Con l’uscita del debut del suo nuovo progetto Magic Opera, “The golden Pentacle” (recensione qui), ho finalmente potuto soddisfare una mia vecchissima curiosità, e fare quattro chiacchiere con Marco Garau, che è (e resta, come mi dice) il tastierista dei Derdian. Discutiamo a 360° di metal in pandemia, delle sue due band, e della speranza di potersi esibire nientemeno che in Giappone… buona lettura!
MH: Caro Marco, grazie per l’intervista! Anzitutto ti faccio una domanda di taglio ‘universale’: quanto coraggio ci vuole, durante una pandemia, a pubblicare un disco di symphonic power metal?
MG: Ciao Renato, un saluto a te e a tutti i lettori! Caspita, come prima domanda niente male…. Allora, diciamo che più che coraggio c’è voluta tanta tenacia. Innanzitutto non sto qui ad elencarti la marea di problemi derivati appunto dalla Pandemia e che sono stati la causa principale di alcuni difettucci in fase di registrazione, che però siamo riusciti a gestire quasi in toto in sede di Produzione grazie al mio fonico Danilo Di Lorenzo. Ma sicuramente ti posso confermare che non è stato facile gestire un lavoro di questa portata con uno stato d’animo che diciamoci la verità, era abbondantemente sotto i tacchi. Comunque il disco lo abbiamo portato a casa ed anche in maniera egregia direi, quindi sono ampiamente soddisfatto.
MH: Ancora una domanda generalissima: credi che il music business, e soprattutto un genere come il metal, che per i grandi numeri del pop e del rock possiamo definire ‘di nicchia’, si riprenderà da questo anno (e mezzo/due anni…) di stop?
MG: Guarda, dipende se stai parlando dei gruppi più blasonati o delle realtà più piccole, perché i gruppi più blasonati, appena ricominceranno i concerti, non avranno alcun tipo di problema anzi…. Con tutta la voglia che ci sarà di musica Live avranno solo da guadagnarci. Per le realtà più piccole parliamoci chiaro… la festa era finita già da diverso tempo, non sarà di certo a causa del Covid che faranno fatica. Se non hai un lavoro “vero” col cavolo che sopravvivi di musica metal, soprattutto in Italia, dove l’arte è considerato un hobby dovuto, e ne abbiamo avuto la dimostrazione durante questa Pandemia.
MH: Vuoi ora descriverci brevemente la nascita del tuo progetto solista e del disco? In particolare: come si è rivelato lavorare con due musicisti che vivono dall’altra parte del mondo?
MG: Allora.. il progetto Magic Opera era già in cantiere nella mia testa da diverso tempo, e appena ho avuto la possibilità si è concretizzato. L’obiettivo era quello di fare un disco in cui alcuni dettagli che non sono mai riuscito a mettere in risalto nei Derdian, per via di alcuni punti di vista differenti, venissero fuori in maniera massiccia. Si parla di arrangiamento dei brani, cura meticolosa nel mix delle tracce orchestrali, parti vocali meno protagoniste ma a gusto mio più vincenti. Non è stato facile inizialmente lavorare con gli altri ragazzi senza mai incontrarsi, e il fatto che l’album sia stato accolto alla grande più o meno da tutta la critica è sicuramente sintomo di una grande organizzazione. C’è da dire che a parte Enrico e Salvatore, già miei compagni di band nei Derdian, non ho scelto dei musicisti a caso, ma ho trovato per fortuna delle persone a cui piace molto questo genere di musica e che sanno il fatto loro.
MH: I brani che mi hanno più colpito sono “Never-ending Pain” e “Fight for the Victory”… ne parliamo in dettaglio?
MG: Certamente! “Never-Ending Pain” è anche il mio brano preferito dell’intero disco, perché ho cercato di raccogliere e miscelare una serie di stili differenti per creare una traccia che avesse dentro un po’ di tutto. Come avrai sentito c’è dentro anche una parte di tango con un cantato Death. Inoltre ritengo che abbia la sezione soli più bella del disco. “Fight For The Victory” è la tipica song con il grido di battaglia che forse renderà ancora meglio in sede live (se mai ce ne saranno).
MH: Non so se fosse tua intenzione promuovere i Magic Opera con un tour, o se volevi lasciarli nella dimensione di studio project… in ogni caso: come ti regolerai ora, con il perdurare dell’emergenza?
MG: Ecco, allora riparto dalla risposta precedente…. Se mai ce ne saranno: perché bisognerà vedere intanto la situazione legata alla Pandemia, e poi la disponibilità mia e di tutti gli altri musicisti, dato che siamo comunque tutta gente che lavora, con una famiglia e altre band da gestire. Quindi non sarà sicuramente così scontato riuscire ad organizzare qualcosa dal vivo, ma se si presenterà l’occasione si valuterà. Alla fine il progetto sta piacendo così tanto che ne sono rimasto abbastanza sorpreso pure io, e quindi sto ancora cercando di metabolizzare quello che sta succedendo. L’unica cosa che posso dire in questo momento è che le cose stanno andando in maniera particolarmente positiva in Giappone, dove già partivo avvantaggiato per il fatto che i Derdian hanno un buon seguito e molti mi conoscevano come compositore e tastierista. Quindi se adesso ti dovessi fare una previsione probabilmente il Giappone sarebbe la meta più plausibile per un’eventuale mini-tour.
MH: Il progetto avrà un seguito? Pensi a una ‘Parte II’ o a un tema completamente nuovo per un prossimo album?
MG: Partiamo dal presupposto che adoro il Fantasy. Quando con i Derdian abbiamo abbandonato la New Era Saga se n’è andata secondo me anche l’anima musicale dei primi 3 dischi che ci contraddistingueva sotto quel punto di vista. Quindi con questo progetto ho voluto in pratica rievocare quei tempi, inventando ovviamente una storia diversa ma musicandola con la stessa tipologia di composizioni. Adesso non ho ancora deciso cosa succederà, ma vedendo la risposta dei fans del genere in questo momento ti direi che probabilmente ci sarà un secondo disco. Staremo a vedere!
MH: I Derdian restano in attività, per quanto ne so… tu continuerai a farne parte e a gestire entrambe le band?
MG: Per il momento con i Derdian non cambia nulla. Io mi sono messo in gioco con Magic Opera anche perché avevo bisogno di capire se alcune mie convinzioni spesso non condivise potessero avere senso oppure no, dato che ero stufo di basarmi solo sulle opinioni degli altri, che dipendono sicuramente ed esclusivamente da gusti musicali diversi. Quindi ho deciso di mettere in pratica le mie idee, che comunque consistono più che altro in piccoli dettagli, e che secondo me però fanno grandi differenze. Adesso che ho in mano i primi risultati sono ancora più convinto di quello che pensavo, e sicuramente questa esperienza mi servirà principalmente per tutte le decisioni che prenderò in futuro sulla mia carriera musicale.
MH: Ancora sui Derdian: nella mia collezione il mitologico “New Era pt. I” ha un posto d’onore come uno dei migliori dischi power metal italiani di sempre, forse giusto un paio d’anni in ritardo rispetto alla ‘grande ondata’ del cambio di millennio… che ricordi degli inizi della band e dell’uscita di quel disco?
MG: Ho letto solo adesso la domanda ma mi sono già espresso in precedenza sulla New Era Saga. Personalmente sono i 3 dischi a cui sono più legato per tutta una serie di fattori… Innanzitutto perché essendo i primi dischi c’era un altro spirito e un altro modo di vivere il contesto per quanto mi riguarda… poi le canzoni sicuramente sono quelle a cui un po’ tutti, soprattutto gli amici di una vita, sono più affezionati perché ricordano la nostra gioventù. Con questo non voglio dire che gli ultimi dischi dei Derdian non sono validi per carità, ma non avranno mai un posto nel mio cuore come quello destinato ad esempio a “New Era 1”.
MH: Segui ancora la scena power? Sarei curioso di sapere se qualche disco del ‘20/’21 ti ha colpito in modo particolare…
MG: Purtroppo devo ammettere che non sono un grande ascoltatore di power “attuale”. Probabilmente perché dovendo già comporre e suonare canzoni in questo stile sento poi la necessità di ascoltare qualcos’altro o roba vecchia a cui sono affezionato. Ogni tanto comunque mi do un’occhiata in giro giusto per farmi un’idea, ci sono delle realtà soprattutto in Giappone ad esempio che spesso tirano fuori qualcosa di livello.
MH: La fine dell’intervista è lasciata naturalmente a te… grazie per il tuo tempo e a presto!
MG: Grazie mille a te Renato e a tutti i lettori di MetalHead, a cui mando un grosso in bocca al lupo per superare brillantemente questa Pandemia e che invito a supportare i progetti italianissimi come il mio, completamente autoprodotti e figli solo di una grande passione per la musica. Se vedete qualcuno che cerca di fare soldi con il power metal sappiate che è pazzo.
(Renato de Filippis)