L’allarme Corona Virus sta mietendo molte vittime sul mercato: turismo, esportazioni… ma anche spettacolo. Sono innumerevoli i concerti cancellati negli ultimi giorni: Testament + Exodus + Dark Angel in Lombardia… Lordi sia in Toscana che a Roma… con l’ultima vittima lo show di Suffocation + Belphegor che si sarebbe dovuto tenere domenica 8 Marzo al Revolver Club di San Donà di Piave (VE).
Recentemente abbiamo intervistato il direttore artistico del locale, Alex Torchia (leggete qui) e considerata la sua esperienza e l’immensa disponibilità, gli abbiamo chiesto lo stato della situazione, anche alla luce di un prolungamento nella regione Veneto della chiusura forzata dei locali come discoteche e sale concerti.
Ecco le sua parole:
Come direttore artistico del Revolver di San Donà di Piave e avendo anche un’azienda che si occupa di eventi, non posso non dire due parole su quello che sta succedendo in Italia durante questa psicosi causata dal “Coronavirus”. Tutti noi operatori abbiamo dovuto annullare i nostri concerti, con un grande danno per tutti: locali, bands e pubblico. Ancora una volta l’ipocrisia di qualcuno fa si che il settore della musica, del ballo e del divertimento sia il primo a venire bloccato e messo in ‘quarantena’. Se ci fosse una vera emergenza questo non sarebbe un problema: per tutti noi operatori la sicurezza e lo star bene del pubblico sono al primo posto, da sempre. Però non si può far finta di non vedere il modo scomposto e privo di logica di queste misure preventive che rende chiara ancora una volta la poca attenzione del governo per il nostro settore.
I locali da ballo restano chiusi mentre i centri commerciali sono aperti con una concentrazione di persone che, purtroppo, un live club non avrebbe mai. I cinema e i musei sono chiusi, ma i bar sono aperti a patto che servano solo la gente ai tavoli.
La verità è che i media hanno scatenato una psicosi di massa su quella che dai dati che disponiamo ad oggi è poco più di un’influenza ed il governo ha deciso di mettere in ginocchio settori interi dell’economia, turismo compreso, pur di far vedere che ha fatto il massimo contro quella che sembra essere la nuova peste. Uso il termine ‘far vedere’ non a caso: questo ‘coronavirus’ è soprattutto una malattia psicologica che viene diffusa in maniera abnorme da media irresponsabili e quindi viene combattuta da iniziative altrettanto abnormi e vistose.
Il punto è che le misure di prevenzione che ci colpiscono ora finiranno l’8 marzo, mentre gli strascichi ci colpiranno ancora per mesi se non vinciamo questa paura e questa disinformazione onnipresente sui social dove i milioni critici musicali di Sanremo si sono appena tutti trasformati in altrettanti infettivologi da apocalisse.
Quindi il mio invito è a non farvi influenzare da questa psicosi di massa oltre il dovuto: dopo l’8 marzo il mondo della musica dal vivo riaprirà e avrà bisogno di tutto il vostro sostegno per recuperare tutti i danni causati da queste 3 settimane di follia collettiva. Fate attenzione alle basilari norme di prevenzione, ma non fatevi murare in casa dalla paura.
Alex poi conclude con ironia, in quanto è ancora l’unica cosa che sembra non essere stata proibita o messa in quarantena:
Qualcuno mi accuserà di sottovalutare questo famigerato COVID19 o “coronavirus”, ma non sono certo sopravvissuto alla vita da metallaro degli anni ’90, fatta di alcool e concerti in transenna, per cadere sotto i colpi di un’influenza a cui hanno dato il nome di una birra leggera…
Alex Torchia – Revolver Club art Director – Pro Futura Eventi