Esistono eventi grossi. Eventi commerciali. Eventi meno plateali ma comunque pensati con passione per ricavarci qualcosa. Ed esistono eventi che si basano sulla pura passione di coloro che amano la musica e vogliono fare qualcosa in più, lasciare un segno, un ricordo. In Italia di queste cose ce ne sono, ad esempio eResia Metalfest, Isola Rock o Padova Metal Fest, ma questa è stata la mia prima volta fuori dai confini nazionali per quanto riguarda questo tipo di eventi, spesso gratuiti o con un prezzo del biglietto ridicolo, ai confini con l’offerta libera.

Mesi addietro mi chiamano gli Hellmetall, la band che sta dietro l’organizzazione dell’eResia Metal Fest (del quale METALHEAD.IT è media partner in esclusiva) e mi comunicano che suoneranno una data in Austria, a Klagenfurt am Wörthersee, la capitale della Carinzia… dopotutto abbastanza vicino alla loro area di origine (e comunque al nord-est dell’Italia). L’evento si chiama BLASPHEMER FEST, è alla seconda edizione e l’occasione è anche il release party del nuovo album dei blacksters austriaci Nocturne.

Mi metto in contatto con l’organizzazione e scopro velocemente che l’organizzazione è, come nel caso dell’eResia, la band stessa, in particolare il frontman.

Al nostro arrivo come invitati stampa troviamo tutto organizzato alla perfezione: pass pronti, backstage ampio, comodo ed ampiamente fornito di bevande e cibo, hotel prenotato… tutto più che perfetto.

Lo ((stereo)) è accogliente, non piccolo, non grande, decisamente intimo e piacevole, con ampi e comodi spazi. Il bill è intenso, musica estrema, musica oscura, una serata per tutti coloro che amano sonorità forti, oltraggiose, violente e ricche di un’aggressività dai toni oscuri.

Affluenza buona già con gli opener e via via sempre più intensa già dalla seconda band delle cinque previste nel bill della serata. Nessuno si lamenta, nessuno pretende: tutti i partecipanti sono in un fantastico clima di allegria, musica e alcol: una serata all’insegna del puro divertimento, vedevo la gente con una faccia che pareva dire “hey, finalmente un concerto serio!”.

Gli unici italiani sono gli Hellmetall ed aprono con irruenza ed aggressività. La band ha subito profonde mutazioni dall’ultima volta che la vidi (Padova Metal Fest 2017): se  ne sono andati il cantante ed il bassista. Uno dei due chitarristi, pure membro fondatore della band, ha preso il mano il basso, ha occupato l’asta del microfono, mentre si è aggiunto un altro chitarrista solista, ad affiancare l’enigmatico ritmico. Se precedentemente la band offriva un buon spettacolo di musica tra il thrash ed il death, ora il salto è stato mostruoso e la loro esibizione è stata tra le più belle ed eccitanti della serata! Dominio del palco totale, con il front man (finalmente un vero front man!) scatenato con una furia inaudita, il suo basso distorto senza rispetto (successivamente mi confesserà: “quando morì Lemmy, piansi, tengo il basso oscenamente distorto per lui!”), mentre i chitarristi intrecciano riff taglienti con il batterista che risulta posseduto dal demonio. Un sound incisivo, a cavallo tra qualcosa di personalissimo … ed i primi Sodom.

I Church Of Necrolust sono altrettanto furiosi. I primi Sodom echeggiano anche con loro. Sono solo in tre, ma generano un’onda sonora strepitosa, la quale viene ben percepita dal pubblico che iniziava ad essere più numeroso. Un black metal feroce, grezzo, remotamente punkeggiante… un sano old school di quelli che ormai sono fuori moda, fuori tempo, ma tuttavia estremamente impattanti.

Dal black primordiale, ancora intrecciato con il thrash, si approda al death iper tecnico e furiosissimo dei Theotoxin. Una band che fa della velocità una regola primaria: linee di basso contorte (le dita manico del quattro corde volano), le due chitarre prive di pietà, un vocalist carismatico e tuonante… ed un batterista semplicemente fenomenale! Preciso, velocissimo, creativo, un drumming ricco di passaggi, di improvvisazione ed un groove irresistibile.

La performance dei Nocturne, headliners della serata, un po’ oggetto dell’intera edizione, è travolgente. Il loro black è epico, coinvolgente, suggestivo. A cavallo tra violenza e rituale, tra teatralità e concerto diretto ed immediato, il loro spettacolo è preciso, intenso e molto convincente. Finalmente ho potuto sentire per bene alcune nuove canzoni dal nuovo album “The Burning Silence”, e quando dico ‘finalmente’ faccio riferimento a ciò che l’etichetta ci ha inviato per la recensione (qui). Il baritono del cantante, alternato al growl è qualcosa di pazzesco… canzoni black che possono trovare interesse anche da parte di chi non segue il black, senza essere palesemente pagan o allontanarsi dai concetti di base del genere. Sul palco i ragazzi sono fantastici: bravi ed appariscenti i chitarristi ed il biondissimo bassista, in palese contrasto con la presenza maestosa ed imponente del frontman, chiaramente la mente creativa dietro al progetto. Ci sono brani come “Ama Lilith” (dal precedente album) che dal vivo assumono una dimensione più epica, più esaltante, più eterna.

Band bonus, dopo gli headliners, gli Asmodeus. Se sentite la mancanza di un black schietto, con il necessario corpse painting, e tutto il corredo di catene, pelle, borchie, croci, growl e tutto l’odio scatenato in forma diretta e raw dal black metal più osceno, allora questa è la band che stavate cercando. Un assoluto inno ai blast beat, al satanismo, alla rabbia, alla guerra e al sangue.

Un fest fresco. Che vuole in tutti i modi emergere, continuare, dando possibilmente un risalto alle realtà musicali dell’area Alpe-Adria, ovvero Austria, Slovenia e nordest Italiano. Un fest in una località attraente, in un’area -la Carinzia- estreamamente suggestiva.

Diciamocelo: francamente, dopo tutti i patetici festeggiamenti natalizi, nel nome di falsi dei, predicando false paci, il tutto all’insegna di falsi buoni, falsi sorrisi, falsi auguri e generiche falsità assolute… è un piacere immenso celebrare l’inizio dell’anno con del sano, putrefatto, grezzo ed aggressivo death/black metal! Un fest che risulta interessante ed attraente anche per l’inconsueta ubicazione sul calendario!

All’inizio vi ho fatto un accenno relativamente all’ottimo backstage.

Ma cosa succede alle band quando scendono dal palco? Cosa fanno la dietro?

Di solito un po’ di relax, si beve, si fa casino. Molti musicisti escono e vanno a vedere il concerto degli altri musicisti, in un clima di ammirazione e supporto reciproco, cosa che deve esistere alla base dell’arte, ed ancor più nell’ambito dell’underground.

Ma io, facendo un po’ lo spione… vi posso svelare una piccola scena, se volete un estratto di vita on the road… di cose che succedono in vari modi, vari aspetti, un po’ a tutti gli artisti, di qualsiasi livello.

Gli Hellmetall erano l’unica band italiana nel bill. Li conosco di persona ed è ovvio che nel backstage ci si incontri, si beva, si chiacchieri, si faccia un po’ di casino. Nonostante il cathering del Blasphemer Fest fosse stato impeccabile, fornito e ricco, i truci Resiani desiderano uscire a mangiare qualcosa, un po’ fare due passi, un po’ per dare un’occhiata alla città (il locale è a due passi dal centro storico).

Oppure, forse, quando mi hanno chiesto se e dove avevo cenato, la mia risposta euforica ha stuzzicato il loro lato animale, quello selvaggio, quello estremo.

Vedete, la cena del crew di Metalhead.it è stata presso un kebab/pizza, a cento metri dal locale. Ottima qualità, dimensione mostruosa del panino e prezzo ridicolo comparato con i prezzi in Italia (ad esempio il carburante è oscenamente più economico!). Un ottimo panino il quale evidentemente non era avvelenato, visto che vi sto scrivendo queste stupidaggini circa dieci giorni dopo i fatti. Quando descrivo loro le dimensioni apocalittiche del Kebab, probabilmente con troppa enfasi, evidenziando il prezzo pari ad un cappuccino, questi si infilano i giubbotti e partono in missione. Agguerriti e famelici. Dopotutto avevano già suonato… quindi avevano tempo libero da vendere.

Se ne vanno e tornano in tempo per la performance dei Nocturne, che si gustano con piacere (i Nocturne erano loro ospiti all’ultima edizione dell’eResia Metalfest).

A fine concerto, quasi per cortesia, chiedo loro se avessero trovato il locale, e se avessero gradito il mio suggerimento.

Confermano il gradimento, la vicinanza e quindi facile destinazione e pure di aver mangiato bene.

Ma…

Sostanzialmente, istigati dall’idea erotica di questo Kebab superlativo, erano usciti per mangiare… con ancora addosso tutto il sangue scenico (che poi si sono tolti solo l’indomani, dopo una notte insonne in giro per locali, ma questa storia non ve la racconto).

La gestrice del ristorantino kebab, quando li vede entrare, si spaventa.

Urla.

Esclama in tedesco “Blut! Blut!” (Sangue! Sangue!).

Indietreggia dalla cassa… cerca di prendere un po’ di distanza e cerca di mandarli fuori.

Gli Hellmetall parlano Italiano e Resiano, nemmeno una parola di tedesco… e tra loro si chiedono “cosa cazzo vuole questa?” (cit.)

Il frontman, sinceramente e quasi ingenuamente ignar0 del proprio aspetto violento, truce e palesemente maniacale, un po’ aiutato dall’adrenalina del concerto e dell’inesauribile frigo delle birre del backstage, inizia a pensare che quel “blut” avesse a che fare con il ‘bluetooth’ del telefonino… capendoci ancora meno.

In qualche modo riescono a tranquillizzare la ragazza terrorizzata e riescono a farsi servire, probabilmente un panino migliore del mio… dopotutto la ragazza ed il cuoco avranno pensato: “facciamoli contenti, facciamoglielo buonissimo… così se ne vanno… senza ucciderci!”.

Amo immaginare i gestori del Kebab, il giorno dopo, ancora sconvolti cercando sui titoli dei giornali locali notizie relative ad una presunta carneficina nei paraggi del locale.

Una carneficina però c’è stata davvero. Sul palco dello ((Stereo)). Una carneficina sonora che ha reso fantastico questo Blasphemer Fest Clagenfurth II !

(Luca Zakk)

Set list concerto dei Nocturne:
Seven They Are
He Before Whom The Sky Shakes
Victory Of Fire
The Burning Silence
Sparks Of SIn
Pert Em Kerh
Ama Lilith
Hubris Virtue
Age Of Tam-tu
All Love Is Gone (Cover Version)
Eleven
encore:
Udinbak