(Nuclear Blast Records) In questo mondo di sovente si va indietro anziché di marciare in avanti. Si prenda come esempio il mondo della musica, un campo che spesso presenta delle retrogressioni epocali. Contribuiscono a ciò i fratelli Cavalera, cioè Max ex cantante e chitarrista ritmico dei Sepultura e Iggor, a sua volta ex batterista della band. Tralasciamo la globalità delle carriere dei due validi musicisti e fissiamo solo questo concetto: erano due pilastri dei Sepultura. Erano, poi non più. Già insieme come Cavalera Conspiracy per alcune pubblicazioni, ora ritornano con la proposta di risuonare non solo il primo EP “Bestial Devastation” ma anche il primo album “Morbid Visions” della gloriosa band brasiliana della quale loro, si ribadisce, erano parte. Perché? Max ha detto che ad un certo punto, e a una certa età si potrebbe aggiungere, si ritorna dove tutto è iniziato e si tirano le somme e dunque ecco riregistrare quei due lavori con «il fantastico suono di ora, ma con il suo spirito grezzo senza tempo» e in più aggiunge che «abbiamo anche due nuovi brani con riff di quei giorni, ricordati a memoria».
Immaginate che gli Slayer, tra sopravvissuti e subentrati, riregistrino “Reign in Blood” oppure che Dave Mustaine rimetta mano a “Rust in Peace” con l’attuale formazione dei Megadeth. Due esempi tirati in ballo di primo pugno e senza starci troppo a pensare. Oppure, andiamo fuori dal metal, qualcuno dei Pink Floyd che riregistrasse “The Darks Side Of The Moon” …ops …è accaduto!
A cosa serve? Lo si spieghi per favore! Per quale motivo certi attempati signori o ex giovanotti capelloni, ad un certo punto devono mettere mano al loro passato o al lavoro fatto decenni orsono? Un lavoro di anni nei quali la loro vita, come la nostra di coetanei e non dei fratelli Cavalera, funzionava diversamente e ha comunque prodotto quelle opere. Ora i due musicisti hanno sicuramente un’altra vita, però sentono di dovere ritornare sui propri passi e rifare qualcosa che è già esistente.
Scrivere queste righe per solo partito preso non sarebbe corretto, serve anche un’onesta analisi dei due lavori. Pubblicati separatamente infatti. L’impatto di questi rifacimenti è notevole, al contempo però non tutto funziona sempre al meglio. Uno dei migliori pezzi dei Sepultura, “Troops of Doom” sembra suonare affaticato, almeno nella parte iniziale, dopo invece sprigiona più hardcore che death metal. I pattern ritmici sono più marcati però anche il riffing scivola con mordente ma è ovvio: dopo anni e con un evoluto apprendimento del proprio strumento, il turbinio apocalittico dei due lavori si svela granitico, forse meno grezzo rispetto all’originale. Infatti si può solo immaginare cosa fossero a metà anni ’80 i due studi di Belo Horizonte dove registrarono i due lavori, con un otto tracce l’EP e un sedici tracce il primo album. Oggi le tecnologie e soprattutto il The Platinum Underground, lo studio dove sono stati riregistrati i due lavori, sono ben altra roba. Max canta meglio, nel senso che si distinguono anche delle parole. Tuttavia a 20 anni eri una cosa, urlavi, blateravi, ora invece vuoi rimettere i puntini sulle i!
Due release toste, suonano ruvide ma non scarne e sono dirette come nello spirito delle originali. Sono possenti e apocalittiche, come certe cose udite soprattutto da Max nei suoi vari progetti, però ecco noi abbiamo già ascoltato qualcosa del genere. Noi che andiamo ai concerti, compriamo CD, vinili e cassette e poi le riedizioni, le magliette e così via, perché dovremmo entusiasmarci o avere bisogno di questi suoni così assatanati, avvincenti e dirompenti, quando i Cavalera sono soltanto intenti a plagiare sé stessi?
(Alberto Vitale)