Intensa serata al Locomotiv di Bologna. I gruppi sul palco sono senza definizione. Unici. Speciali. Non è metal in senso puro. Ma lo è in senso esteso. Non è black metal, ma forse le origini sono quelle. Non è prog, ma ne integrano tanto. È pura espressione artistica. Ed il Locomotiv è risultato essere la location perfetta per un simile evento.
Immensi i Krakow. Band strana, non convenzionale. Musica complessa. Avvolgente. Introspettiva. Ricordo le pause nelle canzoni, non tra le canzoni: diversi secondi di silenzio assoluto. Band silenziosa. Pubblico silenzioso in una forma di adorazione ipnotica.
I Vultures Industries non hanno paragoni. Questa volta Bjørnar Nilsen ha le scarpe. Ma il resto della band è scalza. Diversi da tutto e tutti. Look assurdamente geniale, sembrano un gruppo di contadini ubriachi di ritorno da una festa paesana. Coinvolgimento senza limiti, con Bjørnar che scende dal palco e si nasconde tra la folla. Musicalmente perfetti, superiori. Genio e pazzia che diventano una sola cosa.
Ma la band morbosamente attesa da tutti, erano gli Arcturus. Un evento quasi unico. Un’apparizione quasi divina per una band storica, assurda, distintiva, complessa, originalissima. E con membri d’altissimo livello, dai fondatori Hellhammer e Sverd, fino al più recente vocalist, ICS Vortex. Puro impatto scenico. Drumming preciso e letale. Tastiere tra il trionfale e l’extraterrestre. ICS che impersona deviatissimi personaggi carnevaleschi, nascondendosi a volte dietro quella maschera post atomica. Una performance apocalittica e mostruosa.
Ora che la musica non ci accompagna, ora che è calato il silenzio, forse, sono le foto che vi possono riportare a quella superba serata…
(Testo: Luca Zakk)
Arcturus:
Vulture Industries:
Krakow: