Dopo una giornata intensa, mortale, mi avvio verso il Grind House per vedere i Superhorrorfuck con i Silver Addiction: SUPER HORROR SILVER SHOW. Visti gli orari della venue, arrivo in città ben dopo le 23. Imbocco un viale e vedo diverse prostitute che esibiscono la merce, cercano clienti. “Cazzo, guarda Dr. Freak” -esclamo- ma mi rendo conto si tratta solo di un transessuale biondissimo, appariscentissimo. Però è vero! Assomigliava a Dr.Freak!! Inizio a pensare che magari il morto vivente non è al concerto quella sera…
Da filosofo di periferia quale sono, penso alla decadenza del mondo, moderno o meno, alla società, i bordelli chiusi, ai mancati introiti fiscali, ad un sacco di altre cose oscure… E non sapevo che il peggio doveva ancora venire.
Arrivo al Grind. Trovo varia gente nota, vedo le band, i Superhorrorfuck sono ancora senza make-up, deduco si inizi tardi, chiedo esplicitamente una set list ridotta in quanto ero stanco e volevo andare a riposare. Intanto, per ammazzare il tempo, bevo la prima birra.
Non vedo Dr.Freak. Non c’è per davvero. Inizio a pensare al transessuale… ed inizio a pormi delle inquietanti domande. Le risposte che immagino sono anche peggio.
Ad un certo punto scoppia il casino: sono i Silver Addiction che salgono sul palco. Partono quasi soft, poi incominciano a devastare tutto, esibendo un make up zombiesco. Ottimo show, grande coinvolgimento, la gente li adora e loro adorano la gente. Rocker puri!
Si richiude il sipario (si, sipario… al Grind c’è il sipario!!).
Passa un po’ di tempo… appare Dr.Freak sul palco, con una chitarra (il sipario aperto, ovviamente!).
E’ Dr.Freak tutto da solo.
Hey! Non sapevo avesse un side project solista.
E lui, come uno che ha già visto tutto, sia del mondo dei vivi che quello dei morti, coinvolge il pubblico, manda maledizioni, condanna…. e viene raggiunto dagli altri quattro cadaveri che compongono la sua putrefatta band. Lo show è subito devastante: mi chiedo come dei morti come loro, notoriamente freddi, possano essere così violentemente… CALDI.
Ad un certo punto Sergeant Ice, la bella performer del Grind House sale sul palco e immediatamente è vittima di mortali e libidinose attenzioni da parte di Dr. Freak. La bella performer? No, diciamo la verità… Sergeant Ice è da urlo! Guardate voi stessi! Bella, ok, ma indemoniata!… Balla, sculetta, provoca… e risponde alle advances del morto truccato da vivo… fino a quando i due se ne vanno nel backstage. Lasciano il palco. Senza salutare. Che stronzi.
Cala il silenzio. Ma non il sipario e sul palco rimangono i quattro Superhorrorfuckers da soli. Parliamoci chiaro: una band senza il suo frontman è una band morta. Superhorrorfucked! I quattro sono palesemente spaesati, non sanno cosa pensare, chiedono al pubblico informazioni. Il pubblico è fuso e non capisce. Non si capisce nulla. Il concerto NON può essere già finito, anche se la cosa mi avrebbe fatto piacere (ero stanco, volevo la setlist corta… ve l’ho detto, no?).
Intanto rifletto. Ma Dr.Freak è un uomo o una donna? Che gusti sessuali avrà? Cosa ci fa con Sergeant Ice quando un’ora prima era sul viale a battere il marciapiede (è merchandising anche quello!)?
Ad un tratto iniziano a sentirsi rumori bestiali. Un amplesso animalesco, un amplesso post mortem. E’ terribile. Provo pietà per la bella Sergeant Ice e quando sento il rumore di una motosega inorridisco… ma penso anche a Dr.Freak, lo immagino come un vero uomo rozzo, un carnefice, un diavolo. Altro che quella abituale checca deviata che salta e urla su un palcoscenico per paventare una mascolinità repressa.
Invece no. I miei pensieri si disintegrano immediatamente. Li disintegra Dr.Freak rivelando la sua vera identità: Dr.Freak è una puttana.
O almeno era una puttana quella cosa con mutandine, tacchi alti e corpetto che è uscita dal backstage per cantare con il resto della band… una band chiaramente schifata e sconvolta, ma sottomessa, vittima di sortilegi immondi.
Intanto di Sergeant Ice nemmeno l’ombra! L’avrà uccisa il bastardo e le avrà rubato le scarpe e le mutandine. Che razza di cadavere pervertito!
Il concerto va avanti con luci sballate. E’ una confusione. Non si capisce più nulla. Ad un certo punto vedo che è tornato il Dr.Freak abituale e non c’è più la puttana (forse). E pure Sergeant Ice è tornata… cammina, parla, ma credo sia solo un riflesso della sua esistenza, della sua vita ormai estinta, ormai passata.
L’assurdità dello spettacolo continua. Ci sono due modi per svuotare un locale come il Grind: suonare da schifo, o…
La band scende dal palco (tranne il batterista). Invita, spinge, costringe il pubblico a salire sul palco. Chi non vuole viene costretto. Alla fine nessuno oppone resistenza, il richiamo della morte è magnetico: la band ora è il pubblico, il pubblico ora è la band. Improbabile inversione di energia, di tendenza. Regole negate, ribaltate. Leggi violentate, schemi deturpati.
Dove prima c’erano cinque morti putrefatti c’è ora il pubblico del Grind: donne stupende, uomini con i tacchi, vampiri, rockers, glamsters, blacksters e qualsivoglia creatura in controtendenza con qualsiasi regola della società.
Stupendo. L’esaltazione aumenta esponenzialmente….
Ad un certo punto mi ritrovo in auto. Lungo il viale. Non c’è più il transessuale. Non ci sono nemmeno le prostitute. Iniziano le prime attività dei mortali che vivono di giorno, che amano la vita, che si scaldano con il sole.
E le creature della notte? Forse non sono mai esistite. Forse mi sono sognato tutto. O forse sono semplicemente tornate nel loro mondo, a riposare (in pace?) dentro le loro bare.
Che poi ognuno finisce nella bara che capita… a volte anche in tre per bara! Tutto un po’ mescolato… Undefined gender: dopo la morte non conta più se sei uomo o se si donna. Sei semplicemente morto/a! (E, a quanto sembra, la cosa deve essere meravigliosa!)
Set list SUPERHORRORFUCK (tracks & show):
Don’t Dream It Be It (by Tim Curry)
The Woman Of My Death
Dead World I Live In
Touch Your Soul
Death Becomes Us
Threesome With The Dead
Down At The Graveyard
Livingdeadstar
Devil Loves Me
Sweet Transvestite (by Richard O’Brien)
Headless Groupie
Lick You To Death
Horrorchy III
Voodoo Holiday
Time Warp (by Richard O’Brien)
Nota: le tre “cover” sono tutte fantasticamente tratte dal “The Rocky Horror Picture Show”.
(Luca Zakk)