STONEBREAKER FEST Act I – Bolzano 23.11.2012: Veniamo invitati a osservare la prima edizione dello Stonebreaker Fest, organizzato da Music Solutions Agency – Murder Promotion in collaborazione con la ARCI Bolzano. Possiamo mancare? No di certo.
Arriviamo al locale del concerto (il Pippo.Stage, ben conosciuto in Trentino Alto Adige per i suoi numerosi concerti, ma non solo…) e si respira già l’atmosfera di attesa ed elettricità tipica del pre-concerto. Le band (per l’occasione un minifestival comprensivo di quattro gruppi, che poi andremo a presentare) si muovono di fronte al palco o sostano rilassate sui divanetti, il resto è un primo, leggero (per la verità), afflusso di gente.
Ore 21.15, che lo spettacolo abbia inizio. I primi a calcare il palco sono i Southern Drinkstruction da Roma. Molto conosciuti nella Capitale (ma non solo, grazie anche all’attività live), i Southern Drinkstruction sparano fuori un set compatto, carico e corrosivo come solo la mistura fra bastardissimo (southern) rock e marcio death può essere. Estratti dall’ultimo disco e qualche altra piccola perla compongono una trentina di minuti di concerto per questa compagine romana! Tanto di cappello, hanno suonato con passione e veemenza anche se il pubblico stava ancora arrivando.
Rapido cambio palco ed ecco che arrivano sulle assi del Pippo.Stage i Deadly Kiss dalle paludi di Comacchio (FE) e si è trasportati nell’inferno sudista. Brain Babol è un animale ferito ed in gabbia e si aggira feroce sul palco alla continua ricerca di un confronto/scontro con un pubblico (freddo, assolutamente troppo statico) che non risponde. Allora ci pensa la musica e qua si assiste ad un incrocio fra Pantera, Down e, in non pochi casi, delle ottime infiltrazioni fornite gentilmente dagli Alice in Chains. Il set dei Deadly Kiss è ritmato e potente, incuranti della gente “a singhiozzo” i Nostri hanno sfoderato un’ottima performance.
Nuovo cambio palco e piccola novità nel bill. Ci aspettavamo i bolzanini The Little White Bunny ma ecco salire gli ungheresi Superbutt! La band (cinque album e centinaia di concerti alle spalle – non male il pedigree di questi ragazzi vero?) è in piena forma. Un’ora di set e un compendio più che soddisfacente del catalogo sonoro dei Superbutt. Capitanati dal massiccio cantante Andras (le cui movenze hanno stregato non poche persone) e dalla sua malleabile ugola, le canzoni diventano consistenti sotto forma di bordate groovy e notevoli esplosioni melodiche. Ci stiamo avvicinando alla fine dello show, la gente ha supportato degnamente la performance dei Superbutt (peccato, come detto, della sicuramente non eccezionale affluenza) e rimane di fronte al palco per i The Little White Bunny.
Conosciuti per il loro pungente e demenziale umorismo (nonché, logico, per le capacità sonore) la band bolzanina sfrutta pienamente la mezzora di tempo concessa e, sfidando alcuni pregiudizi tipicamente metallari con un cantante che sembra uscito dal film “I Tannenbaum”, sparano cartucce vibranti di quella psicotica carica metal tipica della fascia più sperimentale e meno convenzionale del genere a noi tanto caro.
Le luci si spengono e con esse anche questa prima edizione dello Stonebreaker Fest… e la seconda edizione è dietro l’angolo: 08.12.2012 al Voodoo Club di Comacchio (FE).
Ci aspetta un altro weekend carico di groove!
STONEBREAKER FEST Act II – Comacchio (FE) 08.12.2012: Vi avevamo preannunciato la nostra presenza alla seconda edizione dello Stonebreaker Fest ed eccoci qua, infreddoliti e con una voglia di metal da urlo.
Arriviamo al Voodoo Club di Comacchio con anticipo visto il tempo non propriamente benevolo, diciamo che faceva schifo, i sassi e la neve venivano giù a badilate… e questo, da quando è mondo è mondo, è un deterrente incredibile per le serate musicali. Speriamo in meglio, altrimenti i ragazzi delle band avranno una brutta sorpresa. Il tempo passa e vediamo che la situazione non migliora e la band principale (i Superbutt) non sono neanche presenti, a quanto sembra sono bloccati in varie parti d’Europa causa maltempo (veniamo a sapere, in un secondo tempo, le varie traversie e il lavoro incredibile degli organizzatori, del locale e di Music Solutions Agency – Murder Promotion per far si che lo show si svolgesse senza nessun problema), solo a tempo limite vediamo arrivare il massiccio cantante e tutta la band, meglio tardi che mai!
Ma dobbiamo fare un rewind della serata per parlarvi delle altre band. Rispetto alla prima edizione dello Stonebreaker, il pubblico sembra aver reagito con maggiore entusiasmo e, nonostante il tempo da lupi, sia arrivato a supportare i beniamini di casa (i Deadly Kiss) e accogliere i Superbutt. C’è un unico cambiamento nel bill del festival: fuori i The Little White Bunny, dentro i The Coffeen.
Questi ultimi aprono le danze del concerto con un buono show ma, lo so siamo di parte (eheh), vogliamo vedere la reazione delle band della prima edizione di fronte ad un maggiore pubblico.
Vogliamo vedere se fanno l’inferno in terra e scaldano questa landa nevosa. Ed ecco qua che salgono i Southern Drinkstruction da Roma. Show potente, compatto e pienamente supportato dal pubblico. Non c’è niente da fare questi ragazzi hanno trovato la pentola d’oro in fondo all’arcobaleno e l’ultimo Cd è una vera mazzata putrescente e irriverente (un saluto a Dirty Sanchez!).
Altra band che volevamo “testare” erano i Dedly Kiss. Fuori dal loro territorio hanno trovato un pubblico più freddo del previsto e non sono bastati i tentativi di Babol di “mettere fuoco” alla gente con invettive e tentativi di coinvolgerli (e smuovere) la gente bolzanina, ma qua, a casa loro, non c’è niente da fare. Sono leoni ed il loro southern groove metal è veramente d’alto livello e accattivante (le maliziose incursioni di sonorità Alice in Chains-iane sono nuovamente confermate ed apprezzate). Non possiamo che lanciare una richiesta a sti ragazzi: a quando un seguito del vostro mini Cd? Forza, vi vogliamo in studio!
Ed eccoci arrivati ai Superbutt. La band, in estremo ritardo causa tempo malvagio, non sembra assolutamente risentire della situazione e sale sul palco e produce un’onda d’urto incredibile. A Bolzano mi avevano stupito, un sound carico, groovy e melodico allo stesso tempo, un punto dove metal e melodia si scontrano; qua a Ferrara sembrano indemoniati, le disavventure metereologiche ed i ritardi sembrano aver messo la dinamite nelle braccia della sezione ritmica e si impasta perfettamente con chitarra e voce. Risultato? Il Voodoo si muove, headbanging ed i Superbutt non accennano a fermarsi. L’acceleratore è giù e la macchina non vuole arrestarsi, un carro armato in piena velocità. Devo ammetterlo, mi hanno impressionato, soprattutto perchè sono arrivati pochi minuti prima della partenza del set e con moltissima grinta ed umiltà non hanno voluto deludere la gente che aveva pagato il biglietto per vederli.
Segnatevelo care band che di fronte a qualche Km di strada fate le rockstar, questi ungheresi si sono sbranati centinaia di chilometri per venire qua per questo concerto e l’hanno fatto al 110%! Una sola parola: chapeau.
Lo Stonebreaker Fest 2 si avvia alla fine e non posso che guardarmi in giro e vedere le facce felici delle persone nel pit, delle band che hanno suonato e, perché no, anche degli organizzatori. Ottimo concerto… e adesso ci attende il rientro.
Che R.J.Dio ce la mandi buona!
(Ennio Vitolo)