(Tsunami Edizioni) Immagina una notte strana. Surreale, visto di CHI stiamo parlando. L’appuntamento è al cimitero. Tutti prendete posto un po’ sparsi, chi in piedi, chi non seduto o sdraiato su una tomba ormai dimenticata, una tomba che non sente il profumo dei fiori da troppo tempo, una tomba che non percepisce il contattyo umano da decenni, forse secoli. O più. In qualche modo tu e tutti gli altri partecipanti siete seduti in un grande semicerchio, quasi un anfiteatro decadente e malsano che guarda verso quell’edificio gotico che si eleva imponente, lussuriosamente beffardo e pregno di un’antica bellezza, quella cappella gentilizia che per sua stessa definizione inietta concetti di classe sociale in un luogo nel quale qualsivoglia distinzione tra esseri umani ormai andata, assurda, vana, insensata.
Memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris.
Immagina una luna piena accecante. L’antico cimitero è lontano da ogni centro urbano, nei dintorni solo boschi e dirupi. In lontananza, ma nemmeno poi così lontano, echeggiano rumori agghiaccianti: ululati, grida. Una cacofonia straziante di suoni della natura violentati e stravolti dalla tua mente suscettibile.
C’è una specie di corpo di guardia davanti a quella cappella, lupi mannari, zombie, mummie, freaks deformi… sono tutti mostri… forse sono reali, forse sono solo maschere, forse sono la caricatura deviata dell’intrinseca mostruosità umana.
Dalla cappella esce Lui. Il signore delle tenebre. Il profeta. Il santone. Un moderno Crowley o forse un altro cialtrone? Bella domanda da porsi, oggi, in un mondo costituito dal falso. Ma l’aura che lo avvolge non è cialtroneria… c’è un’atmosfera densa, forte, magica. Il terrore e la curiosità che percepisci copulano rumorosamente, portando in quel luogo di morte una fiammata di vita depravata, tutt’altro che innocente, tutt’altro che naturale.
L’oscurità sferzata dalla luna brillante viene improvvisamente sconvolta da una miriade di ceri cimiteriali, irrequieti come insetti, rossi come il sangue. Cala il silenzio. Un silenzio rispettato anche dalla natura circostante. Quasi un’atmosfera onirica.
Il signore delle tenebre parla, con una voce calma, ipnotica e rilassante. Ed ecco che inizia il suo lungo e dettagliato racconto, sempre chiaro, sempre espressivo, senza eccessi, senza esclamazioni, tranne pochi momenti teatrali i quali vengono alimentati dall’enfasi del racconto.
Ogni tanto il maestro tace e una voce a turno proveniente dalla cripta aggiunge dettagli, informazioni, raccontando con energia e perversione aneddoti e retroscena sconvolgenti. Le voci sono di tutti quei personaggi che ruotano attorno o hanno vagato nel cosmo oscuro dei Death SS: la dissacrante Dhalila -la quale non nega dettagli scabrosi-, Kaiser, Oleg, Kurt, Wise, Felix, Delirio, Glenn… e tutti gli altri, coinvolti nella band in svariate forme, da innumerevoli punti di vista.
Partendo dagli gli inizi, passando per le delusioni e i successi, disco dopo disco, concerto dopo concerto, compresi i progetti paralleli e gli artisti devoti a svariate forme d’arte che hanno incrociato il cammino con la band. Le pause, le rinascite, le attività trasversali non strettamente legate alla musica. I fatti. La cronaca. Le assurdità. Le conclusioni. Le ipotesi.
Una superlativa biografia di una band iconica unica… una biografia di una band che diventa, pagina dopo pagina, l’autobiografia di Steve Sylvester.
E tu sei a casa, stai leggendo con avidità, pagina dopo pagina. Ad un certo punto è notte fonda… stai leggendo il libro ed improvvisamente lo chiudi, ti fermi, è tardi dopo tutto. Spegni la luce e ti girano in testa le parole di Steve appena lette, le parole degli altri personaggi… ti rendi conto che è tutta farina di Steve con l’aiuto di Della Cioppa e Ricetti.
Ma ti sorge un dubbio.
Chi ha scritto veramente questo volume? Biografia? Autobiografia? Citazioni? Collaboratori? Assistenti?
Tutte cazzate. Nessuna pagina, nessun capitolo, nessun paragrafo di questo libro è stato scritto dalle persone citate… o -per meglio dire- nessuna di queste persone ha scritto una sola parola senza l’invadente influenza dell’Entità.
Steve non ha scritto il libro. Della Cioppa e Ricetti non hanno collaborato con Steve. Forse solo le parole di gente come Dhalila sono autografe… ma descrivono fatti e misfatti commessi sotto la palese influenza di quell’Entità. Nemmeno le foto contenute nel volume sono state scattate da fotografi liberi dall’ascendenza di quella creatura misteriosa.
Poi arrivi all’ultima pagina. Se prima avevi milioni di domande che ti ronzavano in testa pensando ai Death SS… ecco che con questa bibbia dissacrante molte trovano finalmente una logica risposta; ma poi la tua testa esce di senno, un senno che materializza ulteriori nuove domande, alimentate da fatti oscuri, da rivelazioni assurde le quali si collocano instabilmente tra terra e tenebre, tra mondo fisico ed etereo, tra occulto e fiction, tra teatro e morte.
Ma io ti posso consolare: nel mio piccolo, ti offro un sacrificio e ti faccio solo una promessa: chiederò udienza al Maestro e cercherò di portare un barlume di luce in queste persistenti tenebre, cercherò di scavare più a fondo, sotto i macabri resti di quelle tombe misteriose.
La mia unica speranza? Arrivare laggiù, oltre la band, oltre Steve, dal profondo dei meandri maleodoranti nel cui labirinto si cela l’entità.
Per portarle i miei omaggi.
Il mio rispetto.
E il giuramento di eterna fedeltà.
(Luca Zakk)