. Ma diciamocelo: se sei una band sconosciuta in un paese dove le bands restano sconosciute, e ti fai un tour in uno dei paesi simbolo del rock, ti rimane per forza qualcosa. Qualcosa di grande. Che va molto oltre il livello di una vacanza fuori di testa in un villaggio vacanze popolato da pornostars, e va anche oltre le esperienze in tour di una band famosa, che di fatto lo fa per lavoro. I Vicolo Inferno, così perché gli girava, sono andati a fare un tour in UK, a spese loro, con una vera voglia di suonare e divertirsi. Personalmente? Li invidio, e vorrei essere stato io -che ne so- il loro batterista. Anche se dopo le risposte che leggerete qua sotto, forse, beh… il batterista proprio no, ma l’idea rimane! Una band rock in versione fuori di testa, anche in versione “caz… aehm… Affari Loro”, visto che usano l’intervista per accusarsi di furto reciprocamente (a me basta che non mi mettano in mezzo la diatriba…). Questo è rock, questo è street, questi sono i Vicolo Inferno: nudi (spero di no), freschi (per il clima), e puri (ho i miei dubbi… ma ci sta!). (altro…)