Avevo mandato un messaggio, tempo addietro, a Lord Lokhraed. Lo insultai, da buoni amici, per il fatto di tenere una cazzo di data in Italia di mercoledì sera, a 300 km da casa mia. Dubitavo di poterci andare. Ma alla fine il fascino della decadenza, di quel andare sempre più in basso mi ha tentato … ed io non resisto certamente a nessuna tentazione. E nemmeno all’amicizia che mi lega con l’enigmatico frontman dei Nocturnal Depression.
Il Blue Rose Saloon è un pub tosto… non è il primo gig che mi vedo tra quelle mura, ma mi rendo conto che è sempre un piacere entrare in un ambiente vero, puro, completamente in linea con gli show proposti.
La serata è intesa. Lord è già euforico…È sempre un piacere dialogare con lui, constatando che il suo essere allegro e solare, amichevole e di compagnia risulta in totale contrapposizione con quella bestia suicida e rabbiosa nella quale si trasforma quando sale sul palco.
L’evento infrasettimanale attira gente, dopotutto il bill è devastante… e tra il pubblico si notano personaggi famosi della scena, come Asher dei Forgotten Tomb, band nota per essere amica dei Nocturnal Depression, sia a livello artistico che personale.
Parliamoci chiaro. Sono un giornalista e qualche cazzata ve la devo scrivere. E voi, forse, la leggerete. Oppure no (non m’importa. Scrivo per me, non per voi). Ma ho un ruolo di merda, un compito inutile… e lo devo eseguire. Ma ricordatevi: qualsiasi concetto io esprima con le mie parole, non può lontanamente avvicinarsi all’emozione e alla potenza di un concerto vero, di uno spettacolo dove le emozioni degli artisti vengono canalizzate dal palco, attraverso la musica e sbattute in faccia al pubblico presente, in forma diretta, esplicita, senza censure. In sintesi: se non c’eravate non capirete nulla. E, siate consapevoli, vi siete persi qualcosa di grandioso. Come sempre. Perché ogni concerto è unico, anche se vengono suonate sempre le stesse canzoni, ogni sera, durante tutto il tour. Se non c’eravate, mi dispiace molto. E mi viene pure voglia di insultarvi. Anche perché il vostro paese di merda offre un casino di eventi tosti… in un casino di locali veri. Pensateci quando vi lamentate dei ‘tangentopoleschi’ sold out dei biglietti dei grandi nomi… pensate alla musica vera, a quella ispirata dalla passione e non dal fatturato. Pensateci cazzo.
Aprono gli Eyelessight. Conobbi questo progetto devastante un paio di anni fa (li recensii…) e ricordavo un’essenza estremamente crudele. Sul palco sono tutti bendati. La front woman è la sintesi della morte… ma anche la fonte di un’energia fuori controllo. I musicisti sono immensi, offrono una presenza scenica lacerante (il bassista è fantastico) e la loro irriverente decadenza scalda un pubblico che vuole esorcizzare la depressione, il male, lo schifo che pervade il genere umano, giorno dopo giorno.
Gli Enisum non sono nuovi nel bill dei Nocturnal Depression. Un anno fa il loro “Arpitanian Lands” (recensione qui) mi fece aprire gli occhi e ogni loro concerto (credo di averli visti almeno tre volte dal vivo) è una costante conferma del fatto che in Italia, sotto la polvere ed il fango mediatico, ci sono realtà musicali di spicco, meritevoli di rispetto, con una forza stilistica e creativa degna di fama e successo.
Non conoscevo i Psychonaut 4 dalla Georgia. Non avevo mai sentito assolutamente nulla. La band sale sul palco in maniera discreta… creando lo spazio per un sestetto di musicisti in gamba, esperti, scenografici… capitanati da un front man schizoide, unico, completamente pazzo. Raramente si vede una simile interpretazione… anzi… non si tratta nemmeno di interpretazione, perché Graf non recita… Graf vive, sperimenta ed esprime le sofferenze che canta… dimostrando uno scenografico disagio, una superlativa ed artistica teatralità della depressione, del male umano, della totale mancanza di speranza. Il tutto circondato da musica immensa, tuonante, suonata in maniera impeccabile e resa ancor più estrema dalla guest session impersonata da Lord Lokhraed, ospite alla voce durante una canzone.
I Nocturnal Depression chiudono la serata. Anzi, aprono ad un nuovo mondo. Non nascondo si tratti di una band che amo, una band che conosco di persona e una band il cui leader e mente artistica, per mia fortuna, è annoverabile tra i miei amici intimi, uno di quelli al quale racconto i cazzi miei (e viceversa). Ma una cosa è l’amicizia tra due persone, una cosa è quella bestia priva di vita umana che si vede sul palco. E se i Nocturnal Depression non mancano mai di offrire uno spettacolo immenso, tra l’altro con una set-list fantastica… se la band è infinitamente scenografica nel recitare quella decadenza di un genere umano che costantemente perde l’eterna battaglia contro se stesso, non si può dimenticare la potenza espressiva di Lord Lokhraed, sempre estremo sul palco (ho assistito a innumerevoli concerti dei Nocturnal Depression!)… una potenza che in questa data è risultata amplificata, espansa, elevata all’ennesima potenza. Quella cosa sul palco non era il mio amico, quello con il quale bevevo un drink mezz’ora prima. Quello era il male. La furia ancestrale del male. Una furia fuori controllo la quale altro non può essere che la sintesi di tutti i mali. La sintesi dell’umanità.
Lascio Lord Lokhraed al banco bar, dopo il concerto. Lui sorseggia un drink. Aveva ancora tutto il face painting… ma sotto era di nuovo la persona che conosco, solo con le sembianze del demone perfetto. Quale capacità di trasformazione da un personaggio all’altro e ritorno… che metamorfosi.
Vi confesso che io non ho visto il concerto: ho tenuto quasi sempre gli occhi chiusi. Quegli arpeggi, quelle sfuriate. Quella voce perversa. Mi fanno impazzire. Catturano la mia mente.
Quella sera, stranamente, ero euforico. Da qualche parte, in qualche modo, li vicino c’era una sorgente di felicità, una mia personale felicità, la quale mi inebriava i sensi.
Dopo tutto, della musica di questo livello può completare in maniera irreversibile un processo depressivo, se già iniziato e magari irreversibile.
Oppure può esorcizzare l’abbattimento, la malinconia ed il malessere… tenendoli lontani dalla tua aura, dai tuoi sensi… elevando le sensazioni a livelli superlativi.
Prima del concerto, parlavo con Lord Lokhraed: i problemi della vita, i cazzi, le sfighe, le delusioni, le bugie, il falso umano. Le solite cose. Ma alla fine ci siamo trovati d’accordo su una cosa: la musica non tradisce mai.
E, cazzo, questo è dannatamente vero. E le quattro band sul palco l’hanno provato, al di là di ogni ragionevole dubbio.
(Luca Zakk)