Ci son sere nate per essere ricordate, al di là di qualsiasi altra considerazione. Concerti nati per toccare, completamente impermeabili a qualsiasi considerazione musicale e tecnica, nati solo per emozionare. La data degli Helloween al Mediolanum Forum di Assago è stata una serata nata all’insegna dei ricordi più che del momento in sé. E penso di poter dire che questo sia valso anche per molti altri spettatori accorsi all’unica data nel Bel Paese del Pumpkins United World Tour. Da quando avevano deciso di spostare l’evento al forum mi son chiesto se non fosse stata una mossa azzardata… direi che più circa 7000 metallari mi han smentito alla grande, ma sarebbero bastate anche solo le lunghe file fuori dai cancelli e i bagarini assaltati per gli ultimi biglietti a farmi cambiare idea già prima di entrare. Un plauso comunque all’organizzazione: nessun intoppo, personale logisticamente impeccabile e orari rispettati al minuto. E quindi il mio orologio mentale era già settato alle 20.30 ed ecco che puntuale come un the inglese, o se preferite una birra d’Amburgo, inizia l’intro di Robbie Williams… Giusto in tempo per terminare la base registrata e la folla esulta sulle melodie di “Halloween”, subito cantata in doppio da Deris e Kiske. Gli anni son passati, per loro due come per il gruppo, ma devo dire la verità, l’emozione di sentire un pezzo di tale caratura con la timbrica del figliol prodigo mi ha lasciato per un bel po’ di minuti senza ragionare, completamente trascinato dalla musica. La coppia canora continua con la mitica ‘Dr. Stein’, altro caposaldo del gruppo, immancabile in una scaletta che si rispetti… Ed ecco la prima di una serie di lunghe pause che accompagnerà tutto il concerto, Una serie di divertenti animazioni in perfetto stile Helloween che logicamente son state pensate e realizzate per dare tregua ad una scaletta che si rivelerà davvero impegnativa. Non dei semplici riempitivi comunque, a giudicare da come il pubblico le ha calorosamente accolte. Ecco quindi che i magnifici sette rientrano sul palco e si procede con ‘I’m Alive’ cantata dal solo Kiske. La voce del tedesco non è certo quella di trenta e passa anni fa ma nemmeno quella di Deris d’altronde. Ma una cosa è stata chiara fin dall’inizio: il tour non è stato voluto per aiutare ex colleghi in difficoltà, ne per nostalgici Amarcord; semplicemente ho assistito ad un gigantesco circo itinerante dove far andare in scena la storia del power tedesco, un pezzo non indifferente della discografia di qualsiasi metallaro dagli anni ‘80 fino ad oggi. Ma torniamo alla scaletta… “If I Could Fly” è stata la prima ballatona proposta in serata, stupenda traccia tratta da “The Dark Ride” del 2000, giusto per prendere fiato per la successiva “Are You Metal?”. Il responso del pubblico è stato ottimo fin dalle prime tracce, un palazzetto piacevolmente pieno da tutto esaurito. “kids Of The Century” e “Waiting For The Thunder” sono state proposte ancora con entrambi i cantanti in coppia, giusto per poi lasciare spazio a mister Hansen, colui che c’è stato fin dall’inizio, colui che ha creato di fatto gli Helloween e con loro un intero movimento musicale. Ecco allora una medley di pezzi tratti dal primo album seguita dalla sempreverde “Heavy Metal (Is The Law)”. Hansen ha ancora la sua stridente voce, ma è con i suoi classici tocchi di chitarra che manda in fermento un pubblico delle grandi occasioni. Segue Deris con “Perfect Gentleman”, probabilmente il momento di Andi più riuscito della serata, capace di coinvolgere il pubblico in cori cantati all’unisono. Ormai il copione è chiaro e gli occhi degli astanti si spostano in continuazione sullo schermo tra una sezione e l’altra del concerto. Ecco quindi che dopo l’ennesima scenetta animata la coppia di ugole ci regala la coppia di ballatone “Forever And One” e “A Tale That Wasn’t Right”. Il gruppo appare compatto, la nuova generazione impersonata da Sascha Gersner e Daniel Loeble, rispettivamente chitarra e batteria, si è ormai integrata con quei dinosauri di Grosskopf e Weikath, quasi a suggellare con questo tour un simbolico passaggio di testimone tra intere generazioni di ascoltatori. Tornando alla scaletta, Deris riprende subito le redini del concerto e sforna una versione più che buona di ‘I Can’ prima che venga reso il dovuto tributo allo storico batterista Ingo Schwichtenberg attraverso un duetto virtuale con l’attuale batterisrta. Il gruppo non molla, tartassa il pubblico con inni immortali come “Why?”, “Sole Survivor” e “Power”, passando in rassegna tanto i primi album quanto gli ultimi lavori. “How Many Tears” chiude la scaletta regolare e dopo un’ampia pausa ecco il primo encore. Si può dire che “Eagle Fly Free” e “Keeper…” fossero la ragione per cui metà delle persone presenti avevano acquistato il biglietto. Sentirle con la voce originale non ha avuto prezzo, semplicemente due tra le migliori tracce scritte dagli Helloween assieme al secondo encore. Il gruppo si congeda accompagnato dalle struggenti note finali da un trascinante Sascha , rappresentante della nuove leve del gruppo… Il secondo encore si diceva. Beh, il breve solo di Hansen prepara il pubblico alle due gemme che rispondono al nome di “I Want Out” e “Future World”. Un Kiske visibilmente provato quanto emozionato porta a termine un evento di tre ore, un tour de force dove a vincere è stata l’emozione, al di là di qualsiasi considerazione tecnica che, a questo punto, è diventata completamente inutile. 33 anni di storia della musica. Non è stato facile condensare il tutto in tre ore di concerto, davvero impossibile portare sul palco tutti i successi di un gruppo a mio avviso mai risaltato appieno e mai riconosciuto a dovere per il contributo che ha dato per la musica metal. Si, una serata da ricordare, dove davvero non ho ascoltato, ma solo sentito.
(Enrico Burzum Pauletto)