Parte 2 (la parte 1 è QUI) e il video di “The Nameless City”
Quindi la lavorazione è stata fatta seguendo il consueto ordine di quando si registra un qualunque altro disco, nel Novembre 2012 se non sbaglio Claudio Tirincanti ha registrato la batteria al Domination Studio a San Marino, i file di Claudio (assieme ai demo di Alisa come riferimento) sono giunte nelle mani degli americani Gabriel Monticello (Spaceseed) e Sparky Simmoms (Acid FM), rispettivamente bassista e chitarrista, che hanno registrato le loro parti, parallelamente Alisa stava affinando i sintetizzatori vari, in modo da farmi avere dei brani pronti almeno all’80%, affinché io potessi cantarci avendo abbastanza strumenti definitivi per entrare nella perfetta sintonia coi brani. Poi il 20% mancante in realtà era costituito dalle guest appearances, ovvero Cyndee Lee Rule (violino, Spaceseed), Bless (piano, Hortus Animae), James Hodkinson (mellotron e moog, Pre-Med) e Nik Turner (sax e flauto, Hawkwind), quindi avevo sotto tutta la base necessaria per lavorare bene.
Allora, io ho registrato le voci nel marzo 2013, sempre presso il Domination Studio, poi c’è stata un’attesa di un paio di mesi per ricevere i file di Cyndee, Bless, James e Nik e a quel punto Alisa si è buttata anima e corpo nel processo di mix e master, che si è concluso attorno al maggio 2013 per poter poi pubblicare l’album in Agosto tramite l’etichetta svedese Transubstans Records, che è la stessa che ha pubblicato il primo episodio della trilogia. Non so come sia arrivata la proposta perché è Alisa ad occuparsi di questo aspetto della band, però so che la Transubstans è una delle etichette più valide per quanto riguarda il genere offerto, quindi è quanto di meglio potesse capitare. Anche il discorso artwork e frontcover è tutto su Alisa, che si affida a Kevin Sommers, collaboratore di Space Mirros fin dall’album “Majestic-12: A Hidden Presence” del 2008, il nostro terzo album e il primo che vede la mia partecipazione. Lo stile di Kevin rispecchia molto lo stile sia musicale che lirico di Space Mirrors.
Tirando le somme, personalmente sono molto soddisfatto di come è venuto fuori “The Other Gods”, i brani sono d’impatto, gli arrangiamenti sono più mirati, le performance più precise, insomma la squadra è stata più affiatata del solito! E spero in un risultato ancora migliore per il prossimo disco e ci sono tutti i numeri affinché questo possa tranquillamente succedere. Sono lieto di collaborare a questo progetto e di potermi esprimere su territori che per me sono sempre ragione di sfida. Mi piace oltrepassare i miei limiti.
Per quanto riguarda l’aspetto lirico anche i testi, come già ho spiegato, sono completamente opera di Alisa, ma mi ci trovo a mio agio; io stesso sono stato un grande divoratore delle opere di Lovecraft anni fa. Quindi ci sarà un altro album che seguirà queste coordinate, presumo con la stessa identica line-up, e sono curioso di vedere in quali meandri ci cacceremo una volta portata a termine la trilogia!
(Martyr Lucifer)