Anni ’80 senza fine.
L’epoca d’oro. L’unica epoca immortale… perché gli anni ’90 che hanno voluto ucciderla commercialmente sono falliti miseramente, dentro il loro baratro culturale e stilistico.
In questa galassia post hard rock ci sono bands quali Reckless e Speed Stroke, gente fuori dagli schemi, artisti che se ne fottono del passare del tempo, degli anni, delle mode che periodicamente muoiono, rinascono, evolvono.
E la prova è evidente: oggi, anno MMXXII, il glam ottantiano suscita lo stesso intenso stupore che suscitava nel suo decennio di gloria, laggiù, lungo la strip, a Los Angeles, culla di intramontabile stile artistico ed illimitata depravazione.
Bands che non sono bands, piuttosto gangs. Le gangs si combattono o si alleano tra loro, proprio come fanno Reckless e Speed Stroke, questi ultimi con l’onore e l’onere di aprire una serata immensa, la serata del party, la celebrazione del secondo disco, quel “T.M.T.T.80” (recensione qui) il quale ci riporta indietro di qualche decennio, facendoci dimenticare la tristezza e la decadenza degli anni che hanno fatto seguito.
È la festa dei Reckless. La loro festa. Il loro make up. Il loro concerto. I loro colori. I loro irresistibili cliché. Viene da pensare che sia una band fuori tempo, fino a quando vedi volare reggiseni e mutandine verso il palco… mentre tizi incazzati con camicia hawaiana fanno da guarda spalle a sensuali e ribelli femmine semi nude, calde e scatenate nel ballo.
Questo è il glam. Questo è lo sleaze!
È quel genere musicale dove non vedi una band concentrata sulla musica e poi disponibile al party… piuttosto una band concentrata sulla devastazione della festa ma capace di suonare naturalmente, di regalare una soundtrack a momenti autenticamente scatenati. Tecnica di chitarra messa come contorno da gente devota ad ogni vizio…. alcol, fumo e sesso in primis!
Ed ecco che la musica non è più l’elemento dominante creato da geni virtuosi e progressisti. Anzi. La musica diventa espressione sublime di anime dannate, perse, assolutamente devote alla totale devastazione!
(Luca Zakk)