I Disguise sono giunti al terzo album, attraverso un percorso formativo decisamente accattivante. “Second Coming” fonde diverse componenti tipiche del black metal, con spunti sul death e addirittura death ‘n roll in alcuni casi. Il risultato di quasi 15 anni di carriera viene esaminato con Carnifex, tastierista.

“Second Coming” è il nostro vostro terzo album, uscito dopo 5 anni dal precedente “Late”. In questi cinque anni, mi sembra siate cambiati, dal punto di vista stilistico e compositivo. Mi sbaglio?
Si è corretto. Dal punto di vista stilistico abbiamo abbandonato il face painting perché non ritenevamo più adatta quel tipo di immagine per la nostra musica. Dal punto di vista musicale abbiamo cercato di non porci limiti di sorta nella composizione dei nuovi brani, inserendo qualsiasi influenza ritenessimo appropriata e cercando di creare brani sicuramente black metal ma con una forte struttura death e componenti maggiormente death’n’roll, sinfoniche e moderne.

Avevate una certa notorietà nel metal estremo italiano, ricordo alcune recensioni positive, adesso avete fatto vedere cosa siete e cosa sapete fare. E’ un’evoluzione naturale e avulsa da mode e riferimenti?
Ti ringrazio per il complimento. In effetti non sono tante le band underground attive da così tanti anni. La nostra evoluzione è stata assolutamente naturale. Se ascolti attentamente tutti e 3 i nostri lavori sentirai come uno sia l’evoluzione del suo predecessore, ma anche come in ogni lavoro sia stata estremizzata una componente rispetto ad un’altra. Molti dei pezzi principalmente death’n’ roll presenti in “Second Coming” avevano già fatto la loro comparsa in “Late”, così come la struttura Death proviene direttamente da “Human Primordial Instinct”. Non parlerei assolutamente di moda, anche perché suonare Black Metal sinfonico nel 2012 non si può certamente definire come seguire un trend. Questo non significa però che ogni uscita deve risultare identica ai dischi degli anni d’oro e per questo motivo abbiamo cercato di attualizzare e modernizzare la nostra proposta, senza dimenticare le origini del nostro sound.

Affrontiamo l’album: “Second Coming” mi è piaciuto, ma non ho trovato piacevoli alcune situazioni della produzione. Non trovo convincente il sound della batteria; non del batterista, Aiwass è mostruoso, ma del suono. Cosa ne pensi?
Ti ringrazio a nome del nostro batterista per le belle parole sulla sua prestazione. Non mi trovi molto d’accordo invece con il tuo giudizio sulla produzione. Dal nostro punto di vista “Second Coming” suona esattamente come dovrebbe. Non è facile trovare un equilibrio che renda il suono adatto a tutte le varie influenze presenti sul disco. Ad esempio è stato molto difficile trovare un suono di chitarre che mettesse in risalto le partiture maggiormente moderne e “stoppate” senza perdere in aggressività e pathos nei riff prettamente Black Metal. Stessa cosa è stata per la batteria, strumento che passa spesso da blast beat a parti lente e ricche di groove e dal mio punto di vista senza perdere in qualità sonora.

Mi è piaciuto il sound delle sei corde è potente, ma non sembra emergere davvero. L’impressione è che nel mixing, o nel mastering che sia, abbiano pagato qualcosa. Sono troppo pignolo?
Credo che l’aspetto sonoro sia molto soggettivo e che non esista un giudizio univoco. Come ti dicevo prima noi siamo molto contenti di come suona il cd, soprattutto perché contiene brani e partiture molto diverse tra loro. Abbiamo ricevuto alcuni commenti su come il suono sia troppo limpido e pulito per una band black metal o su come sia poco chiaro e troppo caotico…Rispettando i gusti personali di tutti ti confermo che dal nostro punto di vista la produzione su “Second Coming” è la più adatta alla musica che contiene.

Tuttavia “Second Coming” è un lavoro con direzioni stilistiche verso il black metal e il death metal: è un lavoro moderno ma che lascia vedere alcune influenze del black norvegese della prima ora, penso agli Emperor, per come si inseriscono le tastiere, e i Mayhem, i primi. Condividi?
Condivido appieno! La nostra influenza principale è sicuramente il black metal norvegese e CD come “In the Nightside Eclipse”, “De Mysteriis…” e “Nemesis Divina” sono stati i nostri ascolti principali per parecchi anni. Naturalmente è ben presente la componente death, ispirata principalmente da band come Morbid Angel o Vader. Nei pezzi però puoi trovare anche suoni più legati a band come Darkthrone e nuovi Satyricon per le parti death’n’roll o ad una certa avanguardia norvegese per le parti più sperimentali.

Siete nella scena metal estrema da diversi anni, secondo te il modo di sentire e percepire il metal estremo è cambiato, se così fosse cosa rispecchia nel vostro album questo cambiamento?
In realtà non credo che il modo di percepire il metal estremo sia cambiato. Sono sicuramente cambiati i generi proposti, neanche tanto poi, e giustamente si cerca sempre di sviluppare ulteriormente un genere e portarlo avanti evolvendolo. Ma non credo che lo spirito ed il modo di ascoltare questo tipo di musica sia cambiato. Sicuramente è cambiato il modo di fruire della musica rispetto a quando abbiamo iniziato. Ricordo che nei primi anni di attività abbiamo inserito alcuni nostri brani registrati con un mixerino multi traccia scassato, in un paio di compilation distribuite in audiocassetta e per noi sembrava un miracolo. Adesso si scarica direttamente la discografia di una band in file .rar…

Cosa farete a livello concerti, nell’immediato?
Abbiamo 3 date confermate: il 10 febbraio a Bari, il 24 a Campobasso più una a Chieti che abbiamo dovuto spostare questa settimana causa neve. Stiamo aspettando la conferma per partecipare a qualche data con gruppi internazionali e stiamo attivamente cercando nuove date.

Ti ringrazio per il tempo dedicato all’intervista e mi auguro i Disguise ricevano ulteriori consensi. I lettori ti stanno leggendo, a te il congedo!
Grazie a te per lo spazio ed il supporto. Invito tutti a partecipare ad un nostro concerto. It’s coming…

Alberto Vitale

recensione: https://www.metalhead.it/?p=3378