2 settembre 2017: Prima edizione dell’Hammer of the Gods, un nuovo festival che vuole essere estremo, settoriale, incisivo e maledettamente oscuro, con una forte inclinazione pagana e rituale, con sonorità black metal ma una direzione tematica particolare, non strettamente black. Non a caso le band chiamate hanno un gusto particolare, deviatamente estremo e l’insieme del bill regala una serata dalle tonalità tetre, dominate da un rosso oscuro ed una forza emozionale non comune.
Come il Black Winter Fest (prossimo alla decima edizione) anche l’Hammer of the Gods è una creazione di un organizzatore italiano, la NIHIL PROD, capace di portare grandi artisti sui nostri palchi, artisti che magari non discendono spesso nel nostro paese. Ovviamente, sempre come di consueto per la Nihil, c’è spazio per nomi internazionali ma anche per nomi locali, spesso relegati nell’underground più stagnante e portati sotto le nere luci di un meritato palco da persone che si impegno con fierezza nel dare vita ad una scena in un paese nel quale, molto spesso, della scena vera non ne vuole sapere, un paese schiavo dei soliti nomi noti, un paese incapace di scucire tre o quattro decine di euro per vedere cinque o sei gruppi originali e inconsueti ma pronto a buttare biglietti da cento per vedere mummie del rock, o magari del pop, che campano su un passato senza offrire nulla più di originale.
È stato un onore vedere gli ottimi END, un progetto che il suo fondatore ha voluto liberare dalla prigione della ‘one man band’ per evolvere verso il palco, ovvero dove la musica dovrebbe essere, stare e progredire.
Stesso discorso vale per gli IMAGO MORTIS: la realtà black nel nostro paese è fervida, intensa, estremamente infernale e questa band del nord Italia è una ulteriore conferma del valore artistico della nostra scena.
Il passaggio dall’underground fetido ad una scena più visibile è affidato ai DARKEND, band che ormai ha una importante visibilità internazionale, grazie ad una scatenata attività live in tutta Europa, dall’accogliente ed esuberante Est, passando per l’occulta scena francese fino ad arrivare in Norvegia, paese nel quale i Darkend si sono esibiti spesso, a fianco di band importanti, tanto che il frontman è diventato ospite fisso di Gaahl con i suoi GAAHLS WYRD.
Il rituale dei Darkend diventa un teatro occulto con l’ottima prova degli ucraini NOKTURNAL MORTUM, band capace, intensa ed infinitamente professionale, molto grata per essere stata invitata su un palco in Italia. È ormai notte inoltrata quando salgono sul palco i polacchi GRAVELAND, capaci di intensificare ancora di più quel senso di oscura liturgia offerto dalla serata e costruito pezzo dopo pezzo da ogni singolo artista esibitosi sul palco dell’Elyon.
Un festival ‘black’ diverso, vagamente considerato controverso, ribelle ed in controtendenza. Ma siamo ai confini, dell’ambito proibito, della musica estrema: ovvero la sintesi di un qualcosa che vuole, per definizione, essere controverso, opposto, invertito, privo di luce e palesemente contrario a tutto.
(Luca Zakk)