Una carriera ormai consolidata per una realtà italiana che ha fatto della difesa delle sonorità classiche un portabandiera. In occasione dell’uscita di “Will Of The Strong” (recensione qui), facciamo due chiacchiere con Tony e Federica, chitarra e voce rispettivamente.
MH: Intanto congratulazioni ragazzi per l’album numero dieci in carriera. Un traguardo non da tutti! Quando avete cominciato, ditemi la verità, vi sareste mai aspettati di avere una carriera così alle spalle?
Tony: Ciao Enrico e ciao a tutti… Sinceramente No, anche perché a Maurizio Chiarello dell’Underground Symphony in occasione della pubblicazione del nostro primo album qualcuno gli disse: “Tu pubblichi quell’album e poi chiudi l’etichetta”! Sia noi che lui siamo ancora in piedi!!! Son passati esattamente 22 anni dalla pubblicazione del nostro primo album ed è un piacere essere ancora qui a parlare di musica.
MH: La lavorazione della vostra ultima fatica ha richiesto una gestazione bella lunga… C’è qualcuno che ha tenuto una direzione precisa in tutta la fase compositiva o vi siete lasciati guidare più dal momento?
Tony: La gestazione è stata lunga ma sapevamo esattamente quello che cercavamo. Io e Danilo siamo stati quelli che più han tenuto il timone, non nego che ci son stati dei momenti in cui eravamo tentati a sperimentare nuove sonorità, ma alla fine non ci appagavano.
MH: E dopo l’album arriva per forza, e per fortuna, l’ora dei concerti… Opterete per una sorta di tour oppure intanto punterete su singole date?
Tony: Assolutamente si, live live live… le date sono in via di programmazione da settembre in poi sia in Italia che all’estero, ma già da quest’estate suoneremo a dei festival italiani tra i quali l’Agglutination e il Wings of Bea.
MH: Tornando all’album, dopo il primo ascolto ho subito pensato a delle sonorità molto ma molto vicine a “Tales Of The North”. In qualche modo la mitologia nordica vi ha sempre dato grosse ispirazioni…
Tony: Ti dirò la cosa non era voluta, anzi rispetto a “Tales…” abbiamo delle orchestrazioni più potenti e più ricercate, però sai da dentro difficile giudicare questa cosa, evidentemente gli Dei del Nord hanno guidato la nostra mano.
MH: Tra l’altro, la copertina è bellissima! Potete raccontarci qualcosa della sua genesi?
Tony: Grazie per il complimento… Io e Federica abbiamo lavorato molto su come volevamo la copertina, piena di significati, più o meno nascosti. Abbiamo passato le nostre idee a Gaetano Di Falco, il quale ha iniziato subito e tradurre le nostre idee in un disegno reale, Gaetano ha centrato in pieno l’obbiettivo. Quando il resto della band ha visto la genesi della copertina sono rimasti tutti subito soddisfatti.
MH: Una cosa che chiedo sempre… Voi registrate in presa diretta o preferite lavorare di più sulle singole linee strumentali e quindi più in fase di mixaggio?
Tony: Noi abbiamo sempre registrato in multitraccia senza la presa diretta, ma questo non vuol dire che lavoriamo di più in fase di mix, siamo molto attenti a cosa registriamo, la qualità delle riprese è elevata, se vuoi ottenere un ottimo sound finale devi avere un ottimo sound di partenza.
MH: Avete registrato ai New Sin Studio di Loria (TV), ormai una culla di molti lavori italiani che hanno lasciato il segno nella storia del metal tricolore. Voi personalmente, come gruppo, vi ritenete parte di un suono tricolore? Voglio dire, con tutta la mia buona volontà di recensore ho sempre cercato di accostarvi al suono tedesco piuttosto che mediterraneo in generale, ma in effetti devo dire che suonate semplicemente voi stessi, pur facendo un genere classicissimo…
Tony: Vedo con piacere che ti sei quasi autorisposto (ride, ndr). Noi ci riteniamo assolutamente si Metallari Tricolori ed è vero come dici tu che suoniamo noi stessi e di questo ne andiamo fieri.
MH: E a proposito di genere classico, cosa ne pensate dei ‘dinosauri’ come Iron Maiden e Metallica? Pensate che al giorno d’oggi si potranno creare altri mostri sacri per il futuro o sparita quella generazione di musicisti (dove cronologicamente siete inseriti anche voi) non ci saranno più nuove leve che diventeranno leggende?
Tony: Per i dinosauri ho massimo rispetto, sono quelli che ancor oggi riescono a vendere un milione di copie senza batter ciglio e poi via di nuovo on the road… Spero campino ancora a lungo e che continuino a fare dell’ottima musica, anche perché fin’ora personalmente non ho trovato nessuna nuova leva destinata a diventare leggenda, questa cosa m’inquieta un po’…
MH: Ascoltate nuove uscite metal nella vita privata o restate legati ai suoni magari anni ‘80, magari in vinile?
Tony: Ascolto di tutto e anche gli altri ragazzi lo fanno, siamo legati alle vecchie sonorità ma non disdegno quelle moderne. E tra l’altro il vinile ancora funziona a casa mia…
MH: Federica, una domanda per te: tu hai vissuto l’America sulla pelle per un bel po’. Com’è davvero la scena musicale metal lì oltre oceano? c’è crisi pure lì o vivono davvero in un altro mondo come alcuni vogliono farci credere?
Federica: Io ho vissuto per sette anni nel sud degli Stati Uniti dove regna la musica country. Per quello che ho notato posso dirti che tutta la scena metal è ridotta ai minimi termini. Le band conosciute sopravvivono principalmente grazie ai festival e tour europei. Sicuramente ci sono stati dove si riscontra una presenza maggiore di musica metal ma sicuramente non ai livelli di qualche decade fa.
(Enrico Burzum Pauletto)