“Ho capito che i testi delle canzoni in Italia parlano solo di tre cose: lei c’è, lei non c’è più, lei se ne sta andando” (Jackie Perkins)
In quel preciso istante, compresi uno dei motivi più importanti che mi aveva spinto morbosamente ad abbracciare il “credo” dell’heavy metal sin da quando ero adolescente e a non abbandonarlo mai più: non parlava (e non parla) di queste tre cose. (M.De Paola)
L’intelligenza è anche saper creare un legame tra le cose oppure di accorgersi che tra queste vi sia, un legame. Maurizio De Paola di Rock Hard sa bene che, per esempio, un serial killer, una figura storica, luoghi misteriosi e miti, sono tutti elementi (cioè persone, fatti e luoghi, appunto le ‘cose’ alle quali mi riferivo) che hanno un comune denominatore, il Metal. Il Metal ha spesso preso a prestito o si è ispirato a personaggi ed eventi fuori dalla norma, raccontandoli attraverso musiche e testi. I musicisti metal sono una razza particolare, vivono con l’immagine, che io definirei iconografia, la interpretano e la portano a livelli comunicativi sfacciati. Infatti, spesso, chi ha suonato e cantato di certe cose si è trovato con accuse di essere un esaltatore di tali fatti o di figure assolutamente deprecabili, oppure di essere invasati del mistero e dell’ignoto. Soggiogati da quel qualcosa che si perde nel mito, nella leggenda o addirittura nell’inspiegabile.
Maurizio De Paola, giornalista di lungo corso, oggi in Rock Hard e tra l’altro anche membro dei Koza Noztra, ha setacciato e raccontato con agilità alcuni argomenti del Metal (ma anche del Rock) che hanno lasciato il segno nella storia del genere. Interviste, conferenze, libri e, ovviamente la Rete, sono passati al vaglio dell’attenzione dell’autore per un libro dal titolo eloquente: Il Lato Oscuro.
Allegato a Rock Hard e in vendita nelle edicole o separatamente sul sito della rivista, il volume traccia un ritratto su argomenti che noi metallari conosciamo bene o almeno abbiamo sentito (in tutti i sensi) diverse volte. Tra Erzsébet Báthory, Area 51, Charles Manson, La caccia alle streghe, Jeffrey Dahmer, 666 – Il numero della Bestia, Vlad III L’Impalatore, Il mistero dei Templari, Nostradamus e tanti altri argomenti ancora, l’autore ci fornisce una serie di storie. Attenzione, non chiavi di lettura, ma delle narrazioni. Descrizioni. Sono ritratti. De Paola riporta fatti e storie, personaggi e figure reali o mitiche che alimentano la materia artistica di tante band metal.
L’autore divide il volume in quattro parti, nelle quali raggruppa per temi i diversi capitoli. Sostanzialmente scrive di serial killer e fatti di sangue, le sette, le cose nascoste (tipo Area 51, i Dogon ecc) e I Grandi Calunniati, ovvero il tentativo di chiarire degli equivoci sulla reputazione di alcuni ‘illustri’. Come Nerone, ad esempio, e credo, ho il sentore, che l’autore abbia dato molta attenzione a questa porzione del testo.
Il tutto comunque avviene con il solo obiettivo di informare, riassumendo senza dare un taglio sensazionalistico con quel tipico tono (spesso abusato e formalmente antipatico) da ‘vi svelo il terzo segreto di Fatima’.
Sullo sfondo la musica, ed è stato divertente andare indietro con la memoria e il pensiero, durante la lettura, e associare ogni capitolo a quante band abbiano utilizzato certi argomenti per le proprie canzoni. Un esercizio simpatico ed io poi ho appreso perché i Children Of Bodom si chiamano così!
Si, la lettura di questo testo informa, ma lascia tra le sue parole soprattutto la possibilità di udire delle note, di avvertirle come qualcosa che giunge da lontano.
Tu sprofondi nella pazzia.
Caos strisciante, nel sottosuolo
Il culto è stato evocato, suoni distorti…
(METALLICA)
(AlbertoVitale)