photowildL’uscita di “En Tierra hostil” è un’ottima occasione per discutere con Javier, chitarrista degli spagnoli Wild, band votata a una intelligente rivisitazione delle atmosfere dell’heavy metal classico. Buona lettura!

Salve Javier, saluti dall’Italia e complimenti per “En Tierra Hostil”! Lo spirito dell’heavy metal anni ’80 rivive nella vostra musica!

Grazie mille, Renato! Siamo sicuramente molto felici del disco, e cosa posso dirti… siamo nati e cresciuti negli anni ’80 e maturati ascoltando questa musica. Queste influenze saranno sempre presenti nella nostra musica!

Credo che la band non sia ancora ben nota in Italia, per cui spero tu possa raccontarmi brevemente la vostra storia…

È molto semplice: siamo un gruppo di tizi con i capelli lunghi che dal 2005 vuole rockeggiare giorno e notte!

Perché cantate in spagnolo? Non pensate che l’inglese potrebbe allargare i vostri orizzonti e il numero dei vostri ascoltatori?

Quando metti su un progetto musicale, ci sono mercati, ascoltatori e luoghi differenti a cui potersi indirizzare. Effettivamente i nostri primi testi erano scritti in inglese. Ma c’è una cosa importante da considerare: ci sono migliaia di band che cantano in inglese, delle quali centinaia sono composte da nativi inglesi. Questo a prima vista è un chiaro handicap, così pensammo che potevamo fare molto meglio usando la nostra lingua, peraltro incredibilmente ricca. In ogni caso, pensa a formazioni come i Rammstein… quando hai a che fare con gente come questa, il parlato è spinto decisamente indietro!

Quali sono le band che ammiri in particolare? A parte i soliti giganti del metallo, c’è qualche formazione spagnola che citeresti fra le tue maggiori fonti di ispirazione?

Personalmente citerei gli Ángeles del Infierno; hanno composto grandi dischi negli anni ’80 che per me è sempre un piacere riascoltare. Ai giorni nostri amo una band che si chiama Steel Horse; grandi musicisti, top rockers e ottimi compagni.

Parliamo del disco adesso! Il lupo mannaro che c’è sulla copertina è il vostro simbolo? Ha un nome? Credo che sia mostrato su tutte le vostre cover…

Esatto, il lupo mannaro è la nostra mascotte e certamente lo vedrai ancora in futuro sulle nostre copertine e produzioni artistiche. Non ha ancora un nome, ma spesso ci riferiamo a lui come “lupetto”, “pupazzetto”, “il cane” e cose simili, ahah!

I miei brani preferiti del disco sono “La Noche del Pechado” e “En Tierra hostil”… mi diresti qualcosa di più al riguardo?

Questi brani mostrano i due lati di quella moneta che sono i Wild. “La Noche del Pechado” si muove fra rock ed heavy metal, con un messaggio che incoraggia a fare festa, bere, scopare e, perché no, pensare alla propria situazione. Un classico brano per l’headbanging con una birra in mano! Dall’altra parte, “En Tierra hostil” è una canzona epica e un po’ più complessa sulla situazione contemporanea, un mid-tempo con qualche cambio che porta sempre oltre. Proprio come dice il ritornello: “Combatti la paura… che cosa puoi perdere?”

Cosa mi dici del video di “Hijos del Rock”? L’ho visto sul vostro sito internet…

Beh, il video appartiene al nostro precedente lp “La Nueva Orden” ed è lì dal 2012. È il nostro secondo video (ecco invece il primo:https://www.youtube.com/watch?v=dxoXdqAFjQg) e personalmente mi piace molto: semplicemente le nostre brutte facce, fumo, luci e la musica. Hellyeah!

Quali sono i vostri piani ora? Ci sarà un tour per la promozione del disco?

I nostri piani sono andare in tour, suonare, rockeggiare e iniziare la composizione del nuovo disco. Abbiamo già diversi concerti fissati per quest’anno (la lista sul nostro sito: http://wearewild.net) e stiamo lavorando sodo per fare del nostro meglio sul palco.

Ti lascio naturalmente la fine dell’intervista, grazie e a presto!

Grazie davvero per il tuo tempo, Renato! È stato un piacere parlare con te. Speriamo la prossima volta di incontrarci a un nostro show!

(Renato de Filippis)

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