“Ti farò conoscere Serj”. Così aveva detto e, siccome la sua determinazione nel fare le cose è spaventosamente grande, prima o poi doveva accadere.
In un primo momento l’occasione ideale era parsa presentarsi il 14 aprile a Lione, terza tappa del Wake Up The Souls Tour, ma era troppo complicato per tutti e due. Però il giorno prima, il 13 aprile, Serj Tankian e i System Of A Down avrebbero suonato a Colonia, città per noi più vicina e comoda da raggiungere. L’occasione stava improvvisamente diventando concreta. Giusto il tempo che lei chiedesse a Serj se avesse avuto qualche minuto per andarlo a salutare prima dello show. Lui risponde affermativamente e dunque la decisione è presa.
Wake Up The Souls Tour è il nome scelto dai SOAD per questo giro di concerti che toccherà diverse città del mondo nel 2015. È un richiamo al genocidio armeno: infatti il 2015 è il centenario di uno dei tanti e folli eventi della storia, con la differenza che questo massacro a differenza di altri è vittima di un negazionismo ridicolo. Sì, negazionismo: tale vocabolo non è adatto a descrivere solo all’atteggiamento di rifiuto della Shoah.
Medz yeghern, la storia delle anime
Durante la prima guerra mondiale (1914-1918) in Turchia, zona dell’ex impero ottomano,
venne perpetrato un vero e proprio genocidio nei confronti del popolo armeno negli anni tra il 1915 e il 1923. Il mandante del massacro fu il governo dei Giovani Turchi, un movimento politico che era al potere da qualche anno. L’idea era di rendere forte lo stato turco con una spinta nazionalizzante che andava raggiunta attraverso un’omogeneità etnica e religiosa. La popolazione armena era presente nel territorio anatolico dal VII secolo a.C., era di religione cristiana e premeva per l’autonomia. Compreso? Non erano musulmani e non volevano essere turchi, ma soltanto avere la propria identità. La prima guerra mondiale segnò l’inizio della fine dei grandi imperi e il fiorire delle nazioni e gli armeni erano molto attenti a quanto stava accadendo in Occidente. In quest’ottica la Turchia nazionalista colse al volo l’occasione della Grande Guerra e decise di tentare la cancellazione della comunità armena, la quale, sotto il sultano Abdul Hamid II, già dal 1894 fu bersaglio di violenze e pogrom.
Il 24 aprile del 1915 furono dapprima arrestati intellettuali, professionisti, politici e sacerdoti di nazionalità armena. Si parla di 600 persone. Si passò poi all’esproprio dei beni, al disarmo della popolazione e, grazie alla creazione dell’Organizzazione Speciale (una struttura militare), si prelevarono i maschi armeni in età da servizio militare per indirizzarli ai “battaglioni di lavoro”. L’OS commise violenze di ogni tipo contro la comunità armena in tutto il territorio turco. Intanto i soldati armeni dei “battaglioni di lavoro” scavavano le fosse ai propri connazionali, ma altro orrore era in agguato. L’OS eseguì la sistematica deportazione dell’intera popolazione armena in direzione del deserto di Der-Es-Zor in Siria attraverso un cammino forzato, le “marce della morte”: le persone erano costrette a camminare senza acqua, cibo e riposo, oppure venivano caricate su vagoni merci ai quali poi si dava fuoco. Gli armeni furono decimati dalle epidemie, annegati nell’Eufrate o nel Mar Nero, gettati giù dai dirupi. Di violenze assurde ve ne sarebbero tante da raccontare. La proporzione di tali bestialità si riassunse in un milione e mezzo di morti.
L’entità dell’evento è chiara. In questo periodo si commemora il centenario, ma soprattutto si porta avanti con maggior forza la denuncia del fatto che ancora oggi la Turchia si ostina a non riconoscere e assumere la responsabilità di quello che è stato il primo genocidio del novecento. Oggi in Turchia parlare del genocidio armeno è considerato reato, un attentato all’unità nazionale. Gli armeni invece gli hanno dato il nome “Medz yeghern”, cioè “il grande crimine”. Lo chiamano così solo altri 22 paesi (inclusa l’Italia), mentre alcuni (vedi gli USA) si mostrano più cauti nell’uso del termine “genocidio”.
Colonia, Lanxess Arena
Giunti alla Lanxess Arena di Colonia, Fype ci sistema in una saletta allestita per gli ospiti della band. Pochi attimi prima, seguendo il membro della crew, il mio occhio cade in una stanzetta attigua e noto qualcuno seduto su un divanetto che parla amabilmente con un’altra persona. È lui, Serj, ma noi passiamo oltre. Fype ci chiede di attendere e ci invita a servirci al buffet.
Non passerà molto e Mr. Tankian arriva. Saluta calorosamente lei, come due vecchi amici che si rincontrano a distanza di tanto tempo, come in effetti è. A quel punto la promessa che lei aveva fatto meno di un anno fa si realizza: Serj Tankian sorride venendo verso di me e allunga la mano. È fatta.
Limito me stesso all’ascolto, mentre loro due parlano molto, ma non mi sento tagliato fuori perché Serj parla di tante cose, è simpatico e affabile. Tra amici si dà poco spazio al lavoro. Tradotto: nessuna domanda su SOAD e nemmeno viene in mente di farne. Si parla di cucina, della famiglia. Faccio solo un’osservazione su questo tour dislocato a “zig-zag”, come lui lo definisce traducendo un mio gesto. “È stato deciso all’ultimo momento”, mi spiega, e poi c’era di mezzo la questione del genocidio che la band vuole ricordare, soprattutto a chi fa orecchie da mercante. Gli dico sinceramente che apprezzo il senso del Wake Up The Souls Tour. È giusto verso loro stessi, le loro radici, la loro gente e per l’intera umanità.
Foto, autografi, regali, aneddoti, risate. Poi i saluti e soprattutto i nostri ringraziamenti per la sua squisita ospitalità.
Passiamo per il palco, stazioniamo un po’ lì e poi ci accomodiamo dove Serj ci ha riservato due posti a sedere. La Lanxess Arena è gremita. Il parterre, il primo e il secondo anello.
L’inizio dello spettacolo viene aperto dalle immagini su schermi di una graphic novel che verrà poi ripresa durante lo show, realizzata da Devil’s Due Publishing e che prende il nome di “Operation Nemesis”.
“Holy Mountains” apre il concerto, anche se l’impressione è che sia un rituale di entusiasmo, metal, arte, birra (nella platea), adrenalina. I System sono lì e l’attesa nel rivederli è stampata nelle facce e nell’entusiasmo di ogni spettatore.
SETLIST
Wake Up the Souls – Part 1Holy Mountains Jet Pilot Suite-Pee Prison Song U-Fig Aerials Soldier Side – Intro B.Y.O.B. I-E-A-I-A-I-O Radio/Video Bubbles CUBErt Hypnotize Dreaming Needles Deer Dance | Wake Up the Souls – Part 2P.L.U.C.K. Sartarabad Psycho Chop Suey! Lonely Day Question! Bounce Kill Rock ‘n Roll Marmalade Lost in Hollywood Spiders Mr. Jack | Wake Up the Souls – Part 3Science Chic ‘N’ Stu War? DAM Cigaro Roulette Toxicity Sugar |
(Alberto Vitale)