A detta di alcuni, di qualcuno in particolare, “All You Can Eat” è un gran bell’album. Quel tizio lo racconta QUI. Giudizi così entusiastici, uniti alla fama degli Steel Panther, mi spinsero ad andare ad ascoltare Mike Starr e soci, di passaggio alla Laiterie di Strasburgo, per quella che poi sarebbe stata la mia prima volta a un concerto di una band sleaze/hard rock.
Questo genere di eventi non bisognerebbe mai perderselo perché sono una festa variopinta. Nella Laiterie notai da subito la cospicua presenza di pubblico, il quale non riempì al massimo la sala: era un martedì e nonostante ciò i metallari si affollarono all’interno del locale. Metallari e metallare ovunque, delle più disparate specie. Concerto hard rock, ma in giro vidi magliette, toppe e altro di Amon Amarth, System Of A Down, Testament, Guns ‘N’ Roses, Iron Maiden, Darkthrone e via dicendo. Una selva! Come appaiono una metallara e un metallaro a un concerto di questo tipo? La sensazione è che la prima si abbiglia e porta i propri abiti come se andasse a uno strambo ballo in società, a una cerimonia pittoresca, mentre il secondo ci va per simbiosi verso un enorme e stravolgente rituale. È così? Io ho avuto questa impressione. Sul palco gli Steels erano in abbigliamento e look tipici delle rockstar glam e dunque le ragazze sono parse in perfetta armonia con loro. Più di tutti con Lexxi Foxx. Lexxi si ravvivava di continuo i capelli, badando a tenere la capigliatura stimolata dalla ventilazione posta al suo fianco, passava il cosmetico sulle labbra, si osservava nel suo specchietto di lustrini… insomma vanitoso e scenografico. Formidabile. Satchel è stata una pantera loquace, ma badava con attenzione alla sua chitarra, sulla quale gravava tutto il sound, rinforzato dalla carica, la voce e l’anima di Michael Starr. Tra i due si posero il basso di Lexxi e le bacchette ritmiche e forse non troppo vivaci di Stix Zadinia.
“Pussywhipped”, “Tomorrow Night” e “Asian Hooker” sono stati lo schianto iniziale del concerto. L’entusiasmo e l’adrenalina salirono canzone dopo canzone. Poggiato al muro in un angolo e sorseggiando una delle varie birre della serata ho osservato anche il canticchiare delle bocche di chiunque: ragazze, ragazzi, adulti. Tutti amano l’album “All You Can Eat” e il resto dei pezzi degli Steel Panther. Tutti sono affascinati dalle melodie e dall’energia dannatamente r’n’r che sa pompare la band e che monta a ogni sequela di pezzi. “Gangbang at the Old Folks Home”, “Party All Day”, “17 Girls in a Row” sono alcuni picchi di questo impeto di lustrini, capelli vaporosi e riff graffianti, nei quali trovano posto anche i momenti acustici di “Girl from Oklahoma” e un gradevole assolo di Satchel un tantino alla Malmsteen.
Il clima è stato sempre più caldo. A Mike Starr viene doverosamente intonato un ‘happy birthday’ da tutti noi. Quel giorno ne siglò quarantanove.
A un certo punto tre ragazze, delle quali due sciroccate che avevo visto trafficare a destra e a manca per tutta la serata, si fiondano sul palco a ballare e a scambiarsi effusioni. La conseguenza è che alla fine del pezzo Starr e Satchel non si lasciarono scappare la possibilità di proporre ad altre ragazze di salire sulla scena per una degna coreografia. Ambivano a un’orgia? Se anche fosse la cosa non è riuscita. Per lo meno in pubblico. Entusiasmo e rock and roll, in un crescendo memorabile, scandito da ogni riff riversato sulla platea come ruggiti impetuosi di una pantera d’acciaio.
Brani eseguiti dagli Steel Panther:
Pussywhipped
Tomorrow Night
Asian Hooker
Just Like Tiger Woods
Eyes of a Panther
Gangbangat the OldFolks Home
If I Was the King
assolo di chitarra
Turn Out the Lights
Party Like Tomorrow
Is the End of the World
Girl From Oklahoma
The Burden of BeingWonderful
17 Girls in a Row
Gloryhole Death to Allbut Metal
Community Property
Party AllDay (FuckAll Night)
(Alberto Vitale)