Quando si dice un vero colpo di fortuna, reso possibile dalle nuove tecnologie… ero alla ricerca di “Of Ages”, raccolta postuma dei demo e delle rarità degli inglesi Ragnarok, pionieri della scena folk/black… e sono entrato casualmente in contatto con Deörþ, mastermind della band sciolta ormai da quasi venti anni. Il nostro ha accettato di farsi intervistare ed ecco così il resoconto della nostra chiacchierata, che colma un certo vuoto di informazioni in rete su questa band seminale: Buona lettura! (In English HERE)
MH:Ciao e grazie davvero per questa intervista! Allora, quasi 20 anni dopo che i Ragnarok si sono sciolti, come è la tua vita di tutti i giorni? Sei ancora coinvolto in qualche modo nel music business?
D:Non ho nulla a che fare con la musica da molto, molto tempo… al di là dell’ascoltarla, naturalmente – direi che le mie band preferite al momento sono Theatres des Vampires e Blutengel. Per essere onesto, con gli impegni quotidiani non riesco a mettere da parte molto tempo, e tutto quello libero che ho lo passo con le auto – guido la sezione locale di un gruppo Alfa Romeo, per cui la maggior parte del metal che ascolto in questi giorni… è su quattro ruote, ahah!
MH:Vuoi brevemente ricordarci la storia della band? È vero, come indicano i Metal Archives, che i Ragnarok si sono sciolti dopo che parti del vostro futuro terzo album andarono perse?
D:La band fu fondata nel 1987 sotto il nome Nasty con il chitarrista Paul Trotter, che più recentemente ha suonato con gli Holosade e ora è negli Armortura. Cambiammo nome in Ragnarok nel 1988, quando si unirono al gruppo Morgoth alla chitarra e Cerumnos alla batteria. Suonammo per qualche anno nella nostra zona prima di pubblicare il primo demo, “Ragnarok”, nel 1991, e il secondo, “Voluspa”, più tardi nello stesso anno. Moon sostituì Morgoth nel 1992, e usammo una drum machine e un session guitarist per registrare il 3° demo, “Beloved of the Raven God”, nel 1995. Stenfält si unì alla chitarra assieme a Senrith alle tastiere nel 1996, e Moon fu sostituito da Ashrath subito prima che firmassimo per la Neat Metal Records nel 1997. “To mend the oaken Heart” fu pubblicato lo stesso anno, e “Domgeorn” seguì due anni dopo. “Þridda” sarebbe dovuto essere il terzo disco, ma come hai detto non ha mai visto la luce del sole – avevamo registrato tutte le parti di batteria, il basso, le tastiere e anche alcune guide lines per la chitarra, ma non fu mai completato. Si è volatizzato… qualche anno fa sono stato contattato dalla Aurora Australis Records che inizialmente voleva ripubblicare i primi due CD; ma dato che avevamo praticamente un album completo pronto con i vecchi demo e materiale inedito, alla fine sono questi brani che sono stati pubblicati – è sempre bene ascoltare le vecchie composizioni e vedere come si sono evolute.
MH:Ancora in relazione a “Þridda”: è vero che non rimane nulla dei brani che stavate componendo all’epoca?
D:Come detto, molte delle parti di base erano state registrate. L’album sarebbe dovuto essere di tre parti (da qui il titolo, “Þridda” è Antico inglese per ‘terzo’), e ogni traccia era un epos lungo 25 minuti con potenti parti orchestrali e vari strumenti tradizionali… sfortunatamente, tutto è andato perduto quando la Neat Metal fu venduta. Non so davvero che cosa sia capitato ai nastri, e so che i ragazzi agli Impulse Studios hanno fatto una ricerca, ma il master non è stato più trovato da nessuna parte… ho passato parecchio tempo tentando di ritrovarli, ma purtroppo senza risultato!
MH:Presumo che il guerriero raffigurato sulle vostre copertine sia il ‘Raven God’, è corretto? Cosa puoi dirmi su di lui e sulla sua ‘Beloved’, che, presumo, appare sulla copertina del vostro ultimo demo e sull’ultima pagina del booklet di “Domgeorn”?
D:Il ‘Raven God’ è Woden/Odin della mitologia germanica. La sua ‘Beloved’ è la terza moglie, Eorth/Earth, madre di þunor/Thor.
MH:Sei l’autore dei booklet, del logo della band e anche dei caratteri in cui sono stati scritti i testi, giusto? Credi che questi elementi siano stati importanti per il vostro messaggio e la vostra musica?
D:Ahah, sì, ero solito avere molto più tempo nelle mie mani! Fui un po’ contrariato dal mondo in cui fu creato il booklet di “Oaken Heart”, per cui mentre registravamo “Domgeorn” decisi di scrivere a mano tutti i testi – non esattamente l’Evangeliario di Lindisfarne [il riferimento è a un celebre manoscritto medievale, qui si possono vedere alcune immagini, nda], ma credo che certamente offre un tocco di arte primitiva che si sposa bene con la musica… forse non troppo semplice da leggere, ahah!!
MH:Parliamo ora dei titoli dei dischi: cosa significa “Domgeorn” e qual è il messaggio che un titolo come “To mend the oaken Heart” vuole dare?
D:“Domgeorn” significa ‘in cerca di gloria’ – è un concetto fondamentale della psiche del guerriero anglosassone, specialmente in poemi come il ‘Beowulf’. Per “To mend the oaken Heart”… ad essere onesto non riesco a ricordare da dove venne fuori! Il ‘Cuore di quercia’ è il cuore della natura, direi… un modo più naturale di vivere.
MH:Alcuni dei testi di “Domgeorn”, se non vado errato, sono scritti in anglosassone… come venne fuori l’idea di scrivere e cantare in questa lingua?
D:Era qualcosa in cui ero interessato – chi siamo, da dove veniamo. È un periodo della storia inglese che è spesso trascurato, schiacciato com’è fra i tempi romani e l’epoca vichinga, ma in realtà è il periodo che rappresenta la parte maggiore della nostra lingua e della nostra cultura. Imparare la lingua fu davvero interessante e ci permise uno sguardo più profondo su molte delle piccole stranezze dell’inglese. Scrivere testi in Inglese Antico fu anche un modo per distinguerci un po’ da tutte le band viking del tempo.
MH:La mia canzone preferita nella vostra discografia è “þonne Waeron We Haeleð”… è seccante per me ignorare perfino il senso del titolo! Puoi illustrarmi la natura della canzone?
D:“Quando eravamo eroi” – direi che come molte delle canzoni guarda a un passato fantastico e glorioso… i racconti di miti e poemi epici, e l’ideologia di una élite di guerrieri. Bla bla bla – ti sei fatto l’idea, ahah!
MH:Credi che i Ragnarok abbiano lasciato un’eredità nell’attuale scena folk/black/viking? E pensi che abbiate avuto meno di quanto meritavate?
D:In realtà ascoltavo “Oaken Heart” proprio l’altro giorno, e pensavo ‘hey, eravamo abbastanza bravi’… poi ho ascoltato altri brani e ho pensato ‘no, alcune di queste cose erano decisamente brutte, ahah’! Abbiamo avuto una influenza? Sì, penso di sì, mi capita ancora di vedere o sentire qualcosa e pensare ‘questo ha chiaramente qualcosa di nostro’, ed è sempre bello vedersi menzionati qui e lì, o vedere la gente postare qualcosa su YouTube. Non penso che abbiamo avuto meno di quanto meritavamo – ci siamo divertiti ed è bello guardarsi indietro e riconoscerlo. L’unico grande rimpianto è che “Þridda” non fu mai finito – ho sempre pensato che un giorno dovrei provare e finalmente finirlo – tutta la musica è già scritta, l’artwork della cover era iniziato… ma è altamente improbabile ora, tra l’altro dubito che la mia voce sarebbe all’altezza, ahah!
MH:Ti lascio la fine dell’intervista, se hai qualche messaggio per il pubblico o qualche ‘dichiarazione per il mondo’… grazie davvero per il tuo tempo, e a presto!
D:Un messaggio per il mondo… ahah! Seguite i vostri sogni. Vivete una volta sola, quindi fatelo al meglio. Grazie per l’intervista, è stato grande rivivere alcune delle vecchie memorie… Cheers!
(Renato de Filippis)