(HERE IN ENGLISH) Ha suonato con i Bad Moon Rising, i Whitesnake e Dio. Pure con Glenn Hughes e i Revolution Saints. Suona con energia e stile, con quelle mani d’oro (cit. Corabi) e sembra abbia trovato la sua band dei sogni quando è entrato a far parte dei The Dead Daisies circa dieci anni fa. Visto che i Daisies erano in tour con una data in città, non potevo certo perdermi lo spettacolo e nemmeno potevo trattenermi dall’incontrarmi con Mr Dough Aldrich, per porgli qualche domanda!

MH: Ciao Dough! Iniziamo subito: come sta andando questo piccolo tour?
DA: Molto bene! Davvero, la band funziona alla grande. Siamo felici di essere in Italia in questo momento. Solo due concerti, ma siamo molto felici di questo.

 

MH: Festival estivi a parte, state pianificando altri tour per il 2025?
DA: Certo, in giugno abbiamo appunto alcuni festival e poi un po’ di altri spettacoli in giro…
MH: E nuovamente in Italia?
DA: Non penso, non ancora, purtroppo.

 

MH: Parlando del tuo coinvolgimento in questo super gruppo pieno di nomi importanti: come ha fatto David a prenderti e tenerti qui ormai per circa dieci anni?

DA: Qui sono tutti amici, sai, e quando sono entrato nella band mi sono sentito in una famiglia; facciamo tutto assieme, scriviamo assieme, proviamo assieme ovviamente, ma specialmente scriviamo e registriamo, e farlo assieme è veramente… fantastico! Sai, ovviamente puoi scrivere un disco mandando mails avanti ed indietro… tu puoi registrare la tua parte, io posso registrare la mia, e la roba viene inviata a tutti, facciamo tutto separatamente… ma non è molto divertente; in questa band per fortuna facciamo tutte le cose assieme, una cosa molto appassionante. Viene inoltre tutto meglio quando si registra assieme.

 

MH: Questa band ha una line up che mi fa diventare matto: gente che va, gente che viene. È un casino! Pensavo fosse tornato Castronovo, ma non è tornato. Invece è tornato nuovamente Tommy Clufetos. Ed è tornato pure John Corabi!

DA: È molto interessante. Perché, questa è davvero la band di John. Lui è il tipo perfetto. Anche la roba che abbiamo fatto con Glenn (Hughes, ndr)… come John la porta sul palco è fantastico. E questo è ottimo. Ci sono sempre stati dei cambiamenti, ma ora siamo abbastanza stabili, penso sia il secondo anno con Tommy, quindi abbiamo la stessa line up, solo che è tornato Tommy… e Tommy è una potenza, è bravo, siamo grati di averlo nella band… ma siamo altrettanto grati di aver avuto gente come Deen Castronovo.

 

MH: Io penso che i cambi di line up siano colpa tua… o un tuo merito… perché sembra che la maggior parte dei membri di questa band saltino fuori dalla tua carriera. Come Marco Mendoza che era con te nei Whitesnake, poi hai avuto a che fare pure con Glenn, sembra a te piaccia chiamare tutti i tuoi amici in questa band!

DA: In realtà, voglio dire, ci sono stati molti membri dei Whitesnake… quindi si… ma penso sia tutto incentrato sull’amicizia. Io e Richard Fortus eravamo amici prima che io arrivassi, e quando Richard mi ha fatto entrare, Marco era già nella band, quindi ecco i quelli dei Whitesnake… e poi sai, Brian (Tichy, nei Whitesnake dal 2010 al 2013, ndr) è pure stato in questa band, così ecco un altro tizio dai Whitesnake; in momenti diversi siamo stati nei Whitesnake e poi questi sono poi arrivati qui… ad un certo punto ci serviva un nuovo bassista e Michael Devin era libero, suona con i Guess Who… ma anche lui viene dai Whitesnake, anche se ora suona con questi Guess Who, che è da dove l’abbiamo scovato.

 

MH: In questo momento tu e David siete i membri più stabili e da più lungo tempo. Tu ci sei da dieci anni e lui è il fondatore della band… quindi chi è il capo ora? Essendo tu il più vecchio assieme a David, chi decide quando fare un disco o un tour o qualsiasi altra cosa?

DA: Abbiamo un grande spirito di squadra. David è la mente, con tutti i suoi collaboratori… un gruppo di gente che lavora. Quindi vengono presentate idee a David… decide lui, lui ha l’ultima parola, ma a lui piace lavorare in team, sai, incontri tutti assieme e prendere decisioni assieme, e poi alla fine ci dicono cosa vorrebbero fare. Personalmente io sono dentro a questo. Non voglio più fare tante cose tutte assieme, quindi del 2019 ho sostanzialmente fermato tutto… i Revolution Saints, i Burning Rain… per concentrarmi solo su questo. È meglio per tutti. Ma comunque, tornando alla domanda, per le cose delicate è sempre David che ha l’ultima parola.

 

MH: Il nuovo disco che esce a maggio si intitola “Lookin’ For Trouble”… Che titolo!

DA: Penso sia stato Michael Devin che ha avuto l’idea del titolo. Eravamo in Alabama, scrivendo dei brani per “Light ‘Em Up”, e abbiamo deciso, sai… eravamo in questo favoloso studio blues, con così tanta storia di artisti blues e un sacco di rock e southern rock… e abbiamo deciso; eravamo li seduti tutto il giorno mentre stavano registrando altre canzoni, e noi abbiamo iniziato ad improvvisare con quel sapore blues… ma lo facevamo a modo nostro, sai, e ci siamo accorti che era fantastico, ecco… quindi abbiamo acceso il computer e registrato un po’ di roba… che poi è diventata un album! Abbiamo iniziato con un paio di brani, e poi abbiamo deciso di continuare a farlo…

 

MH: Come avete scelto i brani? Perché la lista è ottima!

DA: Yeah! Decisamente ottima! Ognuno ha preso quel che gli piaceva, ha gettato sul tavolo qualche brano, l’abbiamo provato, volevamo essere sicuri venisse fuori bene…

 

MH: Da quel che ho sentito finora, sono decisamente dei brani blues… ma li avete elettrificati un bel po’, sono dannatamente pesanti!

DA: Yeah! Pesanti, ma non come il nostro solito, perché abbiamo usato amplificatori più piccoli e chitarre differenti. Ho usato tutte le Les Pauls (Gibson, ndr) degli anni ’50 che ho, abbiamo usato testate più piccole per ottenere delle tonalità diverse; la parte pesante viene dalla sessione ritmica, quelle chitarre sono davvero super pesanti.

 

MH: Corabi è probabilmente la voce perfetta per questi brani, la voce giusta per cantare queste canzoni…
DA: È vero!
MH: Suonerete qualcuno di questi pezzi stasera?
DA: Yeah. Suoniamo qualcosa in questo tour, poi dell’altro man mano che va avanti l’anno, ma per ora ne facciamo solo un paio.

 

MH: Ho una domanda che posi a Castronovo (qui) quando lo intervistai per questa band qualche anno fa. La band coinvolge cinque tizi, tutti famosi e con un forte ego. Come fate ad andare avanti senza ammazzarvi l’un l’altro?

DA: (ride, ndr)… è molto facile in quanto siamo amici e cerchiano di lasciare le cose personali… lasciamo quella roba a casa, sai, quindi quando andiamo avanti assieme cerchiamo di supportarci a vicenda, e se vuoi avere successo devi supportarti a vicenda… e questo è quello che fanno i Dead Daisies. Ci sono momenti che possiamo trovarci in disaccordo su qualcosa, ma ci lavoriamo sempre sopra!

MH: Dovremmo scrivere a Deen e dirgli che hai dato una risposta praticamente identica alla sua!

 

MH: Vi ho già visti qualche volta: avete l’energia di una band fatta di ragazzini, ma nessuno di voi -di noi- è più un ragazzino. Dove trovate questa forza che trovavamo in una band emergente degli anni ’80?

DA: Ci sentiamo bene, riceviamo energia dalla musica, e a noi piace, ci crediamo, è la musica che ci piace, che suoniamo e ci divertiamo a farlo, e voglio dire che quanto suoni rock’n’roll, con bellissime chitarre, grandi personaggi, amici… ti senti giovane.

 

MH: Una domanda personale per te. Come ti senti quando suoni quelle sei corde? Qual’è la forza interiore che trasforma Dough l’uomo nel chitarrista che vediamo sul palco? Quale è la differenza tra te qui seduto ora e te dopo sul palcoscenico?

DA: Quando vado là fuori sento tutta l’energia di uno spettacolo di rock’n’roll, e sono li che dico di farlo, di suonare, voglio sempre fare lo spettacolo perfetto, suonare bene, e magari non faccio tutto impeccabile ma quella parte mi viene perfetta, e questo mi spinge a dare il massimo, a fare sempre meglio!

 

MH: Per chiudere, per favore un messaggio ai tuoi fans, ai fans della band, e ai lettori di METALHEAD.IT

DA: Prima ai fans: vogliamo dirvi che vi siamo grati, grazie, così tanto supporto in questi anni. È molto meglio fare musica con voi che ve la godete. A METALHEAD.IT, voglio solo dire grazie per il supporto e per supportare la musica, non solo la nostra, ma tutta la musica che supportate. Significa molto per la gente poter leggere della band preferita ma anche di altre band che ci sono in giro. Quindi grazie a voi ragazzi, significa davvero molto. GRAZIE MILLE! (in italiano, ndr)

(Luca Zakk)

Foto: Monica Furiani Photography