In quel tempo, non era ancora di gran moda portare sul grande schermo dei videogame di successo trasformandoli in altrettanti film di successo. Per di più l’industria cinematografica doveva ancora riprendersi dallo shock dell’insuccesso di “Super Mario Bros”, era 1995.
In quel tempo lontano, dunque, agli albori del millennio, uscì nelle sale il primo capitolo della saga cinematografica di “Resident Evil”, nel 2002. Fu girato da Paul W. S. Anderson, da non confondersi con il quasi omonimo regista di “Magnolia” e del recente “Licorice Pizza”. Il nostro Anderson ci ha regalato perle come “Event Horizon” e “Alien VS Predator”, nonché tutte le pellicole successive della serie di “Resident Evil”, a parte quelle animate. Non è mica il caso di ascoltare i Supertramp di “Logical Song” [appunto compresi in “Magnolia” con “Goodbye Stranger”, nda] in un film di zombie, non so se mi spiego.
Ahimè, nessuno dei seguiti ha mai eguagliato il livello qualitativo del primo film. A suo favore, di certo, la novità, e però a nobilitare detta pellicola v’è l’ambientazione claustrofobica della base segreta, una specie di bunker ipertecnologico e labirintico, di proprietà della famigerata Umbrella Corporations, e naturalmente la colonna sonora.
Lo score di Marco Beltrami [ha lavorato anche con i Guns N’ Roses, nda] è perfettamente funzionale al suo scopo, elettronica gloomy e picchi jumpscares. Di davvero speciale, vi sono ben tre tracce strumentali opera di un Marilyn Manson d’annata, ed in stato di grazia, così da suonare quasi come il suo mentore Trent Reznor. Passando in rassegna le canzoni, il Reverendo Manson è presente con un remix di “The Fight Song”. A proposito invece di cover, ci si può beare di una delle migliori reinterpretazioni in assoluto della musica degli Stooges, ovvero “Dirt” by Depeche Mode in un sensuale ed inquietante elettro-dark.
Il paesaggio sonoro tutto, poi, è vivacizzato ed incupito da una nutrita legione di band nu metal dei tempi belli: Fear Factory, Static-X, Rammstein, Coal Chamber e altri ancora.
Tutti accompagnano lo spettatore nelle viscere putrescenti di un incubo, un inferno sotterraneo in cui vi sono trappole laser mortali e nel quale regna una bambina che si fa chiamare Regina Rossa. Ove, soprattutto, i morti camminano, come annuncia la scritta “The Dead Walk” a caratteri cubitali sul quotidiano svolazzante, mentre l’eroina Milla Jovovich esce a riveder le stelle.
(Alberto Vitale)
Colonna sonora:
“My Plague (New Abuse Mix)” – Slipknot
“The Fight Song (Slipknot Remix)” – Marilyn Manson
“Something Told Me” – Coal Chamber
“Everyone” – Adema
“Invisible Wounds (The Suture Mix)” – Fear Factory
“Anything But This” – Static-X
“Name Of The Game” – The Crystal Method
“Dig (Everything And Nothing Remix)” – Mudvayne
“Hallelujah” – Rammstein
“Dirt” – Depeche Mode
“Release Yo’ Self” (Prodigy Mix) – Method Man
“What Comes Around” (Day Of The Dead Mix) – Ill Niño
“800” – Saliva
“The Infinity” – Five Pointe O