I Jester Beast furono il prodotto della gloriosa scena torinese degli anni ’80, quella che produsse i Negazione, Elektra Drive, Braindamage e tanti altri. Nati all’inizio di quel decennio, i Jester Beast pubblicarono il loro unico album nel 1991. Era il devastante “Poetical Freakscream”, ottimo esempio di quel sound elaborato dal connubio thrash-hardcore tanto in voga in quegli anni. La band proseguirà successivamente attraverso cambi di line-up (ci sarà anche una voce femminile per un breve periodo), ma lasciando perdere pian piano le proprie tracce nel corso del tempo. Il chitarrista C.C.Muz ci racconta del periodo d’oro, ma anche del presente che annuncia un ritorno completo all’attività dei Jesters.
I Jester Beast che fine hanno fatto? Cosa è successo alla band in questi anni?
Non avevamo più le giuste motivazioni…avevamo un disco pronto ma non c’èra più la fiamma dell’inizio. Continuare con i Jester per me non aveva più senso. Io me ne andai nell’93, dopo la tournée con gli Accused e dopo l’EP “Serial Killer”; continuai a suonare ancora qualche anno e poi smisi completamente con la musica fino a 2 anni fa, quando incontrai Stefano. I Jester Beast andarono avanti senza me, ancora qualche anno fino al 95.
A che punto siete con i Jester Beast, come line up?
Quando abbiamo rimesso in piedi i Jester Beast, volevamo riprendere il discorso di “Poetical” e volevamo risuonare dal vivo quelle canzoni. Io e Stefano (il cantante Zapp, nda) volevamo ritrovare noi stessi, prima di riprendere un nuovo capitolo musicale. Ora, dopo 2 anni, ho dei dubbi sulla scelta fatta, voluta in primis da me, in quanto quello era un capitolo di 24 anni prima , fatta con altri musicisti e con altre sensazioni. Quello che Jester vuole essere oggi, è sì guardare al passato, perché quello fatto in precedenza è dentro di noi, ma evolvere quel suono in qualcosa di più attinente a ciò che siamo ora, come persone e gusti musicali che per forza di cose non può essere quello di 25 anni fa.
Avete realizzato “Poetical Freakscream” nel 1991. Di quell’album si parlò solo bene, ricordo male?
Sì è vero, “Poetical” fu accolto bene all’epoca e vorrei ricordare che il parto di quell’album fu comunque travagliato. Fu registrato a Pisa nell’89, ma uscì solo dopo 2 anni. Ricordo quel periodo molto difficile per la band, non avevamo ancora una formazione stabile e questo ritardò non poco l’uscita dell’album.
Jester Beast era anche una delle diverse gemme della scena torinese di quegli anni. Ricordo i Broken Glazz, Gow, Elektra Drive, Negazione ecc. Cosa è rimasto di allora?
Elektra Drive sono ancora in pista, gli altri per ora non stanno pensando ad alcuna reunion, almeno credo. Noi avevamo un bel rapporto con i Negazione, Tax il chitarrista ha suonato nei Jester per un po’ dopo la morte del primo chitarrista, Attilio nell’85, ci ha suonato un anno buono, fino all’ 87 dove entrai io e Keeodo, che prima militavamo nei Tomahawk.
“Poetical Freakscream” aveva anche una copertina e tutto il resto di Bonvi, l’autore dei fumetti. Come ci siete arrivati lui?
Konz, il nostro discografico, lo conosceva così ci recammo a Bologna e lo incontrammo. Lui accettò, avevamo molti punti in comune. Ci diede delle tavole inedite di “Cronache del Dopobomba”, lo ringrazieremo sempre per questo! E questo diede un valore aggiunto a “Poetical Freakscream”.
Senti, io ho una curiosità: nei ringraziamenti veniva citata anche Monica Bellucci. Di chi era la fidanzata?
Ha ha…Stefano l’adorava (a ragione), tanto da volerla mettere nei ringraziamenti!
Quali sono i contatti rimasti validi per riportare i Jester Beast in pista? Chi vi è vicino?
Giulio dei Cripple Bastards, essendo stato un fan dei Jester, ci è stato molto vicino e con la sua etichetta, FOAD, abbiamo ristampato il demo dell’88 “Destroy After Use”. Per il resto abbiamo cercato di muoverci, tra chi amava i Jester Beast e aveva bene in mente i nostri trascorsi. Ricominciare dopo 15 anni comunque te lo assicuro, non è stato facile. Ora siamo in un momento dove stiamo componendo il nuovo materiale, abbiamo due ingressi nuovi alla batteria e al basso e appena tutto sarà a posto ritorneremo a suonare dal vivo con i nuovi pezzi.
Di voi si parla sempre di band thrashcore. Al di là di ogni etichetta, quel tipo di sound mi sembra sia ancora oggi distruttivo ed efficace. Oggi spesso i suoni e l’attitudine sembrano si cattivi, ma laccati. Non sempre ma…
Noi facciamo musica, le etichette non ci interessano. Possiamo essere distruttivi come non esserlo affatto!! Noi vogliamo esprimere con la musica le nostre emozioni, questo è ciò che conta. A noi non interessa la sola velocità di esecuzione e comunque le produzioni di oggi sono troppo perfette per essere vere, infatti poi dal vivo sono molte le band a pagare pegno! Onestamente le nuove produzioni non mi fanno impazzire.
Ti ringrazio per aver concesso il tuo tempo a Metalhead.it. Se hai qualcosa da aggiungere ti lascio lo spazio necessario.
Io ringrazio te e la redazione di Metalhead per l’intervista. Spero al più presto di farvi sentire i nuovi pezzi dal vivo. Ciao, a presto!!
Alberto Vitale
Si ringrazia per la preziosa collaborazione Luca Zakk