Sono sempre stato convinto che le passioni vadano coltivate, tutte le volte che si può, a prescindere da lavoro, famiglia e ostacoli di ogni tipo. Sono i nostri interessi a darci la scossa, a farci divertire e a renderci vivi; e che si tratti di golf, di cinema o di heavy metal, in fondo è lo stesso… anche se quale sia la mia, di passione, credo sia abbastanza chiaro!

È con questi pensieri in testa che, trovandomi in Germania per lavoro, mi sobbarco un viaggio di qualcosa come 350 km andata a ritorno per vedere, nella graziosa città di Aschaffenburg, la prima data tedesca del tour dei Gamma Ray, accompagnati per l’occasione dai nostri Rhapsody of Fire e dai sempre graditi Stormwarrior. La mia destinazione è la Colos-Saal, votata l’anno scorso il miglior club tedesco per concerti: acustica ottima, incredibile partecipazione di pubblico (nell’auditorium c’era a stento lo spazio per muoversi), prezzi contenutissimi (poco meno di 30 euro per il biglietto, 3 per una Pils), magistrale efficienza teutonica (il concerto, annunciato per le 20.00, è iniziato, ve lo giuro, alle 20.01 del mio orologio). A pensare a tutti i disagi che un metalhead deve sempre sobbarcarsi in Italia, i concerti tedeschi sono di una rilassatezza e di un godimento incredibile: niente spintoni, niente coglioni che si agitano e ucciderebbero il vicino per un altro centimetro quadro di spazio, niente ubriachi rissosi (vabbè dai, solo uno nel finale, ma è stato neutralizzato immediatamente. Meno male perché era gigantesco!).

P1000025Agli STORMWARRIOR toccano solo trenta minuti, per cui Lars Ramcke (incredibilmente appesantito ma sempre in gamba) non ci concede neanche un attimo di tregua; i nostri eseguono sei pezzi che non avrei saputo scegliere meglio! Ovviamente non può esserci “Lindisfarne”, ma mi ‘accontento’ di “Heading Northe” e “Odin’s Warriors”, apprezzando naturalmente anche “Steelcrusader”, che avevo già giudicato il brano migliore del recente “Thunder & Steele”. Qualche minimo errore nei velocissimi solos, ma l’insieme è stato di una furia incredibile ed è servito a scaldare il pubblico a dovere. Ottimo!

Il concerto dei RHAPSODY OF FIRE è stato caratterizzato da un divertentissimo siparietto che mi ha visto protagonista in prima persona. Mi trovavo lì in seconda fila quando Fabio Lione, in una pausa fra un brano e l’altro, ha chiesto in inglese se ci fossero italiani nel pubblico; quando ho urlato che c’ero io, si è rivolto direttamente a me nella nostra lingua, chiedendomi cosa pensassi della sua interpretazione di “Lamento eroico”! Sembra infatti che gli stranieri giudichino il suo italiano un po’ atteggiato, e influenzato dai toni della pronuncia inglese… ma stiamo scherzando, Fabio? Come fanno a sentire la passione che ci metti, se non vengono dal Belpaese?!

P1000048La band è molto affiatata, il nuovo guitarist mantiene un basso profilo ma è preciso e potente; tutte da godere le smorfie di Oliver Holzwarth, che con la bandana sembra quasi un samurai, mentre suo fratello Alex è così concentrato che suona per due terzi del concerto con gli occhi chiusi! I classici sono tutti al loro posto (imperdibili il sing-along finale sul ritornello di “Emerald Sword” e la parte folk di “March of the Swordmaster”), e i due pezzi di “Dark Wings of Steel” tengono il passo. Anzi, devo dire che avendo visto sia i Rhapsody of Fire che i Luca Turilli’s Rhapsody, mi convince maggiormente lo show dei primi, più concreto e genuino. Ma sono pareri eh!

P1000078Ed eccoci finalmente ai GAMMA RAY: inutile dirvi che in Germania sono una istituzione e vengono accolti come eroi nazionali di ritorno dalla guerra. E quindi, la sorpresa definitiva di una serata perfetta: a causa di una bronchite (o almeno così dice), che gli impedisce di esibirsi nei toni più alti, Kai annuncia che sarà aiutato al microfono da alcune guest. Una di queste è l’a me sconosciuto Franck Beck, timido quanto spettacolare: peccato che la prima volta che gli tocca salire sul palco non capisca che è il suo momento, suscitando così le smorfie di disappunto di Dirk Schlächter! Il secondo è proprio Fabio Lione, che non conosce tutti i testi a memoria (si esibisce su tre pezzi), e li legge da delle stampe posate sul palcoscenico… ma alla fine, come lui stesso dice, è la musica che conta, e lo stesso Kai lo autorizza a cantare anche “bullshit lyrics” se gli dovesse sfuggire qualche passaggio! Ma Fabio si fa valere alla grande e gli riesce particolarmente bene la nuova ballad “Time for Deliverance”. E la terza guest star? Beh, potete anche non crederci… ma è Tobias Sammet!!! Chiamato il giorno stesso da Kai perché raggiunga i Rayz, gli toccano i brani migliori: al principio della scaletta “Heaven can wait” e l’immortale “I want out”, alla fine l’accoppiata dei bis “Rebellion in Dreamland” e “Send me a Sign”. Inutile dirvi del risultato!

P1000089E che dire di tutte le scenette che vengono improvvisate sul palco? Kai è inarrestabile, per far cantare il pubblico fa durare “Blood Religion” quasi un quarto d’ora; scambia battute pseudoamorose con Tobias, che ricorda il tour Gamma Ray + Edguy del lontanissimo 1999; si dimentica la scaletta un paio di volte (adducendo come scusa che l’ha dovuta cambiare a causa dei suoi malesseri) e lamenta il suo ‘duro lavoro’ che lo porterà, il giorno seguente, nella lontana città di Memmingen… bello anche il solo di Michael Ehre, diverso da quelli di Dan Zimmermann (e ci mancherebbe); i quattro brani di “Empire of the Undead” sono ben integrati nella scaletta, in tutta questa bellezza io avrei soltanto chiesto una canzone da “Somewhere out in Space”.

P1000061Vorrei chiudere il mio disordinato report con una piccola riflessione personale. Ho visto tutto il concerto al fianco di una ragazza tedesca che ha cantato i brani dei Rhapsody of Fire dall’inizio alla fine, e con eccezionale precisione… così mi è sembrato quasi naturale fare due chiacchiere con lei per complimentarmi della sua passione (e qui torniamo al discorso che facevo all’inizio). Beh, Johanna, che vedete in foto con me, ha sedici anni e veniva da Köln apposta per lo show; cioè ha percorso pressappoco la distanza che ho fatto io per essere ad Aschaffenburg, ed ha l’età che io avevo quando è uscito “Legendary Tales”, il primo disco dei Rhapsody. Paralleli del tutto casuali, certo… ma è bello vedere che la fiamma brucia ancora, e che nuove generazioni così entusiaste prendono il testimone da noi defenders ormai vecchietti. Ecco, nella Colos-Saal di Aschaffenburg io ho sentito distintamente la fratellanza che ci unisce in questa musica, al di là di età, sesso, nazionalità e chilometri da percorrere… e per quanto possa sembrare stupido, mi sono sentito felice. Davvero felice. Metal on, guys!

(Renato de Filippis)

SET STORMWARRIOR

1. Iron Gods

2. Metal Legacy

3. Steelcrusader

4. Ragnarök

5. Heading Northe

6. Odin’s Warriors

P1000059SET RHAPSODY OF FIRE

1. Rising from tragic Flames

2. Land of Immortals

3. March of the Swordmaster

4. Unholy Warcry

5. Dark Wings of Steel

6. Lamento eroico

7. Holy Thunderforce

8. Dawn of Victory

9. Reign of Terror

10. Emerald Sword

P1000104SET GAMMA RAY

1. Avalon

2. New World Order

3. Heaven can wait (con Tobias Sammet)

4. I want out (con Tobias Sammet)

5. Tribute to the Past

6. Future World (con Fabio Lione)

7. Empire of the Undead (con Fabio Lione)

8. Time for Deliverance (con Fabio Lione)

9. Drum Solo

10. Blood Religion

11. Master of Confusion (con Franck Beck)

12. Land of the Free (con Franck Beck)

13. Man on a Mission

14. To the Metal

15. Rebellion in Dreamland (con Tobias Sammet)

16. Send me a Sign (con Tobias Sammet)