Questa cosa dei concerti che ‘sono tornati’ non è ancora entrata bene in testa a tutti.
La mascherina si, la mascherina no, il green pass si, il green pass no, vaccini vari… che poi se ti sei fatto anni di festival open air e hai usato -senza morire- i bagni chimici… allora sei sostanzialmente immune a qualsiasi virus o batterio. Forse anche alle armi atomiche.
Diciamocelo, tutto aleggia in uno stato di confusione… tanto che si tratta di un vero miracolo quando bands internazionali riescono non solo ad organizzare concerti nel nostro paese… ma anche a venirci a suonare per davvero!
E pure le bands non sono esenti da questo stato di euforia incredula, visto che dopo due anni di nulla assoluto, pure esse sembrano apparire sorprese nel fare ciò che hanno sempre fatto per una vita intera!
La tappa padovana del tour di DARK TRANQUILLITY e ENSIFERUM cade di lunedì e, in altre epoche, il rischio della scarsa affluenza era pressoché una certezza; ma vuoi per i nomi ‘pesanti’, vuoi per i settecento giorni di astinenza, ecco che l’Hall di Padova vanta una buona presenza già con la band di apertura, i tedeschi The Legion-Ghost.
Appariva chiaro che questo tour voleva essere eterogeneo, visto che i due co-headliners propongono due generi molto diversi tra loro; ma anche la scelta delle band di supporto ha esaltato la diversificazione degli stili regalando quindi una serata con quattro band molto differenti tra loro, tutte molto capaci di attirare fans con gusti variegati e trasversali, fino al punto dove i fans di un gruppo si esaltavano anche per gli altri tre!
I tedeschi The Legion:Ghost si collocano tra metal moderno, metal core, death melodico… e sul palco sono un’autentica forza della natura, in grado di scaldare quel pubblico non più abituato ai concerti! Con un vocalist potente, capace, variegato e decisamente votato all’intrattenimento, offrono un breve spettacolo farcito di break down assassini, mostrando una band tanto giovane quanto affiatata ed assolutamente rodata.
L’altra imprevedibile sorpresa della serata sono Pyogenesis: strani, contorti, folli… con il frontman e fondatore Flo V. Schwarz completamente fuori di testa… ora affiancato dall’axe man italiano Von Marengo (ovvero Federico Marengo degli Hell Boulevard) il quale per queste date in patria diventa una specie di on-stage coach di lingua italiana per il tedesco Flo… ovviamente un corso bizzarro, ultra rapido, incastrato tra un brano e l’altro e sostanzialmente incentrato su parolacce ed imprecazioni di ogni tipo. La varietà di stili abbracciati dai Pyogenesis negli ‘ultimi’ trent’anni viene sparata senza ritegno in faccia al pubblico: ogni genere, ogni variante, ogni tipo di riff, dal più aggressivo al più festoso. Una band senza limiti, fuori controllo, un assoluto sballo!
I finlandesi Ensiferum sono una leggenda, come quelle che cantano; una totale conferma, una band che vanta membri così versatili che i cinque elementi sul palco suonano e si muovono come se fossero almeno in dieci! Teatrale il poderoso bassista Sami Hinkka, impeccabile il quasi frontman Petri Lindroos, stupendo il range vocale del tastierista Pekka Montin… libertinaggio totale per il fondatore della band, il chitarrista Markus Toivonen.
Ma è Mikael Stanne quello che sembra più sorpreso di tutti: l’espressione del suo volto davanti ai numerosi fans è di autentico stupore, sembrava quasi cercasse ancora un’altra conferma (non era la prima data del tour!) e, trovandola, la sua felicità appariva illimitata su quel volto solare. Nonostante i tre quinti della band veda nuovi e recenti elementi (oltre a Stanne, di storico rimane solo il tastierista Martin Brändström, ormai in line up da oltre vent’anni) il gruppo si è dimostrato compatto, affiatato, con un frontman in perfetta forma, con quel timbro vocale -sia growl che clean- tanto inconfondibile quanto meraviglioso.
Una set list variegata, capace di grandi pezzi recenti, come “Moment” o “Atoma”, di grandi classici come “Terminus (Where Death Is Most Alive)”, “ThereIn”, “Lost to Apathy” o “Misery’s Crown”, o di perle storiche come “Inside the Particle Storm”, “Monochromatic Stains” e, in particolare, “Punish My Heaven” pezzo comparso nel 1995 sul secondo album “The Gallery”, musica scritta con il chitarrista Fredrik Johansson scomparso agli inizi di quest’anno a causa del cancro. Mikael ricorda Fredrik, ricorda i primi tempi, ricorda che il brano fu uno dei primi scritti con l’amico; si commuove Mikael… ed esegue il brano con un impeto inaudito, in onore dell’amico e per esorcizzare la morte prematura dell’ex compagno di avventure.
Serata imponente, molto ben organizzata, in una venue capiente, elegante, con una resa acustica potente e chiara.
Era un lunedì, un normalissimo lunedì, una qualsiasi giornata lavorativa. Ma con questi quattro potenti clienti, la riunione si è protratta a lungo… diavolo, un altro massacrante lunedì passato fino a tardi in ufficio!
(Luca Zakk)