(Tsunami Edizioni) Siamo verso la fine degli anni ’70. Steve Harris, giovane bassista inglese decise di formare una band capace di coniugare un sound aggressivo ad una buona tecnica esecutiva, senza far mai mancare la melodia, in contrapposizione alla dilagante moda del punk. Ironia della sorte, sarà proprio un cantante d’impostazione punk a marchiare a fuoco con la sua voce i primi due leggendari album degli Iron Maiden. Il resto è storia, con l’entrata in line up del dotatissimo singer Bruce Dickinson, Nicko McBrain al drum kit al posto di Clive Burr e soprattutto otto album epocali (sette dischi in studio più il monumentale “Live After Death”). Il libro in questione prende in esame la prima parte della carriera degli Iron Maiden, dalle origini tormentate da una marea di cambi di formazione, alla comparsa nella compilation “Metal For Muthas”, dai “Soundhouse Tapes” all’avvio di una scintillante carriera costellata per un decennio da capolavori uno migliore dell’altro. Con il suo consueto stile, Martin Popoff alterna estratti di interviste tenute nelle varie fasi della carriera della band a recensioni, svelando vari retroscena nascosti. Un modo per ripercorrere la carriera della più importante metal band di tutti i tempi, magari ascoltandone i dischi durante la lettura.
(Matteo Piotto)