Spuntano con un mini album i Bloody Millionaire, eppure si intuisce che non sono propriamente gli ultimi arrivati o degli sprovveduti. Esordienti si, ma con un bagaglio formativo con idee e speranze. Filippo Stocco (chitarra, in foto sotto) tratteggia perfettamente questa realtà padovana legata al rock.
Quali sono state le vostre precedenti esperienze musicali, prima della nascita dei Bloody Milionaire? Parlo del vostro retroterra musicale.
Arriviamo tutti da diverse esperienze musicali in band emergenti venete. Qualche anno fa io e Giovanni abbiamo suonato nei Ribenia dove ci siamo cimentati con l’alternative rock italiano e prima ancora nei Made in China, band nata ai tempi del liceo che ci ha dato però grandi soddisfazioni. Stefano invece vanta un passato rock’n’roll con i Jading Babies. Gli altri membri della band erano e sono tutt’ora coinvolti in altrettanti progetti: penso a Nicolò (basso) che oltre a militare nei Wild Scream, ha un’intensa attività live con molte formazioni jazz, o a Ufo (batteria) impegnato con Gionnis e Magic Bus. Si tratta di realtà emergenti, ma molto attive sia live che in studio.
In quanto tempo avete scritto e poi registrato il vostro “Marble Dust”? Inoltre quali sono le differenze tra scrivere i pezzi e registrarli? Esistono similitudini oltre alle ovvie differenze?
Il processo compositivo condiviso dei brani si è svolto tra gennaio e luglio 2015. Abbiamo lavorato assieme su alcune tracce che avevamo abbozzato io e Giovanni nei mesi precedenti. Ad agosto invece, ci siamo rinchiusi agli Atomic studio per un paio di settimane. Diciamo che la sostanziale differenza è che la nostra fase compositiva è molto simile a una jam dove ognuno sperimenta, tenta, prova fino ad arrivare una soluzione più o meno finale. Il processo di registrazione è invece una fase molto più intima e individuale. Ciò che accomuna però questi due processi creativi è la condivisione e il continuo confronto che in studio può avvalersi del prezioso contributo di chi segue la fase di registrazione. Nel nostro caso Alberto Dalla Zuanna e Andrea Gallo degli Atomic Studio.
Trovo il vostro sound abbastanza elegante e anche vivace, però ritengo inoltre che in esso risieda qualcosa del pop rock di vecchia estrazione, magari di quello britannico. E’ questa una mia falsa impressione oppure effettivamente c’è qualcosa di quello?
No non sbagli. Sono abbastanza certo che nelle nostre private collezioni di dischi non manchi almeno una pietra miliare del brit rock. Il rock britannico dagli anni ’60 ad oggi è senza dubbio un punto di riferimento per i Bloody Millionaire, ed è stato inevitabile che questo non ricadesse sul sound generale di “Marble Dust”.
I vostri testi mirano a parlare di cosa?
Dovrei interpellare Giovanni per rispondere a questa domanda, è lui che cura le lyrics dei nostri brani. Ti posso dire che si tratta di testi piuttosto personali e autobiografici, non mi sento di aggiungere altro o dare interpretazioni personali. Non vorrei rilasciare dichiarazioni che comportino lo scioglimento della band. Si scherza!
Nelle foto che vi ritraggono in compagnia degli strumenti, vedo molta attrezzatura ‘classica’, cioè strumenti di marche e modelli che esistono dai primordi del rock. Quanto conta la scelta della strumentazione nel vostro sound?
Direi fondamentale. Per “Marble Dust” abbiamo utilizzato quella (ed altra) strumentazione che vedi nelle foto. Strumenti che poi utilizziamo anche nei live dove il nostro obiettivo è quello di rimanere fedeli al lavoro fatto in studio per quanto riguarda il sound, ma anche gli arrangiamenti.
Avete inciso questo album, realizzato un bel videoclip, per “As Much As She Can Take” (QUI), e cosa avete adesso in programma?
Stiamo chiudendo in questi giorni quello che potremo definire un mini tour di promozione del disco. Abbiamo fatto molti concerti in questi ultimi tre mesi. Concerti che ci han dato davvero molto soddisfazione in termini di risposta del pubblico. Son stati molto utili a far conoscere il nostro disco ma soprattutto noi, visto che fino allo scorso anno dei Bloody Millionaire non c’era traccia. Non appena finiremo queste ultime date ci rimetteremo al lavoro per il nuovo album: qualche brano sta già nascendo e c’è ancora molta voglia di fare e sperimentare. Prevediamo e speriamo in un’estate ispirata e prolifica. “Marble Dust” è solo l’inizio.
Grazie e ancora complimenti per la vostra musica.
Grazie a te!
(Alberto Vitale)