Il concerto dei Wintersun a Roma è una perfetta occasione per intervistare Teemu Mäntysaari, chitarrista nella band fin dalle origini. Vi chiedevate perché non è ancora uscito il seguito dello splendido “Time I”? Qui sotto la risposta, assieme ad altre considerazioni sul tour e sulle future attività dei finlandesi. Buona lettura!
Prima domanda, ovvia e scontata: dov’è “Time part II”?
Buona domanda! (sorride) Ce la fanno spesso. Ma tutto si spiega con la campagna crowdfunding che abbiamo compiuto per l’ultimo album, “The Forest Seasons”, che era volta a costruire lo studio che ci serve per produrre “Time II” nel modo in cui vogliamo… cioè perfetto e senza compromessi. Per questo ci vorrà ancora un po’ di tempo: con ogni probabilità ci saranno un’altra campagna e un altro album prima di “Time II”. Non vogliamo metterci più del necessario ma ci serve che il disco sia eccellente.
Questo perfezionismo è anche il motivo per cui passa tanto tempo fra un disco e l’altro… in media cinque anni?
Beh, l’ultimo disco ha avuto un processo di lavorazione particolare, volevamo accontentare i fan e dunque abbiamo anzitutto composto una nuova canzone, per poi renderci conto che da lì poteva derivare un intero disco. Questo è successo senza un piano, in maniera del tutto spontanea. Il processo di registrazione è stato relativamente rapido, due anni e mezzo o forse tre, naturalmente con delle pause nel mezzo. Volevamo finire “Time II” prima di far uscire “The Forest Season” ma non ci siamo riusciti… però per il prossimo ci vorranno meno di cinque anni! (ride)
Tre parole per definire “The Forest Seasons”.
È epico, anzitutto. Poi ‘natura’ è un’altra parola forte per descrivere l’album. Come terzo termine sceglierei ‘primordiale’ (‘primitive’ nell’originale inglese, ndr), nel disco c’è qualcosa di originario e organico.
C’è una ragione per cui nel booklet rappresenti la primavera?
C’è certamente un’idea dietro le rappresentazioni. Ovviamente Jari è stato il primo a scegliere ed ha scelto l’inverno, la ‘sua’ stagione… (annuisco) no aspetta, a Jari piacciono l’estate e il bel tempo! (ride) Ma si sente strettamente connesso a questa fase dell’anno. “Loneliness” è un brano molto toccante ed è quello che Jari sente più suo. Credo che il secondo a scegliere sia stato Jukka con l’autunno, il brano più oscuro e si adatta al suo carattere ombroso, del resto fa delle backing vocals profonde in growling su questo pezzo. Poi ho scelto io la primavera, che rappresenta il pezzo più energico del platter, con un inizio oscuro in cui la natura non si è ancora svegliata del tutto, ma poi sfocia in questa sezione maestosa con sentimenti positivi ed energetici, e in qualità di membro più giovane del gruppo mi sento di rappresentarla. Kai ha scelto l’estate perché ama il relax ed è una persona solare, che adora avere gente attorno, quindi anche per lui si è trattato di una scelta naturale.
Siete alla fine di un tour molto lungo… soddisfatti del risultato?
È stato davvero bello. Abbiamo ancora una settimana con show in Grecia e in Europa dell’est, ma è solo la seconda parte del tour. Quest’estate abbiamo avuto numerosi festival e poi un piccolo tour nei club in Finlandia. Adesso abbiamo un mesetto di pausa, poi saremo in Australia e in Nuova Zelanda. Quindi l’anno prossimo saremo in Nordamerica. In lista ci sono numerosi posti dove non abbiamo mai suonato prima…
Per Roma è la prima volta?
Mi sembra che abbiamo suonato un paio di volte qui in passato, ma molto tempo fa, nel 2005 o nel 2006. Altri posti sono invece davvero un punto interrogativo, non sappiamo se ci sarà pubblico perché non ci abbiamo mai suonato prima! (sorride) Ma in generale il pubblico è stato sempre entusiasta a questi ultimi show, ed è sempre bello vedere nuova gente che si diverte ai concerti come noi ci divertiamo ad andare in tour.
È facile suonare dal vivo questi brani davvero molto lunghi?
Alcune canzoni sono naturalmente più impegnative di altre, ma a questo punto del tour ormai ci siamo perfettamente affinati, e possiamo connetterci meglio al pubblico e ‘sentire’ maggiormente i brani come nostri. Molti ci chiedono se sia difficile ricordare un brano di 15 minuti, ma per me non conta davvero la durata, mi approccio allo stesso modo a un pezzo di 3. Suoniamo 90 minuti a sera e non conta il numero delle canzoni, da parte nostra ne suoniamo soltanto nove perché quasi tutti sono davvero lunghi, ma il set scorre molto velocemente mentre sei sul palco.
Sono anni che sono curioso di sapere l’esatto significato di “Sons of Winter and Stars”…
Il brano è stato scritto da Jari, come sai, e quindi non posso andare troppo in profondità con il significato del testo, ma sono sicuro che in generale i testi di “Time I” hanno un senso universalistico, e “Sons” dovrebbe intendere il riunirsi, lo stare insieme, e potrebbe essere una metafora per la comunità del metal o dei nostri fan (delusione! Pensavo a chissà che senso metafisico… ndr). Naturalmente puoi fare la tua personale interpretazione, ma per noi è un brano che ci unisce ai fan, ed è sempre bello cantarlo assieme a loro e urlare ‘WE are the sons of winter and stars’ tutti insieme.
Curiosità: hai sentito l’ultimo disco degli Ensiferum?
Ancora non bene ma ho ascoltato il singolo, ed è kick-ass metal come tutte le loro cose! Mi piacerebbe approfondire il discorso quanto prima, e soprattutto penso che sarebbe molto cool, prima o poi, fare qualcosa con loro.
Vuoi salutare gli appassionati italiani?
Grazie per il supporto, con il crowfunding e con gli show, speriamo già di tornare quanto prima!
(Renato de Filippis)