(Pagan Records / Monomaniax Productions) Pubblicato per la prima volta in Messico e dunque in lingua spagnola nel 2016, “From Hades to Valhalla… BATHORY – The Epic Story” ha poi conosciuto ristampe tra le quali edizioni in polacco e da quest’anno per la prima volta anche in inglese. I Bathory certo, ma non si può prescindere sulla nascita, gloria, morte e cremazione di ‘Ace’ Thomas Börje Forsberg detto Quorthon. Il demiurgo dell’universo Bathory è lui.
Sono 160 pagine con 18 capitoli, oltre a alle canoniche introduzioni e preamboli. L’autore è José Luis Cano Barrón e ha scritto questa biografia non ufficiale tra il 1992 e il 2016, ritornandoci poi tra il 2019 e il 2022, lavorando sulla ricerca delle fonti (riviste, fanzine, format radiofonici e video) nonché attraverso pochi contatti diretti con alcuni protagonisti. Molti pare non abbiano mai accettato o addirittura del tutto ignorato, le richieste di un’intervista o contributi da parte di Barrón.

È interessante leggere gli inizi dei Bathory, quando erano dei semplici ragazzi. Giovani, spensierati, attitudini tipiche di chi a quella età scopre cose, ha passioni e magari vive la vita con un sano e disincantato atteggiamento. Dall’essere una band alle prime armi a puntare a qualcosa di professionale però il passo è stato breve e proprio quell’incoscienza mista all’ambizione giovanile, si palesa sotto la spinta del convinto Quorthon, il quale porterà a scolpire nel tempo il nome Bathory. All’inizio tra i vari nomi assunti dalla band c’era quello di Countess Bathory perché è proprio da quella figura storica che ne deriva quello finale.
Quando il progetto coinvolgeva Freddan Melander e Jonas Akerlund, andati poi via nel 1984, si intravedono le logiche di un trio, di una band che forse Quorthon non poteva sostenere a lungo, lui che diventa un accentratore patologico. Quorthon poi a 17 anni era chiamato Ace e adorava il punk, l’Oi! nello specifico, ma anche l’hard rock e soprattutto i Kiss.

La storia segue dunque il corso della discografia e sulle registrazioni degli album e l’autore tocca anche aspetti su chi materialmente abbia scritto, sviluppato e poi registrato il materiale. Quorthon era un multistrumentista che nasce come batterista. Lui è stato il prototipo del one-man band e pur tuttavia sono apparsi anche altri musicisti negli anni come Paul ‘Palle’ Lindberg, forse il collaboratore più stretto di Quorthon. Senza contare Börje “Boss” Forsberg, il padre di Quorthon, una figura attiva e determinante nella vita del musicista che spunta ovunque nella biografia.

L’occulto entra nei testi e l’iconografia come atto dirompente. È il frutto di letture tra la scoperta e la curiosità in giovane età, ma Quorthon era un satanista? Un occultista? No, Quorthon non era un cristiano e da giovane si è appassionato di fumetti horror e di film della stessa natura, tutto inizia da questo e successivamente ci ha abbinato letture sul mistero, l’esoterismo, la magia, la mitologia e così via. Niente di diverso da cose fatte da tantissimi giovani.
L’argomento testi delle canzoni nella storia dei Bathory prende anche pieghe pagane, si pensi alle foto promozionali tra l’incontaminata natura scandinava, i miti, le terre del nord come un’Arcadia vichinga. Barrion sottolinea come Quorthon su certi argomenti un po’ ci ha marciato sopra e i fan della band lo sanno bene. Il punto è che i Bathory sono stati un elemento di rottura, come i Venom. Un esempio per legioni di musicisti, e appassionati, di diverse estrazioni e stili in tutto il mondo. Abbinando a ciò la morte prematura di Quorthon, il quale verrà sempre ricordato per essere stato una persona schiva, avvia la maturazione e diffusione di fatti e parole stravolte, edulcorate che hanno infine creato il processo del mito.
A proposito dei Venom, si è spesso dibattuto se i Bathory di Quorthon avessero pescato dai Venom e questa riflessione cade anche nel libro in questione: a quei tempi non c’era l’internet di oggi e la diffusione della musica avveniva a macchia di leopardo e meno rapidamente. L’autore offre una riflessione, anche appoggiandosi sulle parole dello stesso Quorthon che più volte ha chiarito che manco li conosceva all’epoca. Però queste vicende ricordano quelle dell’uovo e della gallina. Certi discorsi andrebbero fatti anche su Sodom, Celtic Frost, Hellhammer e così via? Finiamola!

“From Hades to Valhalla…” contiene tante foto, alcune pittoresche, come quella di Freddan in abbigliamento e posa alla Ritchie Blackmore. C’è anche una bellissima foto di un giovane Tom Angelripper dei Sodom, con una maglietta raffigurante proprio la copertina del primo album dei Bathory. Le foto sono preziose in questo libro. Aumentano la profondità e le dimensioni storiche dei fatti raccontati. Nei capitoli si ripercorre dunque la storia di Quorthon, personaggio, musicista, icona del metal dalle tinte oscure, attraverso un testo scorrevole, semplice, quasi colloquiale che tenta di essere puntuale nel toccare più punti e aspetti dell’universo Bathory. Vi entra anche il livello espressivo tra il fan o il tipico metalhead che usa qualche cliché. Tutto sommato qualcosa di personale di un autore in una biografia non ufficiale, anche una semplice riflessione, ci casca dentro. Come qualche ripetizione non scremata dalle bozze!

Thomas Börge Forsberg muore in casa propria a Stoccolma. La notizia è del 7 giugno del 2004, Quorthon però muore il giorno precedente a causa di un attacco cardiaco. Aveva 38 anni. L’universo Bathory è qualcosa di mitologico. Schivo, tanto che molte cose di lui si sono apprese dopo la sua morte. Per esempio la sua salute e integrità fisica, Su una ricostruzione dell’uomo e del musicista, “From Hades to Valhalla… BATHORY – The Epic Story” prova a dare un suo onesto contributo.

(Alberto Vitale)