Un virtuoso che è capace di aggiungere quel feeling del Medio Oriente, quel sapore esotico allo stile neo-classico. Amadeus Awad è entrato in scena quasi silenziosamente, ma ha immediatamente mostrato al mondo cosa sa fare con quella chitarra. Un assoluto nuovo talento, un grande musicista, un artista che veramente riesce a dipingere immagini con le melodie che suona. Impegnato al massimo nel suo progetto, attrae molti artisti internazionali di alto livello, sembra quasi questi facciano la fila per essere ospitati nei suoi album. Qui a METALHEAD.IT lo abbiamo notato quando pubblicò il suo primo album. Abbiamo semplicemente previsto che il mondo avrebbe ricevuto in dono un nuovo genio. Ed ora, poco prima che il suo nuovo album venga registrato e pubblicato, abbiamo deciso di saperne di più, cercando di conoscere questo misterioso chitarrista, il quale si è dimostrato aperto e molto gentile, raccontandoci della sua musica, della sua vita, e della sua terra. [english version]
Ciao Amadeus, grazie mille per il tempo che dedichi a METALHEAD.IT
Venni a conoscenza della tua musica quando hai pubblicato “Time Of The Equinox”. Ne venni a conoscenza in quanto ci cantava Mark Boals. Ora inizi a farti veramente conoscere in giro. Puoi dirci qualcosa relativamente alla tua carriera e come sei entrato nella scena dei chitarristi virtuosi?
Per farla breve, ho iniziato a suonare in cover band che ero giovanissimo, ma ho sempre saputo che un giorno avrei pubblicato la mia musica, e quindi ho investito tempo e sforzi per raggiungere questo obiettivo. Nel 2012 ho iniziato la mia carriera da solista e tutto funzionava, pubblicai il mio primo EP “Ghost Stories” e poi l’album “Time Of The Equinox” seguito dal tour “The Live Equinox”. L’anno scorso, io ed i membri del mio progetto solista, specialmente il bravissimo batterista Patrick Stephan, abbiamo iniziato a lavorare ad un nuovo EP. La fantastica armonia che abbiamo creato negli anni passati suonando assieme, ha dato come risultato delle solide basi per quello che poi si chiamerà “The Book Of Gates”, tanto che ora abbiamo un nuovo nome “Amadeus Awad’s EON”. La band è un’unica entità operativa, e siamo felici di quel che facciamo. Amadeus Awad’s EON include Elia Che alla voce, Samer Zouein al basso, Patrick Stephan alla batteria e me alla chitarra.
Come sei entrato in contatto con Mark Boals per quell’album?
Ho scritto una mail sia a lui che al suo manager. Loro hanno sentito il materiale, ed in pochi giorni avevamo firmato l’accordo. E’ stato il miglior momento nella storia della mia carriera come solista, Mark è uno dei migliori cantanti metal in circolazione, io ero ossessionato dalla sua voce!
Sei di Beirut, in Libano. Non c’è molto rock dai paesi Arabi. Sono anche sicuro che non tutti i paesi del medio oriente sono uguali. Com’è laggiù? Come vivi e suoni nel tuo paese? Puoi brevemente descrivere il tuo paese, la tua cultura, a noi gente dell’ovest, in modo tale da capire meglio la scena e la musica?
E’ molto dura vivere da artista in Libano. Specialmente quanto la musica che suoniamo non è proprio ciò che il libanese medio si aspetta, siamo considerati una specie di alieni. Il Libano è una mescola di paradossi, una società molto diversificata; fa paura a volte. Ci comportiamo come Europei ma pensiamo come Arabi, ed alcuni di noi vivono come se non ci fosse un domani, mentre altri come se dovessero incontrare il creatore tra qualche istante. E’ così moderno ma anche barbaro. Sono fortunato ad aver condotto una vita come musicista, e questo grazie al duro lavoro e all’impegno infinito; spero che le cose migliorino presto. La cosa importante ora per la band è firmare con una etichetta ed iniziare ad andare in tour, e siamo sulla buona strada per ottenere tutto ciò.
Il tuo punto di vista sul medio oriente? Dove si va a finire? Cosa nasconde il futuro?
Il Medio Oriente è una zona di guerra, guarda cosa sta succedendo in Siria, Egitto e Libano! Questi sono veramente periodi tristi per tutti noi, e la cosa sta influenzando un po’ tutto. Dovevamo suonare tre concerti in Siria l’anno scorso, ma è stato tutto cancellato. Sono sicuro che questa situazione molto triste è comunque fonte di ispirazione, in quanto alla fine l’arte è una specie di movimento sociale che è decisamente influenzata da cosa succede in giro. Relativamente alla musica metal proveniente da questa parte del mondo, devo dire che si è evoluta in un modo fantastico negli ultimi cinque anni, ci sono molte ottime bands che fanno musica favolosa.
So che ci sono alcuni ospiti nel prossimo album. Principalmente Timo Tolkki, Kevin Moore e Amanda Somerville. Come sei riuscito ad averli sull’album? Li hai mai incontrati o conosciuti prima? Altri ospiti in arrivo?
Sono un sognatore, di quelli che lavorano duro per ottenere ciò che vogliono. Quando ho iniziato a pensare di registrare questo progetto ero determinato ad avere Amanda Somerville alla voce femminile, e credendo in me stesso e nella mia musica sono riuscito nell’impresa. Timo e Kevin sono i miei eroi d’infanzia, suonavo cover degli Stratovarius in una delle band con le quali stavo prima, e loro sono una delle poche power metal bands che abbiamo avuto un impatto su di me. Timo è una persona molto sensibile, ed io adoro il suo song writing, mentre credo veramente che Kevin sia il miglior tastierista mai esistito, è completo. Penso che gli artisti con i quali collaboro credano in me e nel mio lavoro, e questo è un grosso onore. Avremo altri artisti importanti che saranno annunciati presto.
Pensi di fare l’ospite nell’album di qualcuno? Dove ti piacerebbe essere ospitato? Magari vorrai ritornare il favore a Timo, o forse far parte di qualche rock opera come Avantasia o Ayreon?
Mi hanno chiesto di essere ospite in un album di una grossa band di prog/psichedelico in futuro, ma non posso dire di chi si tratta. Per quanto riguarda Timo, è come un fratello, e sarei pronto a fare qualsiasi cosa mi chieda. Suonare con Avantasia è un sogno, che potrebbe diventare realtà, chi può dirlo?
Hai reso pubblici il titolo e la copertina del tuo prossimo album intitolato “The Book Of Gates”. Ci puoi dire come sarà, e chi ha disegnato la copertina?
“The Book Of Gates” è una metal opera del medio oriente, è una fusione di molti elementi e suoni, tutti mescolati assieme per supportare la storia. Aspettati un disco molto heavy ed arrabbiato, con intermezzi molto emozionali. La copertina l’ha disegnata Bernard Bou Kheir, e credo che non potrei aver ottenuto di meglio, l’intera storia con tutte le sue complicazioni è perfettamente imprigionata nel disegno.
La tua produzione musicale ti colloca tra i virtuosi, come Yngwie Malmsteen, Axel Rudi Pell, Joe Satriani, Richie Blackmore. Un certo marchio di fabbrica. Ognuno di questi chitarristi ha il suo stile. Puoi descrivere il tuo, la tua scelta di melodie, accordi, e qualche informazione golosa per tutti quei chitarristi che leggeranno l’intervista?
Mi piacerebbe molto risponderti, ma non ho la risposta!!! Ogni volta che suono è un’espressione di quello che sento, la scelta delle note e degli accordi è solo una proiezione dell’energia che scorre dentro di me in quel momento.
Come crei le tue melodie? Come componi le tue canzoni e da dove prendi ispirazione?
Dico sempre che la musica è la mia voce, è il mio collegamento con tutto ciò che mi circonda. Ho sviluppato una stretta relazione con le diverse forze ed i diversi elementi della natura. Bufere invernali, notti nuvolose o stellate, ed in particolar modo la luna; questa relazione crea tutto ciò che per me è arte.
Puoi dirci qualcosa riguardo ai tuoi strumenti? Quali chitarre, amplificatori, effetti usi? Sei supportato da qualcuna di queste marche, o sei ancora senza sponsor?
Le mie chitarre principali sono Ibanez, ma forse presto cambio marca in quanto mi stanno sto ricevendo offerte di sponsorizzazione da parte di altre aziende. Sono un artista che usa AMT, ed amo i loro prodotti. La testata AMT Stonehead è la mia arma principale in questo momento, la uso con una cassa Laney Iron Heart e la combinazione che ne esce è esplosiva!!! Recentemente mi sono procurato un Delay Lab della VOX e mi piace molto.
Il tuo album precedente è stato venduto digitalmente. E’ esistito in formato fisico? Che mi dici del prossimo? Pensi di farci anche un vinile?
“Time Of The Equinox” era disponibile fisicamente in Libano, e non sono ancora sicuro di cosa faremo con il prossimo, la band deciderà in merito quando il lavoro sarà completato.
Hai pubblicato da solo “Time Of The Equinox”. Intendo dire che non c’era una label. Come sarà per “The Book Of Gates”?
Siamo in contatto con alcune etichette, ma non posso dare in giro informazioni in merito per il momento; aspettati comunque delle ottime notizie molto presto.
La tua opinione sull’industria musicale? Ne parlai proprio con Timo Tolkki, il tuo ospite. Lui ha provato anche con Pledge. Mi piacerebbe davvero sapere la tua opinione in merito. Che ne pensi della vecchia industria, del nuovo mercato digitale, proprietà dei diritti, e le label gratuite e/o indipendenti?
Beh, per quanto possa sembrare strano, non faccio questo per i soldi. Non voglio diventare un prodotto, io sono per il lato artistico; i soldi aiutano a sostenere la produzione. Ovviamente voglio che la gente compri la mia musica, ma non mi dispiace che molti si siano procurati l’album gratuitamente; alla fine gli appartiene, io parlo a loro.
Un musicista dovrebbe suonare dal vivo. Quindi, relativamente a questo argomento: c’è qualche possibilità di vederti in tour? Ti avremo in Europa prima o poi?
La parte migliore è proprio suonare dal vivo, adoro suonare dal vivo!!! Spero che “The Book Of Gates” ci apra le porte verso un tour europeo decente. Abbiamo dovuto rifiutare molte offerte nello scorso anno, in quanto non vogliamo semplicemente venire li per suonare in club vuoti, vogliamo un tour con un buon management.
Se tu dovessi partire per un lungo tour, chi supporteresti o chi vorresti come supporter?
Ci piacerebbe andare in tour con i Kamelot; penso che è troppo presto per pensare a qualcuno che ci faccia da supporter.
Una domanda finale: quali sono gli artisti che ti piacciono che ti danno ispirazione? Cosa non abbandona mai la playlist del tuo lettore MP3?
Qualsiasi cosa di Ritchie Blackmore e dei Pink Floyd. Secondo me la musica sta tutta li.
Ok, Amadeus. E’ stato un piacere. Puoi chiudere l’intervista come preferisci, non dimenticarti però di salutare i fedeli lettori di METALHEAD.IT in Italia e nel mondo.
Grazie per questa opportunità, state facendo un gran bel lavoro con il vostro portale. Promettiamo ai fans Italiani che li verremo a trovare presto!
(Luca Zakk)