Il Fosch Fest è un evento ormai importante ed essenziale dell’estate metal Italiana. Partito da origini strettamente Folk, ora è un evento Metal al 100%. Ma non solo… quindi ecco qualche segreto svelato, grazie a due chiacchiere proprio da quella banda di instancabili che sta dietro l’organizzazione…
MH: Ciao Ragazzi, siamo arrivati alla settima edizione di questo festival. Settima edizione di un festival partito piccino ed ora arrivato ad essere uno dei festival importanti in Italia. Quando lavoro serve per tenere in piedi un mostro del genere?
FF: Per muovere una macchina del genere ci vuole uno sforzo immane e, sicuramente, c’è bisogno di molto tempo. Per fare un esempio, attualmente stiamo già valutando idee per un’eventuale ottava edizione; entrando più nel pratico: dopo il festival, appena finito di smontare tutto, si tirano le somme dell’edizione appena finita e si ricomincia immediatamente a lavorare sulla prossima. Ovviamente i gruppi vanno fermati con largo anticipo, bisogna sondare, trattare ecc… e poi c’è tutto l’aspetto della comunicazione/promozione da non trascurare.
MH: So che l’edizione originale fu praticamente una collaborazione dei Folkstone, band sempre presente in cartellone. È così anche oggi? Come si coordina l’essere parte dello spettacolo e parte dell’organizzazione?
FF:All’inizio si era così, le prime edizioni sono state organizzate in collaborazione con loro, che partecipavano attivamente anche all’organizzazione del festival. Attualmente non è più così, il festival è cresciuto e, come detto precedentemente, serve un sacco di tempo ed impegno per portarlo avanti… il successo sempre crescente dei Folkstone ha, di pari passo, accresciuto anche i loro impegni, per cui far coincidere le due cose è diventato difficile per non dire impossibile; di conseguenza, in queste ultime edizioni, siamo noi della Fosch Fest Media ad organizzarlo.
MH: Il Fosch è partito come festival FOLK. Poi si è espanso, è diventato grosso, tanto che da un po’ si chiama “Open Air Metal Fest”. Come successe questo cambio, o per meglio dire, ampliamento artistico? È voluto o è arrivato per caso?
FF: Sicuramente è stata una nostra scelta. Ci stavamo accorgendo di avere invitato praticamente quasi tutte le band di un certo livello, per quanto riguarda la scena folk-viking metal, sicuramente andando avanti sarebbero venute a mancare le “novità”; avremmo dovuto ripetere spesso le stesse band, perché comunque anche essendoci centinaia di band che suonano questo genere di musica, bisogna tenere conto di un rapporto livello-qualità-prezzo per ottenere un buon risultato. Per questo motivo, unitamente alla volontà di crescere come festival, abbiamo deciso di aprirci ad altri generi; ovviamente questa apertura porta ad espandersi, avendone la possibilità, a poter ospitare band di un livello ancora superiore. Per concludere, diciamo che essere di mentalità aperta è sempre meglio che chiudersi…
MH: Al di là di chi c’è sullo stage, il festival è ancora marcatamente folk. Un po’ per la comunque ampia partecipazione di band collegate al genere, un po’ per il pubblico, un po’ per le bancarelle e i servizi che vendono cibo e bevande. Come riuscite a restare ben inseriti in questo stile, pur avendo affluenze di fans che con folk e derivati hanno ben poco a che fare?
FF: Allora… diciamo che noi siamo nati facendo un festival improntato sul Folk e generi simili. Rinnegare le proprie origini è sempre un errore, per cui ci saranno sempre un buon numero di band folk-viking-pagan ecc… Per quanto riguarda l’ambiente, ovvero bancarelle, stand ecc… continuiamo semplicemente con la formula che ha sempre funzionato bene: buon cibo, tradizionale se possibile, ottima birra. Per gli stand, ospitiamo quelli che ce lo chiedono, rimanendo nel tema “musica e metal”, non necessariamente a tema Folk; diciamo che non ci poniamo il problema di rimanere inseriti in un determinato stile, semplicemente continuiamo a fare quello che abbiamo sempre fatto.
MH: Sicuramente il free camping aiuta a rendere grosso l’evento… Com’è il Fosch oltre a ciò che vedono gli spettatori dei singolo concerti ? Parlo dei vostri “cittadini” per tre giorni…della vita del Fosch dalla mattina, fino a ben dopo l’ultimo show…
FF: Beh… sicuramente la gente che si ferma in campeggio per 3 giorni si diverte parecchio, per quello che ne sappiamo noi; Parliamo di quello che riusciamo a vedere, sentire e venire a sapere, perché per noi che lavoriamo è difficile avere un quadro completo su questo contesto! La gente canta, suona, beve… negli anni abbiamo visto “slow motion zone”, giostre medioevali a cavallo di carrelli della spesa, gente a spasso per il paese, gente che socializza con gli abitanti di Bagnatica… insomma, succede di tutto e di più. È sicuramente un’esperienza che consigliamo a tutti! Non possiamo dire di averla vissuta in prima persona, perché lavorandoci è impossibile, però ne abbiamo vissute di esperienze simili e quello che vediamo qui ce le ricorda molto.
MH: Visto che ho citato le bevande: riuscite a portare in campo vari produttori di birre artigianali molto ricercate e buone (ci sono stato, parlo per esperienza…!). Come fate la selezione, gli inviti per questo tipo di fornitori? Un po’ invidio il vostro “reparto test”!
FF: Innanzitutto siamo tutti amanti del buon cibo e della buona birra, e anche di altri tipi di alcolici; si, il lavoro del reparto test è sicuramente invidiabile. I birrifici che hai visto da noi, sono comunque in realtà molto presenti nella nostra zona, conosciamo i loro prodotti da tempo, e con molti dei ragazzi che ci lavorano o li gestiscono c’è proprio una conoscenza che va al di là del Fosch. Bergamo è una piccola città, ci si conosce un po’ tutti, per cui la collaborazione è avvenuta in modo naturale, è una diretta conseguenza. Non c’è dietro un vero e proprio studio o selezione; forse negli ultimi anni, crescendo il festival, molti si sono proposti per collaborare con noi offrendoci i loro prodotti, per cui ovviamente bisogna anche fare dei test per valutare se inserire qualcosa di nuovo e di conseguenza, ecco che il lavoro diventa decisamente più appetibile per chi ha la fortuna di far parte del nostro “reparto test”!
MH:Parliamo del 2016. Dopo un 2015 che ha visto bands (e relativo pubblico) proveniente dalla scena black (Satyricon, Kampfar) e death (Carcass) quest’anno avete ampliato la potenza di fuoco. Come vi è venuto in mente di portare a Bagnatica una band immensa e storica come gli Anthrax?
FF: Per quello che riguarda gli Anthrax è stato un caso, si è presentata l’occasione di poterli avere essendo loro in tour in Europa e più precisamente nel nostro Bel Paese; quindi abbiamo preso la palla al balzo, non ce lo siamo fatto ripetere due volte e li abbiamo ingaggiati. Non capita spesso di avere la fortuna di ospitare sul proprio stage una band storica del calibro degli Anthrax!
MH: Ma anche gli At The Gates sono grandiosi in questo bill. Sono tra i creatori del death melodico svedese, di quel famoso “Gothenburg sound”… e voi li avete messi nel bill proprio in mezzo a grandi nomi del thrash!
FF: Si gli At The Gates sono una band grandiosa! Li amiamo alla follia! Abbiamo tutti consumato la nostra copia di “Slaughter of the soul”! Sono sicuramente una delle band capostipite e più importanti del loro genere, per cui crediamo che ad un certo punto sia quasi d’obbligo averli ad un festival come il nostro. Sono in mezzo a due mostri sacri del Thrash, questo perché c’è la volontà di alternare un po’ di generi anche all’interno del running order della singola giornata, per non avere 3 ore di fila di musica dello stesso genere.
MH: Pure i Sacred Reich sono un pezzo grosso… che mi dite?
FF: Perché, c’è qualcosa da aggiungere?! Altra band leggendaria, prima volta in Italia… saremmo stati pazzi a lasciarceli scappare! Vedremo se dopo “Surf Nicaragua” ci sarà “Surf Bergamo”!
MH: Poi ci sono i Destruction. Se il Fosch è una festa, con i Destruction c’è la festa nella festa, visto che celebreranno il trentennale di “Eternal Devastation” proprio sul vostro palco! …
FF: Sarà un vero e proprio macello, quindi più che una festa sarà proprio uno “slaughter party”! Come hai anticipato tu nella domanda, proporranno uno show speciale per il trentennale di “Eternal devastation”; a nostro parere i loro primi album sono i migliori, quindi per noi è un onore ospitare uno show del genere, ne siamo veramente felici! sarà un massacro… violenza, qualità e storia tutto in un unico show, imperdibile!
MH: Ma con Anthrax, Destruction e Sacred Reich avete creato un festival thrash old school… altro che folk!
FF: Hehehehe!!! beh si non possiamo negarlo, ma comunque ci sono anche 3 band death metal di altissimo livello. At The Gates che non hanno bisogno di presentazioni, Fleshgod Apocalypse band devastante: grande tecnica e grande velocità di esecuzione, una delle più belle realtà del panorama metal italiano che, non a caso, sta avendo un grande successo anche all’estero. E poi ci sono gli Ulvedahrr, old school death metal fatto veramente bene, un’altra delle migliori band nostrane.
MH: OK, andiamo verso la fine: Cosa vi aspettate da questa edizione? Rispondente con quel che volete, da puri dati numerici a emozioni personali…
FF: Come sempre, ci aspettiamo una grande risposta di pubblico. Il sogno sarebbe il sold out ma di questi tempi è molto dura. Al di là dei freddi ed impietosi dati numerici, che sono comunque un fattore con cui si deve sempre fare i conti, ci aspettiamo che l’evento riesca bene dal punto di vista dell’organizzazione in primis, di poter offrire ai nostri fans un bello spettacolo… evitare qualsiasi disagio possibile per il nostro pubblico, finire il festival con la consapevolezza di aver fatto del nostro meglio. Per noi è molto importante che la gente che viene da noi si diverta veramente, e per qualche giorno posso godere di ottima musica, dimenticarsi i problemi di tutti i giorni, rivedere amici che non vedono da tempo o che per problemi di distanza vedono poco, e magari farsene anche di nuovi. Altra cosa molto importante per noi è dare spazio e visibilità a band emergenti, dare loro la possibilità di esibirsi davanti ad un grande pubblico e farsi conoscere, fare magari da trampolino di lancio per i gruppi del panorama underground. Alla fine lo spirito dell’evento è quello, non a caso quest’anno abbiamo deciso di allestire un secondo stage dedicato interamente a queste band.
(Luca Zakk)