Si. Gli Avantasia possono. Tobias Sammet, sicuramente, può. E lui non lo nega, anzi! Presentando il brano “Maniac” (cover di Michael Sembello, brano famoso per essere parte della colonna sonora di “Flashdance”) Tobias rivela al pubblico che molti chiedono per quale motivo, con tutti i brani originali degli Avantasia a disposizione, portano in scena una cover. La sua risposta? “Perché noi possiamo!”.
Ironia a parte, Avantasia è ormai un mostro immenso. Dopo otto full length, dopo quasi vent’anni, dopo aver ospitato i migliori cantanti metal del pianeta (tra questi anche Alice Cooper, Dee Snider, Roy Khan, Joe Lynn Turner e Jon Oliva, oltre ai più ‘comuni’ Lande, Kiske, Catley, Atkins, Tate, ecc…) il progetto è in piena forma ed oltre a sfornare delle rock opera di un livello irraggiungibile, riesce ad avere una dimensione live, cosa che altri progetti ‘simili’, ad esempio Ayreon, non riescono ad avere.
Ma Avantasia non porta sul palco una sintesi della rock opera: Avantasia porta sul palco qualcosa di molto simile al prodotto in studio, riuscendo a trascinare in tour un ampio range di vocalist d’eccezione!
Non occorre pensare alla complessità dei ri-arrangiamenti o al variegato coordinamento dell’attività sul palco di tutti questi artisti per capire la grandezza di questo progetto: basta immaginare la ‘semplice’ logistica che porta ad avere tutte quelle voci davanti al pubblico, ogni sera, durante tutto il tour! Non è facile mettere in fila le date di un tour mondiale della durata di due mesi con tutti questi grandi nomi presenti ogni singola sera!
L’appuntamento di Milano ha messo sul palco, in un’unica serata, la potenza di Jørn Lande, la graffiante rabbia di Ronnie Atkins e Bob Catley, la pulizia di Eric Martin, la tecnica di Geoff Tate, oltre alla sensuale versatilità di Adrienne Cowan, o l’efficenza di Ina Morgan e Herbie Langhans.
Inoltre, non è assolutamente facile proporre uno spettacolo ininterrotto di oltre tre ore, senza pause di alcun tipo. E non è affatto facile, o scontato, intrattenere tutti i presenti in una venue come l’Alcatraz strapiena, senza stancare…. mantenendo il pubblico in condizioni di esaltazione mistica dall’intro (un brano degli AC/DC seguito da “Ode Alla Gioia” di Beethoven), fino all’ultimo brano e conseguenti successivi saluti, passando per hit quali “The Scarecrow”, “Lost in Space” o “Twisted Mind”.
Ma Tobias l’ha detto chiaramente: loro possono.
Tre ore di concerto impareggiabili. Un esempio palese ed assoluto di immensa professionalità, di genio dell’intrattenimento, di coordinazione scenica ed artistica, di perfezione a livello sonoro, tecnico ed organizzativo (in oltre tre ore non si vede nessun roadie o tecnico sgattaiolare furtivamente sul palco per aggiustare o adattare qualcosa).
I vari vocalist ospiti, poi, aggiungono qualcosa in più: non solo cantano per Avantasia, progetto con una vasta fanbase, ma loro stessi attirano i propri innumerevoli fans (eccomi, a qualcuno ho confessato che andavo a vedere Jørm con gli Avantasia…. e non viceversa), generando una ulteriore esaltazione che si colloca sopra ad una già elettrizzante esaltazione.
Dopotutto, quanti concerti, quanti chilometri e quanti biglietti d’ingresso servono per vedere tutti questi iconici vocalists dal vivo?
Tobias Sammet li offre tutti assieme, in un’unica serata… perché lui può!
Ma Tobias non raggiunge questo potere semplicemente ingaggiando e pagando compensi. Questo potere è generato dalla sua capacità di offrire qualcosa di grandioso! Il progetto Avantasia è sempre stato un qualcosa di eccellente, musicalmente superlativo, intenso a livello compositivo, esemplare per l’impostazione da rock opera con concept album avvincentis: Avantasia ha qualcosa di grande da offrire sia al pubblico che ai cantanti ospiti, i quali -atteggiamento professionale a parte- erano palesemente felici di poter cantare tutti assieme davanti ad un pubblico così nutrito e scatenato, davanti ai loro fans, ai fans dei colleghi e ai fans della creatura di Tobias.
Ogni band in circolazione (mostri sacri a parte, anche se…), da quelli alle prime armi fino a quelli con media media esperienza, DOVREBBE assistere ad un concerto di questo livello. Per imparare. Per vedere. Per capire. Per vedere come si fa, per vedere perché qualcuno… può!
Ogni amante del metal, qualsiasi diramazione e sottogenere, dovrebbe assistere ad un concerto di questo tipo. Perché le vibrazioni si fanno sentire. Perché l’energia smuove anche chi non ha mai sentito un singolo brano degli Avantasia, esalta anche coloro che non seguono nessuno degli ospiti coinvolti.
Ma i presenti l’hanno capito. L’hanno percepito. Era nell’aria. Impossibile resistere.
Il vero problema è per chi non c’era, per gli assenti, per chi quella sera non aveva voglia, chi non poteva, chi ‘era troppo lontano’: mi dispiace… non potrò mai descrivere la potenza di un concerto di questo livello; non potrò mai spiegarvi l’essenza dell’energia che si genera e che rimane in circolo nelle vene anche nei giorni successivi all’evento.
Non potrò farlo io e non potrà farlo nessun altro!
Certe cose vanno vissute. Altrimenti sono perse per sempre.
(Luca Zakk)