Nati da una costola degli hardcorers Toxic Youth, i Forged In Blood si presentano sul mercato con l’omonimo debutto (recensione qui) ed un sound totalmente diverso, decisamente più metal oriented ed innervato da potenti dosi di thrash. Ne parliamo con il cantante Rob e con uno dei due chitarristi Cris
MH:Ciao! Volevo innanzitutto complimentarmi per il vostro omonimo debutto, ottimo concentrato di aggressività thrash ed epicità squisitamente old school, ma con un sound potente e moderno. Come è stato accolto dai metalheads?
Rob: Grazie mille, in effetti abbiamo sviscerato le nostre influenze più tipicamente ‘eighties’, senza però voler sembrare nostalgici o accodarci ai vari revival. In questo senso anche la produzione di Mattia Stancioiu è stata importante, permettendoci di ottenere un suono fresco e attuale. L’accoglienza in termini di recensioni e critiche è stata complessivamente favorevole, abbiamo riscosso apprezzamenti dal vivo, in radio e sul web in generale e parecchi pareri entusiastici anche da parte di molti ascoltatori d’oltreoceano. Qualcuno dall’estero ci ha anche chiesto fotografie con autografo, io sto ancora cercando di capire se si tratta di uno scherzo… Ora proviamo a spingere per raggiungere quanta più audience possibile, specie dal vivo, anche se sappiamo che è la fase più ostica.
MH:La band nasce dalle ceneri dei Toxic Youth, tra le colonne portanti dell’hardcore tricolore. Che ricordi avete di quell’epoca e com’è cambiata la scena negli anni?
Cris: La scena era completamente diversa, c’era molta più partecipazione da parte della gente, si suonava più spesso dal vivo, c’era riscontro di pubblico ed economico… tutto un altro mondo rispetto agli ultimi anni.
MH:Trovo lodevole il fatto che vi siate rimessi in gioco con una nuova band; immagino che molti vostri vecchi fans si sarebbero aspettati un approccio maggiormente hardcore. Come hanno reagito a questa svolta stilistica?
Rob: Finora non ha protestato nessuno… Anzi, quando qualcuno realizza la presenza di due TY in formazione sgrana gli occhi e si mostra interessato!
Cris: In generale le persone che seguivano i Toxic Youth non ascoltavano heavy metal, ma non ritengo che ci sia il problema di una svolta: TY e FIB sono due mondi distinti tra loro, non vuole esserci continuità. Anzi, il progetto è nato e proseguito proprio per essere differente da quanto lo aveva preceduto.
MH:Non ho sottomano i testi, ma titoli come “Rebellion, My Name” oppure “Never Pay To Play” richiamano quell’attitudine hardcore, mentre altri sembrano toccare temi più oscuri ed introspettivi. Da cosa traete ispirazione per i testi?
Rob: I testi trattano di argomenti diversi tra di loro, dai fatti di cronaca alle vicissitudini personali alla letteratura, scritta e disegnata (fumetti, esatto…), così come anche sul promo del 2014. Senza volerlo, scrivendo i testi mi sono trovato a seguire un filo conduttore, quello del conflitto a più livelli, politico, militare, sociale, affettivo. In effetti è un lavoro con un’indole molto battagliera, in cui si affrontano i propri dilemmi e al contempo si cerca una risposta alla disgregazione di un mondo impazzito con cui facciamo i conti tutti i giorni, reagendo per non farci comprimere emotivamente tra quello che c’è ‘dentro’ e quello che c’è ‘fuori’. “Rebellion” parla dei Peshmerga curdi, “Black Renegade” è dedicata a ‘Dago’, personaggio dei fumetti creato da John Wood, “Fine Dark Line” è ispirata all’omonimo romanzo di Joe Lansdale, “It’s on the Blade” a “Gangs of New York” di Scorsese. “Never Pay to Play” si spiega da sola, mentre per “Aylan’s Eyes” basta digitare quel nome in un qualunque motore di ricerca per sapere di cosa parla e ricevere una fitta allo stomaco. Insomma, le fonti di ispirazione non mancano, e nemmeno gli spunti di riflessione.
MH: Quando avremo modo di vedervi dal vivo? Avete già pianificato alcune date per promuovere l’album?
Rob: Quest’anno abbiamo suonato di spalla ad Angel Witch e Flotsam & Jetsam, e ci siamo esibiti anche a Milano e a Rho, nei locali del circuito del Rock’n’roll. L’otto dicembre parteciperemo alla serata dedicata alle band di Punishment18, allo Slaughter Club di Paderno Dugnano (MI); sarà una gran bella festa, con Black Phantom e Crimson Dawn tra gli altri e con i Vanexa come headliner. A marzo dovremmo suonare a Saronno (VA) presso ‘The Old Jesse’. Per il resto, work in progress. Come dicevo prima, suonare dal vivo diventa sempre più complicato, i locali e i club fanno sempre più fatica fino al punto di chiudere bottega, mentre aumentano le band che smaniano per farsi conoscere dal pubblico. Ma non gettiamo la spugna…
MH:Siamo giunti alla fine. Ringraziandovi per la disponibilità, vi invito a lasciare un messaggio ai vostri fans ed ai lettori di METALHEAD.IT. A voi la parola.
Rob: Grazie di essere arrivati a leggere fino a qui, per gli incoraggiamenti e per il supporto dimostrato. Speriamo di vedervi dal vivo quanto più numerosi possibile, perché anche se ormai basta un ‘clic’ per arrivare dovunque è solo dal vivo che la musica può sprigionare tutta la sua vera forza, e solo insistendo con i live si può far rifiorire una vera e propria ‘scena’ del metal classico.
Peace and love!
(Matteo Piotto)