La seconda edizione della MurderNight è ancora più ricca e gustosa della prima… più band, più generi proposti, stessa organizzazione e locazione (l’ottimo Centro Giovani Connection di Bressanone).
La prima puntata aveva visto un trittico di band agguerrite con Blood Edition, Dark Season ed i bellunesi Delirium X Tremens a dividersi gli oneri del palco; questa seconda edizione, invece, vede i milanesi FAUST come gioiello della corona di una serata in cui viene posto un accento particolare alla promozione delle band locali (fra cui i collaudati Dark Season).
Ma andiamo con calma… ore 21.30: parte il delirio.
I primi a salire sul palco sono i Reach Us Endorphine. Dalle note biografiche vedo che la band proviene da vicino Bressanone e ha una discreta esperienza live alle spalle. Il suono è pulito e favorisce il loro stile energico e pesca senza remore nel death metal melodico scandinavo. I 30 minuti concessi scorrono bene ed anche il pubblico sembra apprezzare… anche se, stranissimo, si tiene molto distante dal palco non facendo sentire il calore alla band (cosa che sarà più o meno caratteristica di tutta la serata). Bravi, questi Reach Us Endorphine, a non aver paura di ammorbidire la loro proposta senza farla scadere in qualcosa di melenso.
Rapidissimo cambio palco (trademark della serata) ed ecco salire i Dark Season. Ormai avvezzi a calcare le assi di questo palco, la band ha due plus rispetto all’anno scorso: il cantante sembra più reattivo e pompato oltre ad alcuni pezzi nuovi in scaletta che hanno portato un pò di novità. Lo stile della band si sta pian piano definendo, con un ulteriore scarto dallo stile del precedente disco in studio; appena si affrancheranno completamente dal far percepire in maniera così evidente le loro influenze sonore saranno pronti per un salto di qualità. Complimenti comunque per un set preciso e ben suonato.
Contrariamente a quanto visto sulla locandina, i FAUST suonano come terzi. Il palco è già pronto ed il loro stemma sventola dietro le spalle degli headliner di questa MurderNight II. Dopo una intro strumentale la band incomincia a ruggire nel suo inconfondibile stile. Il suono, a volte, risulta leggermente impastato, ma non ci sono assolutamente problemi ed il set è grintoso, ottimamente suonato ed il pubblico reagisce bene alle sollecitazioni musicali. La band che accompagna il mastermind Aleister è affiatata e formata da musicisti validissimi, con una sezione ritmica di prim’ordine con Emi degli Illogicist al basso, Riccardo Merlini a distruggere con perizia il drum-kit come se avesse un conto in sospeso con esso, e Izio alla chitarra, e non delude sia quando schiaccia il piede sull’acceleratore e sia quando opta per l’approccio votato alla grandeur sonora e melodicamente più “accessibile”. Buona la cover dei Morbid Angel lanciata in mezzo al set.
Siamo quasi a mezzanotte quando sale l’ultima band della serata: i Depreciate The Liar di Vipiteno. Il pubblico finalmente si avvicina e fa sentire alla band che c’è… questo indubbiamente galvanizza il gruppo che spara un brutal dethcore estremamente groovy e cadenzato. La band scatena un’adrenalina terribile sul palco, tuonando ogni singola nota e marcando il territorio in maniera brutale (sottolineato dalle urla belluine del singer). Si sente che hanno voglia di suonare e di violenza e lo dimostrano senza remore.
La serata si conclude sulle ultime note dei Depreciate The Liar ed il pubblico incomincia a disperdersi in direzione uscita contento e soddisfatto.
Seconda edizione e secondo successo. Adesso attendiamo la terza puntata e vi vogliamo ancora più ambiziosi ragazzi!
Ci contiamo.
(Ennio Vitolo)