(Tsunami Edizioni) “Sono felice […] di essermi tolto questi pesi dal cuore. Perché, a volte, fa molto bene all’anima ‘Confessare’ ”. È questo l’epilogo di questa biografia superlativa e definitiva, quella del Metal God, quella di Robert John Arthur Halford… il leggendario vocalist dei Judas Priest, una biografia di oltre trecentocinquanta pagine scritte da uno che ha sempre detto di non voler scrivere le proprie memorie! Rob, con uno stile narrativo entusiasmante, molto ironico (cosa che comprende le varie note a piè pagina!), che incanta e cattura il lettore, parte dall’inizio, dagli albori. Dall’infanzia. Dai giorni di scuola in quella nebbiosa ed industriale Walsall, nel Staffordshire. Spesso scherzando, con anche molta autoironia, Rob dimostra un acuto senso di osservazione, parla della sua famiglia, delle condizioni sociali post belliche, dei lavori che ha fatto per racimolare un po’ di grano, della sua parentesi teatrale, delle sue esperienza canore, dell’ingresso nei Judas Priest avvenuto quasi per caso (il bassista e fondatore della band Ian Hill usciva con la sua futura prima moglie, ovvero la sorella di Rob) e la conseguente carriera sempre in ascesa, tra momenti grandiosi ed ovvi problemi, lungo i vari tour mondiali, disco dopo disco, dipendenze tossiche e conseguenti sobrietà. In questo suo ‘vangelo’ Rob ripercorre e racconta nel dettaglio la sua vita personale e quella delle sue band, enfatizzando sia la sua sfera più privata che quella più pubblica: gli eccessi, i successi, le delusioni, le cause legali, i vivi, i morti, le tragedie, le malattie, la famiglia, gli amori, gli incontri con una infinità di personaggi iconici (tra questi la Regina d’Inghilterra, Lemmy Kilmister, Johnny Depp, Lady Gaga, Andy Warhol, Ian Gillan e tantissimi altri). Viaggi, residenze da entrambi i lati dell’oceano, le sessioni di registrazione degli album un po’ ovunque, le notti pazze, la carriera solista ed il periodo fuori dai Judas, anno dopo anno, fino ad oggi, fino alla pandemia e relativa posticipazione di ogni tour mondiale (compreso quello del 50° della band). C’è di tutto in questo volume. Di tutto e di più. Per il lettore, fan sfegatato della band o meno, è un dannato piacere leggere parola dopo parola, pagina dopo pagina, capitolo dopo capitolo. Il titolo, poi, è iconico: per quante cose siano successe, per quanti siano stati i concerti, i dischi, i palcoscenici, la visibilità mediatica e gli eventi di tutti i tipi in ogni angolo del globo, Rob con questo libro ‘confessa’ il suo orientamento sessuale, enfatizza questa sua condizione, quasi completando la fase di coming-out iniziata nel febbraio del 1998 durante una intervista per MTV, mettendola in chiaro ed esorcizzandola in ogni singola pagina di questo favoloso libro: la sua vita, il suo doversi nascondere da omofobia e pregiudizi in quanto famoso in una epoca ancora ‘non matura’, la paura di far trapelare l’essere il front man gay di una band ‘di maschi alfa metallari’, fino all’auto accettazione, al capire se stesso, al non provare più alcun senso di vergogna o di autocommiserazione. Un libro farcito da fatti ed eventi che si intrecciano con la sua indole, con i suoi stati d’animo, con le sue angosce, con le sue paure, rivelando una personalità che oltre ad avere tutte le comuni debolezze di ogni essere umano, dimostra irriducibile forza, determinazione e lungimiranza.
Ci sono poche autobiografie così esageratamente vere, così brutalmente sincere, così ricche di emozioni. Mi vien da pensare a quella di Steve Sylvester (qui e qui). Penso a quella di Nikki Sixx e le sue dipendenze, o a quella di Lemmy, capace di descrivere in modo geniale il suo mondo e la sua epoca. Ma Rob Halford va oltre, dimostrando al mondo di essere un artista concreto, sobrio, intelligente, con le idee chiare.
Un artista che in settant’anni ha contribuito a scolpire sulle pietre dell’eternità i comandamenti del metal. Un artista che, forse più di tanti altri, si apre al suo pubblico, ai suoi fans, ai suoi lettori, con esemplare e destabilizzante sincerità!
(Luca Zakk)